La rete di solidarietà degli orti familiari

Dopo averli annunciati, prendono finalmente il via gli “Orti Solidali”, progetto ideato dall’Associazione famigliare “La Ginestra” Onlus di Gorizia.Dopo aver concluso la fase di valutazione delle domande pervenute, sono stati assegnati i 40 lotti del terreno – dalla superficie totale di circa 3.400 metri quadri – situato in zona Mochetta a Gorizia e gentilmente concesso da Giuseppe Mauro Klavcic.Come sottolineato dal presidente dell’Associazione, Marco Marcosig, molteplici sono le finalità del progetto: non solo la possibilità per un nucleo famigliare di avere in dotazione un pezzo di terra da coltivare, ma anche organizzare una rete di solidarietà tra le famiglie per l’autogestione e la cura di questo spazio agricolo, destinato a prodotti per l’autoconsumo. Accanto a questo, la predilezione per le colture biologiche, per essere solidali non solo tra persone e famiglie, ma anche con la natura.Il progetto, sostenuto dai fondi 8×100 della Chiesa Cattolica con un contributo aggiuntivo di 15.000 euro dalla Banca Intesa San Paolo, vede la partecipazione di molte realtà del territorio: la Fondazione Brovedani di Gradisca d’Isonzo, che ha contribuito per le attrezzature agricole, e le Aziende Agricole Vitilia di San Floriano del Collio, Vie di Romans di Mariano del Friuli e Feresin di Fiumicello che hanno contribuito in vario modo alla preparazione del terreno.Accanto a loro fondamentale è stata anche l’opera dei richiedenti asilo inseriti nei progetti della Cooperativa Murice, che hanno allestito la casetta per gli attrezzi all’interno dell’area. Infine non vanno dimenticati i bambini dei centri estivi parrocchiali goriziani, che hanno realizzato degli spaventapasseri, regalati poi agli assegnatari dei vari lotti.All’interno del terreno, come illustrato da Simona Frigerio, curatrice dal punti di vista architettonico del progetto, trovano spazio – oltre alla citata casetta per il deposito delle attrezzature agricole – anche un’ulteriore casetta per l’incontro delle famiglie aderenti al programma, per scambiare momenti conviviali, e dei pergolati con uva americana, per creare degli spazi ombreggiati pensati soprattutto come un’area dove poter far giocare i bambini. Il terreno degli “Orti Solidali” si prospetta quindi davvero come un luogo non solo di lavoro, ma anche di ritrovo e conoscenza tra le persone che lo animano.A conclusione della presentazione, omaggiata anche dalla presenza di Bruno Pizzul, l’arcivescovo monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli ha commentato il progetto degli “Orti Solidali” come “un momento di grande crescita e soprattutto di speranza, dato i messaggi positivi che escono da questo programma, dimostrazione che il bene è contagioso, è intelligente – si dà sostegno a una famiglia, ma lasciando che sia essa stessa a gestirsi, con la guida di persone esperte – ed infine il bene è fraterno”.