“…insieme a Maria, la madre di Gesù”. (Atti 1, 4)

Inizia il mese di maggio. La fede del popolo cristiano lo ha dedicato in modo speciale a Maria, madre del Signore e madre nostra, con la preghiera semplice e profonda del rosario.Forse, come succede anche oggi, quando da bambini abbiamo ricevuto tra le mani la prima volta il rosario ce lo siamo messo al collo come fosse una bella collana. Poi ci hanno insegnato che serviva come preghiera per “contare” le Ave Maria nelle decine e il Padre  nostro nei  grani un po’ più grandi. E abbiamo imparato i “misteri” della vita di Gesù e di sua madre, Maria: misteri della gioia, del dolore e della gloria.Il papa santo Giovanni Paolo II, “tutto di Maria”, ha aggiunto i misteri della luce della vita di Gesù, dell’annuncio del Regno e dei segni che lo rendevano presente.”Il rosario è la preghiera della famiglia e per la famiglia” – ci ricorda S. Giovanni Paolo II nella sua lettera apostolica “Rosarium Virginis Mariae” – un tempo era particolarmente cara alle famiglie. Occorre non disperdere questa preziosa eredità. Bisogna tornare a pregare in famiglia e per la famiglia perché la famiglia che prega unita, resta unita” (RVM 41).E’ nel pregare uniti  che si impara a guardare negli occhi e nel cuore “per comunicare, per solidarizzare, per perdonarsi scambievolmente, per ripartire con un patto di amore rinnovato dallo Spirito di Dio” (RVM 41).E’ bello e porta frutto affidare alla preghiera del rosario il cammino di crescita dei figli essendo un cammino della vita di Cristo e di Maria. E’ importante, anche oggi “pregare con il rosario per i figli e, ancor più con i figli, educandoli fin da piccoli a questo momento giornaliero di sosta in preghiera della famiglia ” (RVM 42).Molti lettori, forse, potranno obiettare che il rosario è una preghiera fuori dal tempo, retaggio di un passato spiritualmente povero, ripetitiva…Certo, il rosario resta una preghiera semplice per chi è o si fa semplice e piccolo. E’ preghiera che profuma di Vangelo. E’ preghiera che ci ricorda i fondamenti della nostra fede in Gesù dalla sua nascita alla predicazione del Regno di Dio, alla sua passione, morte e resurrezione. Ci parla dell’amore del Padre e della forza dello Spirito e della forza materna di Maria fra i discepoli di ogni tempo.Preghiera che ripete, come il battito del cuore e il ritmo della musica, le parole più belle del Padre nostro e dell’Ave Maria nel cammino della nostra vita fatta di ore e giorni di luce e di buio, di certezze e di dubbi, di sorrisi e di pianti, di pienezza e di fragilità.E’ sempre Maria vicina a noi e noi vicino a lei.Il mese di maggio di quest’anno è particolare. E’ posto nell’anno in cui papa Francesco invita la Chiesa a riprendere la riflessione dell’esortazione apostolica “Amoris Laetitia” come Vangelo di gioia per le famiglie e ci offre, con l’esortazione apostolica “Patris corde” su San Giuseppe, la freschezza dello sposo di Maria e di colui che  ha amato il Figlio di Dio, Gesù, con amore di padre. Sarà un cammino delle famiglie alla luce della Famiglia di Nazaret.Il vescovo Carlo accompagnato da alcune famiglie farà, in questo mese di maggio, un percorso di pellegrinaggio verso quattro santuari mariani della nostra diocesi: alla B.V. di Barbana nella laguna di Grado, alla B.V. Marcelliana di Monfalcone, alla Madonna di Strada a Viscone, alla Regina del Popoli nel Preval a Mossa.Quattro eventi che potremo seguire attraverso i social media della diocesi dove saranno pubblicati ogni giovedì: quasi quattro piccole parabole della Chiesa che è “Famiglia di famiglie”. Con uno schema semplice: il cammino verso il santuario, l’ingresso e la preghiera di alcune Ave Maria da parte delle famiglie, ascolto di un breve brano della “Amoris Laetitia” e il commento del vescovo. Si concluderà con alcune preghiere per le famiglie e di ringraziamento di grazie chieste e ricevute, come  attestano le tavolette ex voto dei santuari.E per ritornare… per vivere la vita di ogni giorno e riscoprire la bellezza della nostra chiamata nella fede come singoli e famiglie “…con Maria, la madre di Gesù”.E scoprire ancor più in profondità e rinnovato coraggio- che siamo chiamati alla vita- che siamo chiamati a rispondere al battesimo che abbiamo ricevuto- che siamo chiamati a costruire  la Chiesa- che siamo chiamati a essere dono e alla gioia- che siamo chiamati a essere coppia in dialogo- chiamati a essere  padri e madri- chiamati a essere figli- chiamati a essere “famiglia aperta”- chiamati a vivere la croce- chiamati a servire- chiamati a portare il Vangelo del Signore nel lavoro- chiamati ad accogliere chi è in difficoltà- chiamati a consolare e tendere le mani ai più piccoli e ai più poveri- chiamati a educare i giovani con fiducia- chiamati a stimare e amare gli anziani- chiamati a essere segni della tenerezza di Dio.Sì, proprio in questo tempo di pandemia, che Dio non ha voluto ma che ci sta  insegnando tante cose.