Dacci oggi il nostro pane quotidiano

Arriviamo ora ai Riti di Comunione. Essi prevedono tre sequenze rituali che conducono a ricevere il Corpo e il Sangue di Cristo: la preghiera del Signore, il rito della pace e la frazione del pane. Ciascuno di questi tre momenti contiene riferimenti alla misericordia.La preghiera del Padre nostro orienta e prepara alla Comunione eucaristica perché invoca il pane quotidiano, che la tradizione patristica interpreta anche in relazione al pane eucaristico, e la purificazione dai peccati. Il Padre nostro infatti fin dall’antichità è considerato una formula per la remissione dei peccati: «La lettura della Sacra Scrittura, la preghiera della liturgia delle Ore e del Padre nostro, ogni atto sincero di culto o di pietà ravviva in noi lo spirito di conversione e di penitenza e contribuisce al perdono dei nostri peccati» (CCC, 1437).Il rito della pace, preghiera e gesto, come già Tertulliano e Origene sottolineavano, richiama i fedeli allo spirito di riconciliazione e di fraternità, necessario per accostarsi alla Comunione eucaristica (cf. OGMR, 82). Benedetto XVI ci ricorda che «L’Eucaristia è per sua natura Sacramento della pace. Questa dimensione del Mistero eucaristico trova nella Celebrazione liturgica specifica espressione nel rito dello scambio della pace. Si tratta indubbiamente di un segno di grande valore (cfr Gv 14,27). Nel nostro tempo, così spaventosamente carico di conflitti, questo gesto acquista, anche dal punto di vista della sensibilità comune, un particolare rilievo in quanto la Chiesa avverte sempre più come compito proprio quello di implorare dal Signore il dono della pace e dell’unità per se stessa e per l’intera famiglia umana. La pace è certamente un anelito insopprimibile, presente nel cuore di ciascuno. La Chiesa si fa voce della domanda di pace e di riconciliazione che sale dall’animo di ogni persona di buona volontà, rivolgendola a Colui che “è la nostra pace” (Ef 2,14) e che può rappacificare popoli e persone, anche dove falliscono i tentativi umani. Da tutto ciò si comprende l’intensità con cui spesso il rito della pace è sentito nella Celebrazione liturgica» (Sacramentum caritatis, 49).Al rito della pace segue la frazione del pane: «Il gesto della frazione del pane […] significa che i molti fedeli, nella comunione dall’unico pane di vita, che è Cristo morto e risorto per la salvezza del mondo, costituiscono un solo corpo (1Cor 10,17)» (OGMR, 83). Proprio per questo è importante che i fedeli «come anche il sacerdote è tenuto a fare, ricevano il Corpo del Signore con ostie consacrate nella stessa Messa e, nei casi previsti, facciano la Comunione al calice, perché, anche per mezzo dei segni, la Comunione appaia meglio come partecipazione al sacrificio in atto» (OGMR, 85). Durante la frazione del pane si canta l’Agnus Dei: «con esso i fedeli si rivolgono direttamente a Cristo, considerato vittima che si è immolato per la salvezza di tutto il mondo. Perciò è evidente il riferimento al sacrificio della croce e più direttamente al sacrificio eucaristico, memoriale della morte del Signore. Cristo è pane vivo, che nell’Eucaristia si offre come pane spezzato» (RAFFA, 552).Questi due ultimi riti che precedono la Comunione eucaristica possono essere letti in relazione tra loro in ordine al rapporto tra la misericordia di Dio, l’Agnello immolato per la nostra salvezza e l’impegno a vivere reciprocamente la misericordia, la riconciliazione, la comunione fraterna.