Quel filo diretto fra il San Lorenzo e la Pro Gorizia

San Lorenzo e Pro Gorizia, quando le due realtà calcistiche occupavano i vertici del calcio regionale, erano legate da una corsia preferenziale nello scambio di giocatori. Quanti atleti dopo aver iniziato a dare i primi calci a un pallone nel paese isontino sono saliti fino a giocare in serie A e in una rappresentativa Nazionale dopo essere passati per le fila della Pro?  Cinque sono stati i magnifici che hanno fatto questo percorso, dall’immediato dopo guerra fino ai primi anni ’50: Ivano Blason, Alberto e Bruno Orzan, Memo e Riccardo Toros. Quest’ultimo morto, nel 2001 a 71 anni, è stato un portiere dalle notevoli qualità. Dopo una sola stagione in riva all’Isonzo – dove esordisce a soli 16 anni in serie C – va prima in prestito alla Pro Patria, poi al Fanfulla e quindi viene acquistato dal Milan, chiamato a fare il secondo di Lorenzo Buffon; con due presenze nella massima serie riesce anche a vincere con i rossoneri lo scudetto. L’anno dopo approdò alla Fiorentina per vincere il suo secondo scudetto consecutivo: un record (due scudetti consecutivi con due squadre differenti) che lo fa entrare di diritto in un club esclusivio assieme soltanto a Giovanni Ferrari, Eraldo Mancin, Roberto Baggio, Alessandro Orlando e Andrea Pirlo. Con i viola si toglie anche la soddisfazione di giocare 30 partite in serie A, pur avendo avuto la concorrenza prima di Giuliano Sarti e poi di Ricky Albertosi, e di conquistare tre presenze in Coppa dei Campioni quando la Fiorentina solo in finale si arrese al Real Madrid. Assieme a Giorgio Puja, Ivano Blason ed Enzo Bearzot, Toros è uno dei giocatori più importanti che la Pro Gorizia abbia lanciato nel calcio professionistico. Ivano Blason, scomparso nel 2002, è stato un terzino e, assieme a Tarcisio Burgnich, uno dei più forti marcatori di sempre del calcio italiano, dotato di un tiro potente come certificano i tanti goal realizzati su punizione. Il periodo d’oro per lui coincise con il suo passaggio nel 1950 all’Inter dalla Triestina, con cui vinse due scudetti nel 1952-53 e nel 1953-54. Di Bearzot, scrivere altre parole sarebbe superfluo e non aggiungeremmo nulla in più di quello che sappiamo, basta dire che come Ct della Nazionale nel 1982 ci regalò il Mondiale vinto in Spagna. Di lui invito a leggere il volume di Gigi Garanzini che si intitola il “Romanzo del vecio”. A distanza di 60 anni, di quei tempi restano solo i ricordi.  Il San Lorenzo, dopo la fusione con il Capriva, non esiste più. Dalle pagine sportive dei quotidiani sono scomparsi i nomi del San Lorenzo, Mossa, Pro Farra, Ponziana, CMM, Portuale… mentre Pro Romans, il Monfalcone, L’Itala, il San Canzian e altre hanno dovuto unire le forze con altri sodalizi vicini per poter continuare l’attività.