Un anno scolastico fra luci ed ombre

L’11 giugno si sono chiuse ufficialmente le lezioni per gli studenti della nostra regione, con esclusione delle scuole dell’infanzia per cui il termine è previsto al 30 giugno. In realtà, vista la crescente diffusione del sabato libero, per molti la scuola è terminata un giorno prima, mentre entro il 30 giugno gli studenti di terza “media” affronteranno, dopo due anni di esami in formato ridotto, le prove scritte e il colloquio orale conclusivo, e, a partire dal 22 giugno, inizieranno, nuovamente con lo scritto di italiano, gli esami di Stato per gli studenti di quinta superiore. Il bilancio dell’anno scolastico 2021-22 è caratterizzato da luci e ombre: avviato con l’entusiasmo della ripresa in presenza, ha registrato varie difficoltà causate dal riacutizzarsi di focolai Covid con attivazione selettiva di DaD o DDI, dalla sospensione di insegnanti non muniti di green pass, dalle limitazioni imposte per il contenimento della pandemia, quali l’utilizzo delle mascherine e il distanziamento, spesso reso difficile dagli angusti spazi delle aule. Ma le maggiori ombre consistono negli effetti, psicologici, sociali e sull’apprendimento, prodotti dalla pandemia e dalle conseguenti restrizioni, apparsi in tutta la loro drammaticità proprio con il rientro a scuola. Nel maggio di quest’anno l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza ha pubblicato un’ampia ricerca su “Pandemia, neurosviluppo e salute mentale di bambini e ragazzi”, che riporta, fra i sintomi più frequenti segnalati dai professionisti, “i disturbi del comportamento alimentare, l’ideazione suicidaria (tentato suicidio e suicidio), gli episodi di autolesionismo, le alterazioni del ritmo sonno-veglia e il ritiro sociale”, ma anche ansia, rabbia, noia, stanchezza, aggressività, difficoltà di attenzione, disturbi della condotta, dipendenza dal digitale. La pandemia ha impresso un’accelerazione a fenomeni di disagio già presenti, aumentando le disuguaglianze di partenza, visto che “Hanno manifestato disagi ancora più severi i preadolescenti e adolescenti con disabilità, quelli provenienti da situazioni di svantaggio socio-culturale ed economico e quelli provenienti da percorsi migratori”.Si parla esplicitamente anche di “fragilità a livello familiare” e di assenza di confronto con figure di riferimento adulte. Varie indagini rivolte agli insegnanti rilevano gli stessi problemi. Nella nostra regione l’acuirsi dei fenomeni di disagio ha indotto il Consiglio Regionale ad approvare all’unanimità una mozione sul potenziamento delle attività di monitoraggio e dei servizi di supporto psicologico per bambini e adolescenti, anche attraverso cure domiciliari e telemedicina. Contemporaneamente alla diffusione di dati su questa emergenza, con minor clamore si evidenzia il calo consistente degli studenti: se in Italia le iscrizioni alle classi prime dei diversi ordini e gradi prevedono, per il 2022/23, 130.000 ragazzi in meno (nei 5 anni precedenti se ne erano persi più di 400.000), nella nostra regione il prossimo anno scolastico registrerà una perdita di 2.481 studenti (quasi 5.000 in meno in 2 anni), mentre, negli ultimi mesi di lezione, le scuole del Friuli Venezia Giulia hanno accolto circa 800 studenti ucraini, di cui un centinaio nell’area goriziana. Il clima di guerra e di crisi internazionale acuisce e prolunga gli stati d’ansia e l’incertezza sul futuro prodotti dalla pandemia. In tale quadro, già di per sé complicato e preoccupante, nonostante le tante riforme che si sono succedute e le numerose proposte di ulteriori cambiamenti, non sembra esserci una visione chiara e condivisa sul futuro della scuola, fra gli estremi di chi, di fronte al calo degli apprendimenti, rimpiange i modelli tradizionali e di chi, invece, punta all’innovazione digitale e al superamento della divisione in classi di età.La riforma del ministro Bianchi, che, nel DL “Ulteriori misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”, prevede un nuovo modello di reclutamento, formazione e valorizzazione degli insegnanti, ha già sollevato molte polemiche a livello sindacale. La ricerca citata del Garante per l’infanzia e l’adolescenza, fra le varie raccomandazioni dirette alle istituzioni competenti, propone “di valorizzare i patti educativi di comunità” con percorsi di accompagnamento e sostegno alle responsabilità genitoriali, sulla scia del “Patto educativo globale” fortemente voluto da papa Francesco, purtroppo ancora lontano da concrete e diffuse realizzazioni.A tutti gli studenti l’augurio e la speranza che le vacanze rappresentino una riscoperta della socialità, delle amicizie, della riflessione su se stessi e il proprio futuro, con il sostegno delle agenzie educative, che propongono vari percorsi rivolti a bambini e adolescenti: dal Piano Scuola del Ministero, replicato anche quest’anno, ai campi estivi organizzati da parrocchie, ricreatori, associazioni laiche.