Un 1° maggio in ascolto

La Festa dei Lavoratori del prossimo 1° maggio si colloca all’interno del cammino sinodale che la Chiesa sta vivendo e a circa due mesi dall’inizio della Settimana dei cattolici in Italia, che si terrà a Trieste dal 3 al 7 luglio e che vedrà la presenza anche di Papa Francesco.
Queste due circostanze ci aiutano a dare una particolare chiave di lettura alla festa dei lavoratori. Nel messaggio per il 1° maggio i nostri vescovi ci ricordano che “Le Chiese in Italia, impegnate nel Cammino sinodale, continuano nell’ascolto dei lavoratori e nel discernimento sulle questioni sociali più urgenti.”
La festa del 1° maggio dunque, è un’occasione propizia per ascoltare con maggiore attenzione la voce delle lavoratrici e dei lavoratori che, pur contribuendo al bene comune, non sempre sono adeguatamente riconosciuti.
L’ascolto esige prima di tutto la prossimità, la vicinanza, appunto il camminare insieme, potremmo dire fare sinodo, termine che nel suo significato indica appunto incontro, assemblea, adunanza. In una parola non lasciare sole le persone ad affrontare i problemi o anche i drammi della vita molto spesso connessi con il lavoro. Sinodo indica dunque anche tutta la fatica che si deve compiere per stare uniti di fronte alle varie situazioni che possono invece disgregare e allontanare gli uni dagli altri. Indica lo sforzo di provare a discernere insieme la via giusta da percorrere, e di andare verso una meta comune.
Se, come scrive Ignazio di Antiochia nella lettera agli Efesini (9, 2), nella quale si trova una delle prime attestazioni del termine sinodo, siamo tutti compagni di viaggio nell’unica strada, quella della carità che conduce a Cristo, questo implica che come cristiani non possiamo non essere compagni di viaggio di tutte le sorelle e i fratelli che con la loro fatica collaborano al bene comune.
Ecco dunque l’altra parola importante: partecipare. Scrivono i nostri vescovi nel messaggio per il 1° maggio: “È particolarmente significativo che le Chiese in Italia siano incamminate verso la 50ª Settimana Sociale dei cattolici in Italia, sul tema “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro”.
I vescovi sottolineano il fatto che senza il diritto alla partecipazione e senza che questo diritto venga altresì esercitato la democrazia rimane un sogno irrealizzato.

Aldo Moro nell’aula dell’Assemblea Costituente tenne un formidabile discorso il 13 marzo del 1947 che mantiene a mio parere una cogente attualità: “Uno Stato non è veramente democratico se non è al servizio dell’uomo, se non ha come fine supremo la dignità, la libertà, l’autonomia della persona umana, se non è rispettoso di quelle formazioni sociali nelle quali la persona umana liberamente si svolge e nelle quali essa integra la propria personalità”
La partecipazione dunque esige un coinvolgimento di tutti, nessuno deve sentirsi ai margini; è quanto afferma sempre Aldo Moro in un discorso tenuto a Milano il 3 ottobre del 1959: “…. Si vuole una società che non abbia settori marginali, zone d’ombra alle quali, quasi per una congenita ed insuperabile diversità, sia riservata una sorte meno fortunata, una partecipazione meno intensa (…). La democrazia è appunto l’impegno di tutta la società, e cioè di tutte le persone, a provvedere da sé, in piena autonomia, al proprio ordine ed al proprio sviluppo, (…), un’uguale partecipazione di tutti.
Nei vari incontri con le realtà produttive della nostra Arcidiocesi, ho invitato tutti a partecipare alla Settimana Sociale dei Cattolici in Italia anche attraverso la App (https://app.settimanesociali.it/), che il Comitato scientifico organizzatore l’evento ha predisposto, affinché la partecipazione sia la più capillare possibile. Sarà una formidabile opportunità per tutti di dare il proprio contributo al sogno di realizzare una vera democrazia per una storia e un futuro migliori.

fra’ Roberto Benevuto o.f.m., direttore Ufficio diocesano Pastorale sociale e del lavoro

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)