Chiusura De Rigo Refrigeration: una morte annunciata da tempo?

  orreva il 2011 quando, in casa, si è iniziata ad assaporare la crisi della De Rigo Refrigeration di Ronchi dei Legionari. Se di crisi si poteva parlare al tempo, dal momento che stiamo prendendo in considerazione una ditta che, come si direbbe in gergo molto colloquiale, nell’Isontino teneva alla grande, teneva e dava lavoro a quasi 150 persone provenienti dalla provincia e dall’esterno di essa. Una ditta la cui storia, a livello locale, è iniziata negli anni Novanta quando Walter De Rigo, imprenditore di estremo valore umano e professionale scomparso nel gennaio del 2009, assieme al fratello Ennio, decise di rilevare l’azienda che al tempo aveva sede a Monfalcone e di spostarla all’interno del complesso ronchese, ex Fiat, di via Redipuglia 163. Oltre vent’anni di successi, con momenti di difficoltà come tutte le ditte passano, ma tra alti e bassi si era giunti fino a ora con dei passaggi di consegne che hanno siglato il declino ambiziosamente desiderato del plesso di Ronchi dei Legionari.Dicevo che era il 2011 quando in casa si è iniziato a parlare di questo “attimo” di difficoltà che è arrivato lento ed inesorabile fino ai giorni nostri e a cui è stata data enorme voce solo negli ultimi mesi … Beh, ormai poco importa quello che è stato, ciò che conta all’oggi è che dal 22 dicembre i 98 dipendenti rimasti di questa ditta (quasi una trentina, data l’età, si sono già posti in mobilità per non perdere l’opportunità di giungere alla pensione con i contributi pagati), a parte qualcuno per cui la medesima avventura partirà a gennaio, sono in cassa integrazione straordinaria fino al 22 maggio prossimo, giorno da cui scatterà per tutti la mobilità, a meno che altri 10 dipendenti riescano ad andarsene entro quella data, azione che permetterebbe di avere il secondo anno di CIGS. Questo è il frutto del doloroso accordo siglato dalle RSU interne con i vertici dell’azienda proprio qualche giorno fa dopo estenuanti trattative, ore di assemblee straordinarie con tanto di votazioni. Una firma davanti alla quale, per una serie di circostanze e impegni politici, l’assessore regionale al lavoro Loredana Panariti non era presente, ma questa era una delle minori sorprese di questi giorni che hanno riservato ben altri imprevisti, primo fra tutti un “piccolo” errore di conteggio che ha fatto sparire sette dei dodici mesi del primo anno di Cigs. Ora, però, sembra che l’assessore si stia impegnando, assieme ai suoi colleghi regionali, per cercare degli investitori per questo sito produttivo. Mai troppo tardi… Il 7 gennaio prossimo molti dei 98 lavoratori saranno richiamati in fabbrica a smantellare quanto presente all’interno dello stabilimento e a metterlo in sicurezza. Un’operazione triste e dura per far vivere in diretta la fine di questa realtà industriale a chi l’ha vista anche crescere negli anni. Non solo: ciascuno dei dipendenti, in questi mesi, potrebbe essere chiamato, per necessità, a Belluno ove ha sede l’altro plesso industriale della De Rigo Refrigeration o, chissà, in Serbia dove stanno lavorando per dislocarne un altro. Ma nessuno, di ciò, ha mai parlato, o lo ha fatto proprio sottovoce. Ciò che è da urlare, invece, è che oltre 100 persone si trovano senza un’occupazione dopo aver dato molto a questa realtà lavorativa a cui erano anche, in qualche modo, affettuosamente legati. “La Detroit è nostra”, hanno denominato i dipendenti una chat su What’s App in cui si sono scambiati tutte le informazioni, in cui sono passati i primi attimi di sconforto, le prime notizie sul presidio, e in cui ora ripongono le ultime speranze per una ditta che sta chiudendo con ordini in piedi, con consegne da effettuare, con desiderio di continuare…