Attenti ai cambiamenti dello stato sociale

Domenica 20 ottobre a Cormons si è tenuto il convegno degli Adulti di Azione Cattolica del Friuli Venezia Giulia. Il titolo era “Ripensare il sociale: ricomporre il tessuto sociale, riprogettare lo stato sociale”.La giornata è iniziata nella Sala Civica del Comune con i saluti delle autorità e l’intervento di Vincenzo Castelli, presentato dalla giornalista di “La Vita Cattolica” Anna Piuzzi. Il relatore è presidente dell’Associazione “On the road Onlus” e da anni collabora alla realizzazione di progetti a favore di gruppi marginali in America Latina e non solo. Il suo intervento ha sottolineato come anche in paesi con un forte disagio sociale, sia possibile recuperare le persone ai margini, grazie all’attenzione che ognuno di noi dovrebbe avere per gli ultimi, un’attenzione che negli ultimi anni sta venendo meno.Lo sforzo della comunità e dell’Azione Cattolica dovrebbe, quindi, calarsi nella progettualità concreta di piccoli interventi a favore dei disagiati, cercando sempre di suscitare l’attenzione degli organi politici preposti a questo, che forse a volte sono poco interessati a queste iniziative. L’intervento del relatore ha suscitato un coinvolgente dibattito, tra il pubblico che era molto numeroso.La mattinata si è conclusa con la Santa Messa, celebrata da Monsignor Paolo Nutarelli nel Santuario di Rosa Mistica.Dopo il pranzo in ricreatorio, i partecipanti, divisi in due gruppi, hanno visitato, accompagnati da don Paolo e da una guida la Raccolta di Arte Sacra, potendo così conoscere alcuni aspetti interessanti della storia di Cormons e ammirando dipinti e statue che non sono spesso esposte al pubblico e il Duomo di Sant’Adalberto, ricco di affreschi e statue che raccontano la storia di questo importante santo per la comunità locale.La giornata si è conclusa con una degustazione di vini del Collio, presso l’Enoteca.Barbara Spanedda

Cosa significa oggi, come laici impegnati a servizio della Chiesa e della società, dedicare la propria attenzione ai cambiamenti dello stato sociale, della rete sociale in cui siamo inseriti, di cui facciamo parte? Il professor Castelli ha accompagnato gli oltre cento partecipanti al convegno, attraverso un excursus intenso di esperienze, racconti, spunti di riflessione ed esortazioni volte a non accontentarsi mai solamente di parlare di certi argomenti, ma sempre e comunque di rendere concreto un impegno che come cattolici siamo chiamati a prendere.Un impegno che si rafforza quando l’adesione alla Chiesa passa attraverso un’appartenenza associativa che chiama alla corresponsabilità e ad una concreta trasformazione del Vangelo in esperienza di vita.Il relatore ci ha aiutati inizialmente a porre lo sguardo verso i gravi drammi dei nostri tempi, alle povertà che affliggono i popoli, ai paradossi di una società sempre più incapace di relazionarsi e comunicare sia nelle diversità sociali che generazionali, creando una “dissonanza cognitiva” in cui si racchiude un profondo disagio sociale.Senza nulla togliere all’attenzione verso gli emarginati, verso i quali è importante non improvvisare ma avere competenza, la società ha bisogno di costruirsi in maniera nuova e diversa dal passato. È necessario andare “oltre il muro “, raccogliere storie e memorie, leggere la geografia politica del proprio territorio, ma anche sentirsi cittadini del mondo, per essere incisivi a partire dal proprio vissuto quotidiano ma senza togliere lo sguardo da chi è più lontano. Oggi diventa importante, ribadisce il relatore, riscrivere le politiche relazionali dei cittadini e riscoprire le competenze di ognuno per creare una forma di cittadinanza condivisa e riportare le problematiche al centro dell’attenzione, dove queste hanno origine e non esportarle lontano pensando così di aver trovato una facile soluzione. Siamo stati invitati a riconoscere e riflettere sui processi di impoverimento culturale, sociale e relazionale, riflettere sul problema dell’abbandono, delle persone veramente sole, sul prendere atto del concetto di movimento, del perché le persone si muovono dai loro luoghi del cuore per una strada di dolore, solitudine e sofferenza. Questo ci permetterà di riscrivere un percorso di sostegno per le persone che vivono nelle periferie assistenziali condividendo assieme alla classe politica, il welfare locale e la solidarietà del terzo settore una profonda passione verso il prossimo fatta di vera carità e non di semplice impulso emozionale. È finito il tempo in cui potevamo permetterci di delegare alla politica, all’assistenza sociale il peso delle fragilità della nostra società, ora dobbiamo farcene carico da cittadini lavorando per la formazione etica e valoriale della classe politica, apportando nuove competenze necessarie per il sostegno di tutti, impegnandoci in prima persona per riscrivere totalmente lo stile di relazione tra cittadini.La presidenza diocesana

Si coglie l’occasione di questo spazio su Voce Isontina per esprimere un sincero e accorato ringraziamento alla parrocchia di Cormons, il coro e i volontari, l’Azione Cattolica parrocchiale e don Paolo Nutarelli, parroco e assistente unitario diocesano. Grazie a Barbara Spanedda. Grazie all’Amministrazione Comunale e al sindaco.