“Sonime un gloria bel, fa ti!”.

“Devi metterti in testa che l’organista sei tu, chi conosce la musica sacra sei tu, dunque mi fido. Non devi farti mettere i piedi in testa da chi non sa”. Quando si discuteva di eventuali programmi musicali di celebrazioni con don Renzo si finiva spesso a queste frasi, sintetizzabili con “Io celebro, tu accompagni”. Una modalità che mi ha spesso spiazzato ma anche, così come in altre realtà, dato lo slancio per ricercare, scegliere, approfondire. Credo fermamente che questa fosse una delle priorità per don Renzo, ovvero lo spingere l’interlocutore a porsi domande autonomamente o con una breve spinta. Lui la musica l’ha sempre apprezzata e posso parlare con sicurezza del, seppur breve, periodo di servizio liturgico durante il quale, tra le messe serali della domenica e i numerosi funerali, ho avuto la fortuna di poter collaborare con lui in questo ambito. Sempre da autodidatta e perenne appassionato, sia chiaro, ritrovandomi spesso con il collega Salvatore Ferrara a camminare e chiacchierare in tre verso il bar per un caffè mattutino “al volo, in zona San Lorenzo”, per essere sempre pronti a rispondere alle esigenze di qualcuno della parrocchia e non solo. Così si discuteva anche di musica liturgica e di celebrazioni. “Tutta la musica è sacra”, mi ripeteva, e io rispondevo alzando le braccia con uno dei classici versi da “bisiacat”: “Ehhh Renzo, dai!”. Ma aveva ragione, se pensiamo che la musica ha il pregio di essere fedele compagna di vita, per chi ha la fortuna e l’onore di conoscerla e apprezzarla, risana animi, rassicura cuori infranti, lenisce le ferite e glorifica i momenti di gioia. Tanti amici musicisti, sacerdoti e non, hanno espresso il loro saluto all’amico e padre spirituale don Renzo anche con la musica, dai momenti di preghiera a Vermegliano e San Lorenzo fino alle esequie. Mi piace pensare che, tra i beati, sia in ascolto di qualche musica celestiale, con quella frase che ho sentito varie volte prima delle celebrazioni: “Sonime un gloria bel, fa ti!”.