La seconda serata con don Alessio Geretti

La seconda serata ha avuto come tema “La bellezza della catechesi”, un connubio inscindibile nelle rappresentazioni sacre tra catechesi e arte.L’animatore, don Alessio Geretti, ha introdotto i presenti in un mondo poetico, li ha accompagnati, attraverso l’analisi di alcune opere d’arte, nella scoperta dei messaggi nascosti in esse, li ha affascinati con immagini e riflessioni.Il relatore ha introdotto l’argomento della serata, spiegando come, guardando un’opera con prospettiva spirituale, venga naturale chiedersi che cosa voglia rivelare sul senso della vita.Ha analizzato due grandi opere: la maschera funeraria di Tutankhamon e il Discobolo di Mirone. Opere, epoche e visioni della vita e dell’eternità totalmente diverse.Per gli Egizi la verità, intesa come perfezione, si acquisiva morendo e, infatti, la maschera ha gli occhi aperti, attenti a ciò che sta guardando; è in oro, perché è un metallo inalterabile nel tempo. L’obiettivo non è ricordare come era in vita la persona, come tutte le maschere funerarie delle altre civiltà, ma come sarà nel mondo dello spirito.Per i Greci, al contrario, la perfezione si raggiunge nella vita terrena. Il Discobolo di Mirone, è un equilibrio di masse, di movimenti perfettamente bilanciati ed è perciò l’immagine dell’ideale di perfezione.L’ideale dell’uomo, non perfetto, è di avvicinarsi sempre di più alla perfezione, perché si diventa perfettamente umani quando ci si avvicina il più possibile all’ideale.Due visioni, quindi, diametralmente opposte, una distanza tra realtà ed astrazione incolmabile, che però trova la sua unione nel Cristianesimo, dove realtà (carne) e astrattismo (spirito) diventano tutt’uno nel Cristo, che è Dio e Uomo.Nelle opere d’arte a tema religioso, i due mondi sono sempre presenti e ci sono continui intrecci tra Vecchio e Nuovo Testamento.Nel corso della serata sono state esaminate alcune famosissime opere quali: “L’annunciazione” del Beato Angelico; ” La Creazione di Adamo” di Michelangelo nella Cappella Sistina; “La fuga in Egitto” di Caravaggio; “Battesimo di Cristo” di Piero della Francesca; “Vocazione di San Matteo” di Caravaggio.In ognuna di esse il rapporto tra Dio e l’uomo è sempre presente, incalzante, la simbologia, molte volte, è apparentemente indecifrabile, i personaggi sembrano avvolti dal mistero, sollevando dubbi e domande nell’osservatore.Analizzando le opere, attraverso la chiave di lettura offerta da don Alessio, è stato offerto un nuovo modo di fare catechesi. Come? Scegliendo l’opera in base a ciò ma soprattutto a chi si vuole comunicare, guidando a vedere personaggi, strutture, luci, ombre, colori, vuoti e pieni, stranezze e dettagli. E poi lasciare che le persone sentano quello che l’opera trasmette, dando spazio alle emozioni e alle domande e guidare nella ricerca dei testi della Sacra Scrittura che hanno ispirato l’autore, aiutando a decifrare la simbologia contenuta senza mai dimenticare il contesto storico in cui l’opera è nata, al carattere e al vissuto dell’artista che l’ha realizzata.