Il Vangelo rivelato ai piccoli

Il commento al Vangelo di domenica 9 luglio 2017

7 Luglio 2017

Mt 11. 25-30

In quel tempo Gesù disse: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita . Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”.

Nella conclusione del capitolo emerge il chiaro invito di Gesù a noi fedeli in quanto figli di Dio, oppressi in questi tempi da grandi affanni, ad abbandonarci al suo abbraccio per trovarvi finalmente pace e riposo. Solamente se accoglieremo l’amore di Dio con la disponibilità dei «piccoli», consapevoli della propria insufficienza e dei propri limiti, saremo capaci di professare la nostra fede attraverso un atteggiamento quotidiano di conversione, misericordia, amore, perdono, creando così i presupposti di dialogo e di accoglienza.Il riferimento ai «piccoli», tanto caro a Matteo, rivela un problema comunitario molto sentito, quello di rispettare il ritmo e le difficoltà delle persone fragili. Il biblista Rinaldo Fabris attualizza questa esigenza scrivendo: «Bisogna domandarsi se il modello di comportamento proposto a livello morale e a livello di fede tenga conto dei piccoli e dei fragili, i quali spesso abbandonano la comunità perché si sentono angosciati, colpevolizzati poiché non sono perfetti come i “bravi” fedeli frequentanti. Molti cristiani entrano in crisi. È un problema del tipo di pastorale e anche del modello morale, il quale certamente deve essere sempre alto, in quanto la verità deve essere proposta integralmente; però i rapporti comunitari non possono essere misurati sulla efficienza e sulla perfezione, che creano degli angosciati e dei colpevolizzati».

(da “una comunità in ascolto di Matteo” – a cura degli Insegnanti di religione cattolica della diocesi)