Dalla preghiera al Convegno adulti, attraverso il momento assembleare

In “silenzio stampa” in questo inizio d’anno associativo, dovuto al fermento di incontri e momenti di scambio che hanno segnato il mese di settembre e di ottobre per l’Azione Cattolica diocesana. Perché non si improvvisa, non si “prova a fare qualcosa”, ma ogni iniziativa, cammino, percorso proposto, deve essere mosso dalle esigenze e dalle reali necessità della nostra chiesa locale. Per questo motivo l’Azione Cattolica decide di iniziare dalla preghiera e dal silenzio degli esercizi spirituali – che anche quest’anno si sono tenuti nella splendida cornice lagunare della casa per esercizi del santuario di Barbana – le sue attività associative. Giornate di silenzio, ovattate dalla pioggia e dai primi segni d’autunno, per mettersi in ascolto della Parola, guidati da Paolo Lorenzon, verso la consapevolezza dell’immenso e gratuito amore di Dio per noi. Un Dio che ci cerca con amore e tenerezza, per una relazione che salva, una relazione infinita, l’unica a dare realmente senso, l’unica capace di rialzarci anche dopo l’errore, l’unica che si fonda sul perdono e la misericordia.I partecipanti sono stati condotti attraverso le parole di Gesù anche grazie alle meravigliose immagini dei mosaici aquileiesi, video e film che hanno aiutato a ripercorrere attraverso le esperienze narrate, le proprie esperienze personali, i vissuti, le gioie e le fatiche di una vita. Quelle storie personali che, da Dio, spesso allontanano; perché non ci sentiamo più degni, non ci sentiamo più in relazione con Lui e tendiamo ad allontanarci. Ma Dio non ci vuole perfetti, Dio sa che siamo creature e come tali possiamo sbagliare, perché Lui perdona, Lui ama. Ed è con l’immagine di Gesù che perdona Pietro per il suo tradimento, che ci sentiamo rincuorati da quello sguardo d’amore che salva; perché proprio nell’errore, nella fatica del non comprendere il disegno di Dio per noi, Lui non ci abbandona ma pone su di noi il suo sguardo più amorevole.Il secondo momento che ha visto l’intera associazione impegnata nel mese di settembre, è stata l’assemblea di inizio anno. In tale occasione è stato l’arcivescovo Carlo a dare il suo saluto iniziale e introdurre quello che sarebbe stato il tema centrale della giornata, ma anche la parola chiave dell’anno: custodire. Questo termine ci riporta all’impegno, al prenderci cura, alla dedizione alla nostra vocazione originaria di missione nella chiesa locale, di sacrificio per la casa comune. La figura che ci ha guidati è quella della vedova del vangelo di Marco (Mc 12, 41- 44), la cui esperienza non è solo da valorizzare nella potenza della sua attualizzazione, ma è portatrice anche di significati che mai come oggi ci riportano al centro della predicazione di Gesù, della sua attenzione privilegiata per i poveri, per gli ultimi.Di fronte ad una donna capace di donare tutta se stessa a Dio, la peculiarità formativa dell’Azione Cattolica va riscoperta come necessità di conformarsi a Cristo, per proseguire il suo annuncio, per portare la buona notizia: in una parola evangelizzare. Per fare questo, per portare al mondo Cristo, per fare apostolato, dobbiamo chiederci innanzitutto cosa vuole Dio da noi? Cosa dobbiamo fare? Cosa dobbiamo buttare? Cosa di nuovo dobbiamo imparare? Con queste domande nel cuore abbiamo riflettuto, divisi per settori, chiedendoci oggi il senso della nostra vocazione associativa e della strada che dobbiamo compiere assieme ai nostri pastori.La prima tappa di questo cammino degli adulti è stata il convegno regionale del settore, che il 15 ottobre si è tenuto proprio a Gorizia. I settori adulti delle diocesi di Concordia-Pordenone, Udine, Gorizia e Trieste si sono riuniti domenica, per parlare di bene comune e territorio. Ma questa è un’altra puntata e ve la racconteremo presto!