Istituto Contavalle: una casa per la solidarietà – Gocce di Carità

L’Istituto Contavalle a Gorizia porta avanti una lunga storia di accoglienza e carità ed è sede oggi, oltre dell’omonima Fondazione, anche della Caritas diocesana e di numerose associazioni che, in maniera diversa, danno forma e voce alla solidarietà. Una continuità resa significativamente possibile oggi anche grazie al flusso di generosità di tante persone che scelgono con la propria firma di destinare l’8×1000 al sostegno concreto della Chiesa cattolica nel nostro Paese.Ne abbiamo parlato con don Stefano Goina, presidente della Fondazione Contavalle.

Don Stefano, l’Istituto Contavalle ha in sé da sempre la caratteristica di essere una “Casa della Solidarietà”. Come continua oggi questa sua vocazione, come rimane al passo con i tempi?In effetti è una storia antica quella dell’Istituto. È nato come Fondazione, in altra sede presso Borgo Castello, già alla fine dell’800 come aiuto, casa per le giovani orfane.Negli anni ’60 del Novecento è stato quindi costruito questo palazzo, moderno, dando inizio ad una nuova esperienza: si poneva come Casa Famiglia, con la presenza di alcune suore e di grandi appartamenti che potevano ospitare numerose bambine e ragazze. Purtroppo, pochi anni dopo l’inaugurazione, cambiarono le leggi riguardanti l’ospitalità e l’affido ma l’Istituto seppe rimodularsi e ricominciò, tra gli anni ’70 e ’80, con nuove attività che lo videro ospitare una scuola elementare, una scuola di musica, essere “casa” per numerose associazioni collegate alla solidarietà, luogo di ospitalità per persone. Lo scorso anno si è rinnovato ancora con la ristrutturazione dell’edificio e l’inaugurazione della nuova sede della Caritas diocesana.Oggi l’Istituto è appunto sede Caritas e accoglie l’attività istituzionale della Fondazione Contavalle, che è quella dell’ospitalità e riguarda attualmente due nuclei famigliari composti da donne con bambini, ospitate in convenzione con i Comuni dell’Ambito. Con la Prefettura invece diamo accoglienza a tre donne straniere, richiedenti asilo. Ci sono poi altre ospitalità sostenute da Caritas e dalla Fondazione stessa e che riguardano due donne straniere e un’italiana.

Che tipo di ospitalità viene riservata qui a queste donne?Dipende molto da persona a persona: tutte sono inserite in progetti ma c’è chi ha bisogno semplicemente di aiuto, di trovare un po’ di tranquillità, altre che hanno bisogno di un inserimento lavorativo… per i bambini c’è sempre l’inserimento scolastico.Si tratta di accompagnamento vero e proprio alla persona e l’ospitalità è organizzata in un progetto educativo, tarato e concordato con l’ente che ce la affida. All’interno dell’Istituto ci sono delle regole, semplici, come ad esempio la cura e la pulizia degli ambienti che vengono individualmente occupati, ci sono alcuni orari da rispettare e tutte le norme necessarie ad una convivenza serena con gli altri ospiti.Le persone accolte abitano in degli appartamenti che hanno una cucina autonoma, pertanto si occupano autonomamente dei pasti, un salotto, bagno personale e diverse stanze letto.Gli appartamenti attualmente in uso sono quattro – tre grandi e uno più piccolo – e il progetto di ristrutturazione prevede la risistemazione di due grandi appartamenti, che diventeranno quattro più piccoli.

La ristrutturazione che sta coinvolgendo l’edificio prevede un intervento abbastanza corposo. Quali parti sta interessando?La ristrutturazione – realizzata grazie ai Fondi 8×1000 e i cui lavori sono svolti dalla ditta Goni – coinvolge l’impianto idrico del piano terra, il rifacimento del tetto e la sistemazione delle numerose terrazze presenti sulle facciate. Sono interessati anche, come accennavo, alcuni appartamenti, con il rifacimento degli impianti termici, elettrici e idrici e c’è stata la ristrutturazione completa degli spazi ora occupati dalla Caritas diocesana.Interessati anche tutti gli infissi e le finestre del vano scale. L’ultimo lavoro in ordine di tempo ha coinvolto la sala sottostante la cappella, un ampio spazio usato anche come palestrina. È stata resa completamente autonoma – è infatti accessibile direttamente dall’esterno – ed è stato rifatto l’impianto elettrico e di illuminazione, il pavimento e le porte antipanico.

