Scuole aperte

Chi ha figli che frequentano la terza media sa bene che questo è il periodo dell’anno, e della vita, in cui dopo un peregrinaggio negli “open day” delle scuole superiori (le cosiddette “scuole aperte” come momento di conoscenza degli istituti scolastici), i ragazzi per la prima volta sono chiamati a fare un passo verso il […]

17 Novembre 2023

Chi ha figli che frequentano la terza media sa bene che questo è il periodo dell’anno, e della vita, in cui dopo un peregrinaggio negli “open day” delle scuole superiori (le cosiddette “scuole aperte” come momento di conoscenza degli istituti scolastici), i ragazzi per la prima volta sono chiamati a fare un passo verso il loro futuro
Lasceranno gli amici di sempre per ritrovarsi con quelli che avranno le loro stesse preferenze in un eterno labirinto fatto di allontanamenti e avvicinamenti fra simili.
Per la prima volta dunque i tredicenni sceglieranno, ora loro inedito esercizio e poi, dall’età adulta, responsabilità costante.
Non bisogna covare eccessiva preoccupazione di fronte a tutto ciò, se non altro nella consapevolezza che ci sarà sempre tempo per passaggi più importanti e definitivi, ma è assolutamente necessario evitare un profondo equivoco che pare invece permeare l’attuale società: si fa solo quello che piace.
Si perché se c’è un elemento motivazionale sicuramente sopravvalutato di questi tempi è la passione confusa come unico filtro di scelta: lo spiega bene il noto editorialista Massimo Gramellini “abbiamo fatto credere erroneamente alle persone che possono diventare tutto ciò che vogliono mentre ognuno diventa ciò che ha imparato ad essere”.
Una sorta di invito alla calma e ad armarsi per un lungo percorso per diventare professionisti perché studiare è faticoso.
Approfondire è faticoso. Migliorarsi è faticoso. Restare costanti è faticoso: tutte fatiche necessarie per arrivare allo scopo desiderato che poi sarà quello, e quello soltanto, bello, appassionante e appagante.
La passione dunque non è il primo fine ma è solo la compagna di un lungo viaggio.
È importante dirlo soprattutto oggi che molti giovani lavoratori, alla ricerca di un lavoro più sostenibile e gratificante, hanno forse un po’ smarrito l’etica del costruirsi, del percorso di vita e di esperienza come se il desiderato dovesse essere “qui e subito”, risposta aderente al proprio volere.
Ma la passione non è un passpartout, è solo la chiave per uscire dalla comfort zone per imboccare la strada brutta e lunga che porta ai desideri.
Questo equivoco lo si ritrova spesso nelle scelte di quei ragazzi che poi scoprono, soccombendone, le materie che non volevano, troppo difficili o troppo non comprese, arrendendosi con un fuggi fuggi fra scuole alla ricerca di quella più percorribile (e più facile).
Qui la passione non c’entra nulla, c’entra la resistenza, la tenacia, la perseveranza.
Se non si dice questo con chiarezza, si rischia di coltivare false realtà come se gli altri siano stati più fortunati, o più appassionati o più dotati.
Invece la scuola, qualunque scuola dalle professionali ai licei in una graduazione più di contenuti che di metodo, richiede una spessa coltre di costanza che poi forgerà gli uomini e le donne di domani, la loro tempra e, questa volta sì, la capacità di aggrapparsi alla passione ogni volta che la fatica li distrarrà dai loro sogni.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)