Iniziazione cristiana: il coinvolgimento dei genitori

  uando le diverse esperienze di crescita nella fede rimangono isolate, rischiano di non produrre frutto. Se si incontrano e danno vita ad una comunità più vasta, senza perdere le proprie originalità, amplificano la testimonianza e aiutano a rendere visibile la Chiesa. Sono riflessioni che si presentano alla mente guardando all’esperienza dell’ultimo anno alla Marcelliana nel percorso di iniziazione cristiana che ha preso avvio dopo le richieste di preparazione alla Prima Comunione. Negli incontri di Romans dello scorso settembre, ai catechisti era stata nuovamente indicata la necessità di un percorso con i genitori più impegnativo e importante di quello con i bambini. Sullo sfondo, la convinzione, derivante dall’esperienza, che senza una continuità di vita nella fede i ’corsi’ in preparazione della Prima Comunione lasciano il tempo che trovano, ovvero, i ragazzi non si vedono più fino, e in misura minore, al tempo della richiesta della Cresima, dopo la quale si rischia comunque il ’vuoto’.Dunque, i genitori da coinvolgere in una scoperta, o riscoperta, della loro fede come ’sale’ della vita di ogni giorno; senso delle proprie azioni nella vita quotidiana in famiglia e fuori di essa. Alla Marcelliana, ma anche in altre comunità di Monfalcone e della diocesi, si è fatta la scelta di seguire le indicazioni emerse a Romans e sollecitate negli interventi del Vescovo in diverse occasioni. Nell’ultima tre giorni diocesana, tenutasi e San Nicolò di Monfalcone, il Vescovo Carlo è stato ancor più esplicito:  “Non si tratta di proporre un paio di incontri ai genitori per qualche istruzione o dettaglio tecnico per la celebrazione, ma un cammino di coinvolgimento nel percorso di fede dei loro figli che faccia riscoprire la loro e vinca il “tabù” circa la fede e la vita cristiana in famiglia. (…) Siccome talvolta si lamenta l’assenza da parte del vescovo di indicazioni precise, vorrei dire che questo impegno a favore dei genitori non è un auspicio generico, ma è una voluta scelta diocesana che chiede l’accoglienza e la collaborazione di ogni parrocchia”.Tentiamo allora una lettura dell’esperienza fatta in quest’ultimo anno alla Marcelliana con chi aveva chiesto di iniziare il percorso ’per la Prima Comunione’. Piccolo il numero degli ’iscritti’: una decina, la cui provenienza non era limitata al ’territorio’ della Marcelliana, ma andava da Staranzano al centro di Monfalcone. Per i ragazzi (terza elementare) si è inserito il momento della catechesi nell’insieme delle attività di Oratorio diffuso che si svolgevano al lunedì pomeriggio (gli adulti responsabili delle attività hanno svolto anche la catechesi con la collaborazione degli ’animatori’).La proposta fatta ai genitori: un’ora di incontro settimanale mentre i ragazzi erano impegnati nelle loro attività e la partecipazione alla messa ’della comunità’ ogni domenica. Il percorso proposto ai genitori era parallelo a quello dei ragazzi: la scoperta del popolo di Dio attraverso l’incontro con Abramo, Mosè, la liberazione e la Vecchia Alleanza che porta alla Nuova Alleanza in Gesù. La partecipazione alla liturgia domenicale ed il ’vivere assieme i tempi liturgici’ dell’Avvento, del Natale, della Quaresima e della Pasqua erano indicati come il momento più alto della catechesi e aiuto al vivere quotidianamente la propria fede. Abbiamo cercato quanto più possibile di togliere anche solo l’impressione di un percorso ’scolastico’, nei modi e nei tempi, per passare alla ricerca di una esperienza cristiana che non si interrompe e non ha vacanze, soprattutto per quanto riguarda la messa della domenica. I genitori hanno accolto la proposta. E qui, passando dalla buona volontà alla realtà dei fatti, possiamo rilevare alcune criticità. La presenza maschile, fatto salvo un venti per cento di presenze stabili nel corso dell’anno, è andata assottigliandosi sia negli incontri che nella partecipazione alla Messa domenicale. La partecipazione femminile, più costante, ha fatto registrare un andamento altalenante, ma, in ogni caso, riuscendo a formare un gruppo che garantiva continuità  al percorso fatto assieme. Dunque, abbiamo riscontrato ancora una volta la difficoltà della componente maschile ad essere coinvolta in modo e numero significativi. Per tutti, nei giorni feriali e talvolta anche la domenica, ci sono degli ostacoli oggettivi da affrontare: gli orari del lavoro, concomitanti iniziative scolastiche, situazioni familiari che richiedono presenza, urgenze non previste. Saranno da approfondire i motivi della difficoltà di essere presenti come famiglia alla liturgia domenicale, anche se va rilevato che si nota mediamente un aumento delle presenze sia dei ragazzi che dei genitori anche nei periodi che di solito erano ritenuti ’di vacanza’. Il concetto di ’esperienza di vita’ al posto di quello del ’catechismo’ pare essere preso in considerazione. Passato il mese di Maggio, solitamente il mese delle Prime Comunioni, i genitori hanno accolto per i ragazzi la proposta di continuare nelle attività dell’oratorio e, per loro stessi, a trovarsi sui temi della esortazione apostolica “Amoris laetitia”, mantenendo l’impegno alla partecipazione alla messa principale della domenica alla Marcelliana. L’arrivo dell’estate ha portato però ad un aumento dei problemi riguardanti la disponibilità di tempo per gli incontri; per alcuni l’aumento del lavoro nel periodo estivo, per altri la collocazione delle ferie, per tutti l’esigenza di gestire i figli in periodo di vacanza tenendo conto che diversi non hanno ’nonni’ vicini. Rilevando la mancanza di un contesto favorevole agli incontri anche nel periodo estivo, di comune accordo abbiamo fermato gli incontri per riprenderli in settembre, ma abbiamo confermato l’importanza del trovarsi assieme alla messa domenicale, per quanto possibile. Complessivamente, l’esperienza fatta nell’ultimo anno rileva sia l’esigenza e il desiderio degli adulti di conoscere e fare esperienza della loro fede sia la difficoltà ad organizzare il proprio tempo per dare spazio a questa esperienza e portarla nel ’quotidiano’. Un ulteriore aspetto che richiede attenzione è la necessità di un contesto comunitario che sostenga anche questo percorso di genitori alla riscoperta del loro ruolo di educatori alla vita di fede. La mancanza di questo contesto si sente e rischia di non consentire la continuità di relazioni che rinsaldino il senso di appartenenza alla Chiesa, sia locale che universale. Il ’cristiano dei giorni feriali’ può certamente muoversi da solo nel dare la propria testimonianza in famiglia e negli ambienti in cui lavora o impegna il tempo libero, ma è essenziale per lui vivere l’appartenenza ad una comunità ecclesiale che celebra e vive la liturgia della Parola e l’Eucarestia come fonti di una presenza solidale e fraterna nella società.La riflessione sulle esperienze che stanno maturando anche da noi nei diversi ambiti dell’iniziazione cristiana è agli inizi, ma già si intravvede che questa ci porta verso una profonda revisione del modo di essere delle nostre parrocchie, dei gruppi ecclesiali e delle nostre comunità. Sono temi sui quali i catechisti di Monfalcone, assieme e per gruppi di parrocchie, hanno già avviato una riflessione comune che certamente proseguirà nei prossimi mesi.