Romania, straordinario sviluppo dell’impegno missionario

Sono passati 25 anni da quella prima domenica di luglio del 1992, vissuta in Romania, nella provincia della Moldavia.  Le suore della Provvidenza erano giunte da appena 3 mesi ad Adjudeni, una grossa parrocchia di 7.000 abitanti, per iniziare un’azione pastorale ed educativa, soprattutto per i bambini, numerosissimi, i ragazzi ed i giovani, altrettanto numerosi.Invitato da suor Michelina,  e suor Rosetta, e con l’incoraggiamento del Vescovo, P. Antonio Vitale Bommarco, mi recavo, per la prima volta, in quelle terre, accompagnato da un volontario, Daniele Mocchiutti, che aveva operato nel nostro Centro agricolo per catechisti a Brobo, in Costa d’Avorio. È stato un viaggio avventuroso e pieno di sorprese, anche perché svoltosi a poco tempo dalla caduta del  regime di Ceausescu. In quella prima domenica di luglio a Butea, una parrocchia confinante con Adjudeni, si celebrava un 50° di sacerdozio. Fummo invitati anche io e Daniele e durante la cena seguita alla grande festa, le immancabili domande di conoscenza del sottoscritto e di Daniele. Avendo al mio fianco il Vescovo di Jasi, Mons. Petru Gherghel, risposi che non ero né parroco né cappellano ma il direttore del Centro Missionario Diocesano di Gorizia. Nessuno comprendeva cosa vuol dire “missionario”e, in cuor mio, mi proposi di aiutare quella diocesi a crescere nella conoscenza e nell’impegno per le missioni.In ripetuti viaggi incontravo alcuni sacerdoti giovani interessati alle missioni, con i quali si studiavano i documento conciliari e i vari   documenti sulle missioni. Ed è stato proprio uno dei cappellani, conosciuto ad Adjudeni, P. Claudiu Istoc, a fondare il Centro Missionario Diocesano di Jasi. I frutti  sono quasi immediati e, nell’ottobre 1996, don Valerian Dumea, primo sacerdote romeno, raggiunge la nostra missione a Kossou. A lui si affianca nel 2001 don Adrian Stoica che  aiuta don Michele Stevanato a Nimbo-Bouakè. Quattro chierici di Jasi vengono mandati a fare gli studi teologi a Gorizia. Ed è stato l’Arcivescovo, Mons. Dino De Antoni, ad ordinare sacerdoti  don Gabriel Cimpoesu e don Ernest Roca, a Roman, il 29 giugno 2001.Dopo una esperienza pastorale in diocesi, don Gabriel, raggiunge, accompagnato dal direttore del Centro Missionario, P. Claudio Istoc, la missione di Nimbo il 1° giugno 2004.Contemporaneamente anche 4 laiche, svolgono un servizio missionario presso le suore della Provvidenza, 2 in Costa d’Avorio, al Centro sanitario di Anonkuakotè, e 2 in Togo nella scuola materna di Kouwè.Ma la diocesi di Jasi, ben comprendendo il suo dovere per l’evangelizzazione, si apre anche al Kenya, ove opera da ben 16 anni nella missione di Maikona, diocesi di Marsabit. E poi una missione in Equador, dove operano, da 12 anni, 4 sacerdoti nelle parrocchie di Palestina e Santa Lucia, in diocesi di Guayaquil.  Ultimamente è stata aperta un’altra missione a Panama con 2 sacerdoti.La diocesi di Jasi è stata davvero contagiosa nel campo missionario, coinvolgendo anche altre diocesi della Romania. E così la stessa arcidiocesi di Bucarest è presente con 2 sacerdoti nella missione di Sololo, diocesi di Marsabit, in Kenya. Tale missione è stata visitata dal Vescovo Ausiliare di Bucarest, Mons. Damian Cornel  e, recentemente, anche dall’ Arcivescovo di Bucarest, Mons. Joan Robu.Nel frattempo P. Claudiu Istoc, direttore  del Centro Missionario di Jasi, è nominato direttore delle Pontificie Opere Missionarie della Romania.  Terminato questo importante incarico, vissuto con tanto entusiasmo ed impegno, il 22 di questo mese P. Claudiu parte per il Kenya, quale missionario “Fidei Donum” nella diocesi di Marsabit.Degno di nota poi che, da ben 10 anni, 6 chierici del seminario di Jasi, vanno per l’anno di formazione, 2 in Costa d’Avorio, 2 in Equador e 2 in Kenya.  Un fatto rimarchevole è poi che, nella missione di Djebonoua, in Costa d’ Avorio, a fianco di un sacerdote di Jasi, da quest’anno c’è un sacerdote di rito greco-cattolico della  diocesi di Oradea.Ha dell’incredibile quanto, in soli 25 anni, la Romania, uscita dal comunismo, si è impegnata per l’evangelizzazione del mondo. Non posso che ricordare il primo incontro nella canonica di Butea, in quella prima domenica di luglio 1992. Il Signore ha compiuto grandi cose, trovando un terreno fertile e generoso. E noi, diocesi di Gorizia, non possiamo che essere fieri di aver acceso una fiammella che ha generato e genera un fuoco così intenso.