Portavoci di speranza per un domani migliore

Il professionista cristiano dell’informazione deve dunque essere un portavoce di speranza, un portavoce di fiducia nel futuro. Perché solamente quando il futuro è accolto come realtà positiva e possibile, anche il presente diventa vivibile. Queste riflessioni possono anche aiutarci, specialmente oggi, ad alimentare la speranza nella situazione di pandemia che il mondo sta attraversando. Voi siete seminatori di questa speranza in un domani migliore. Nel contesto di questa crisi, è importante che i mezzi di comunicazione sociale contribuiscano a far sì che le persone non si ammalino di solitudine e possano ricevere una parola di conforto”.Queste parole rivolte nello scorso mese di settembre da papa Francesco ai redattori del settimanale belga “Tertio” ci aiutano a cogliere il significato della Giornata di sostegno e diffusione del nostro settimanale diocesano Voce Isontina che celebriamo domenica 24 gennaio.Una Giornata che giunge, quest’anno, in un tempo così particolare come quello che stiamo vivendo segnato dalla pandemia di Covid-19. Un tempo che ha sconvolto la vita di tutti noi ed ha modificato profondamente il cammino della nostra Chiesa diocesana e delle comunità parrocchiali.Nell’omelia che ho pronunciato in Cattedrale la notte dello scorso Natale, sottolineavo che “siamo in un tunnel”. Quella del tunnel è un’immagine negativa ma anche di speranza perché, se lo percorriamo e siamo immersi nel buio più profondo, sappiamo che prima o poi intravvederemo la luce. Il problema è che nel corso dei mesi ci siamo accorti che vedere quella luce diventava sempre più difficile e dilazionato nel tempo. Eppure sappiamo che in questo tunnel il Signore ci è accanto e ci dona quell’amore che ci permette di andare avanti anche quando è tutto buio: se vogliamo vedere la luce in fondo al tunnel, però, è anche necessario che diventiamo propostivi e operativi, non facendoci bloccare da quello che è negativo o assumendo atteggiamenti di pura passività.Dallo scorso mese di febbraio, Voce Isontina sta raccontando i giorni del Covid-19 soprattutto attraverso le storie vissute dagli uomini e le donne delle nostre comunità: pagine che costituiscono la memoria della nostra Chiesa diocesana.Testimonianze di come come anche in questo tempo così difficile non sia venuto meno il flusso di solidarietà e di attenzione verso chi si è trovato improvvisamente in difficoltà ed ha avuto la vita sconvolta dalle conseguenze sanitarie, economiche e sociali della pandemia.Raccontare le storie permette di dare un nome ed un volto ad ogni persona protagonista degli articoli tanto nell’edizione cartacea quanto in quella online del settimanale. Avvicinandoci ad essa “con lo sguardo del Narratore, l’unico – come ci ha ricordato papa Francesco nel Messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali del 2020 – che ha il punto di vista finale, perché nessuno è una comparsa nella scena del mondo e la storia di ognuno è aperta ad un possibile cambiamento”.Voce Isontina, risponde, con questo servizio ancora una volta alla vocazione cui è stata chiamata, ormai da quasi sessant’anni, dai miei predecessori a nome della Chiesa che è in Gorizia: essere giornale di prossimità, svolgendo una quotidiana diakonia informativa a servizio della comunità ecclesiale e civile del nostro Paese. Il sostegno al settimanale diocesano, allora, non diventa un gesto scontato ma l’occasione davvero preziosa per alimentare quella speranza di cui la nostra società ha davvero tanto bisogno in questo momento.