“La mia vocazione generata dalle vostre preghiere”

“È bello per me essere qui oggi in questo luogo dove poter rimettere nel cuore sia la grazia del grande dono che il Signore mi ha fatto, ma anche rimettere nel cuore tanti volti, tanti luoghi, benedetti per la mia vita. E da subito voglio dire il mio grazie a voi perché nel tempo della mia formazione, e nel tempo che è trascorso da quando sono partito dal paese, ho sempre sentito presente e vicina la comunità di Cormons, ma soprattutto ho sentito il profumo della preghiera della comunità, quella preghiera che in qualche modo ha generato la mia vocazione”. Con questi brevi ma intensi pensieri fra’ Piero Russian ha voluto salutare la sua comunità di Cormons all’inizio della prima Messa, che ha celebrato nel Duomo di Sant’Adalberto dopo la sua ordinazione sacerdotale avvenuta il 25 giugno scorso nella basilica di Sant’Antonio a Padova. Certamente non è mancata in lui l’emozione di trovarsi nel Duomo, su quell’altare che per tanti ha servito come sagrestano prima che nascesse in lui la vocazione che l’ha portato a entrare nella comunità francescana dei Frati minori Conventuali per iniziare quel cammino di preparazione e di formazione che piano piano l’ha portato prima a emettere i voti religiosi e poi arrivare al sacerdozio. E c’era emozione anche nei tanti fedeli che hanno voluto essere presenti alla cerimonia.   Con fra’ Piero a concelebrare la Messa c’erano anche il parroco di Cormons monsignor Stefano Goina, padre Giuseppe, il confratello con il quale divide l’esperienza pastorale a Monselice, padre Alessandro rettore del seminario di Padova e don Maurizio Qualizza. Il rito eucaristico è stato accompagnato dai canti eseguiti dal coro dei giovani e dalla corale Sant’Adalberto, che al termine della Messa ha eseguito l’inno di Cormons.Al termine della Messa, nello spazio esterno del Duomo, c’è stato un momento di convivialità durante il quale molti cormonesi hanno voluto salutare fra’ Piero e augurargli ogni bene per la sua attività pastorale. Fra’ Piero continuerà a prestare il suo servizio nella comunità San  Francesco di Monselice, che da oltre quarant’anni è impegnata nel sostegno alle famiglie con problemi correlati all’uso di droga e di alcol, accompagnando ragazzi e ragazze, donne e uomini, che nel tempo hanno potuto riavere un’esistenza dignitosa e un futuro.