Oltre all’accoglienza, l’Istituto Contavalle è anche sede di numerose associazioni che qui mettono in atto le loro attività e i loro corsi. Quali al momento hanno potuto riprendere “il via” dopo la pausa forzata dovuta al lockdown?Attualmente è attivo il progetto “Nonsolodoposcuola” dell’Associazione di famiglie “La Ginestra”; quest’anno vede la presenza di circa 35 bambini e ragazzi, seguiti da 5 educatori più alcuni volontari – il tutto nel pieno del rispetto delle normative anti Covid -. Il progetto è gratuito e accoglie in particolar modo scolari che, a casa, avrebbero difficoltà ad essere seguiti nello svolgimento dei compiti e dello studio pomeridiano, poiché figli di stranieri.Proprio pensando a queste situazioni, l’anno scorso – grazie ad un finanziamento della fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia – abbiamo promosso un Corso di Italiano per donne straniere, al quale hanno preso parte alcune mamme dei partecipanti al doposcuola e altre donne; in tutto sono una ventina, divise in due gruppi a seconda del livello. L’obiettivo è quello di portarle ad una certificazione linguistica. Da poco il corso ha ripreso le attività e l’auspicio è che possa continuare quanto più possibile.C’è poi Diritto di Parola, che ha anche ripreso le sue attività. Qui trova anche la disponibilità di un appartamento che serve un po’ da “palestra per la quotidianità” per i ragazzi, dove possono esercitarsi al raggiungimento della loro autonomia. Questo progetto purtroppo al momento è fermo, causa le restrizioni anti Covid, però l’associazione ha potuto riprendere parte delle sue attività al sabato.

Quali altre realtà si possono trovare qui?Abbiamo il Consultorio familiare “Friuli”, presente in diocesi oltre che qui anche a Monfalcone, che riceve su appuntamento.C’è poi una nuova realtà, sorta da pochi mesi grazie anche ad un contributo dei Fondi 8xmille: l’associazione “Fiocco di neve”, che offre sostegno alla violenza di genere maschile.Tra le altre troviamo poi il Centro Aiuto alla Vita e l’ambulatorio medico promosso da Caritas. Per quest’ultimo c’è sempre la disponibilità di un medico, presente qui un giorno alla settimana o su chiamata. L’attività è possibile grazie al contributo della Caritas attraverso i Fondi 8xmille e del Banco Farmaceutico per quanto concerne le medicine, mentre le prestazioni dei medici sono gratuite. Il servizio è riservato a coloro che non hanno la possibilità di accedere al Servizio Sanitario, non solo migranti.Altre associazioni presenti sono AMARE Onlus, associazione malati reumatici, e la UILDM – Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare.

Che cosa immagina per il futuro dell’Istituto?Che possa diventare sempre più, in collaborazione con le associazioni e gli enti pubblici, un luogo dove la carità trovi espressione molto concreta.

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Sempre costante la solidarietà a sostegno della Caritas diocesanaLa Caritas diocesana di Gorizia, nonostante il periodo difficile che tutti noi stiamo vivendo, continua ad essere sostenuta da diverse persone.In questo numero di Gocce di Carità vorremo ringraziare di cuore la signora B.M. che ha donato 100 euro proprio per gli aiuti verso chi è stato colpito dall’emergenza Covid 19 ed i signori Z.G. e Z.M. per aver elargito 1.000 euro e infine il signor A.S. con 100euro. Il loro gesto di condivisione servirà per aiutare tutte quelle famiglie che si rivolgono alla rete Caritas sul territorio dell’Arcidiocesi.