La scrittrice Paul Maria Lacroma

l mito asburgico non è morto con la fine dell’impero, anzi, sembra che proprio dopo la Grande Guerra il mito sia cresciuto ancor di più, forse per il fascino che proveniva da una monarchia abbattuta e diventata irreale come un paese delle favole. I motivi del successo sono stati molteplici: il fascino di Vienna e […]

14 Novembre 2023

l mito asburgico non è morto con la fine dell’impero, anzi, sembra che proprio dopo la Grande Guerra il mito sia cresciuto ancor di più, forse per il fascino che proveniva da una monarchia abbattuta e diventata irreale come un paese delle favole.
I motivi del successo sono stati molteplici: il fascino di Vienna e dei suoi valzer, le uniformi degli ussari, le pazzie degli arciduchi, l’evasione sentimentale, i temi allegorico-religiosi.
Il personaggio tipico di quest’epoca era il borghese dalla bonaria onestà, rispettoso dell’autorità e dell’ordine costituito, ritirato in un idillio casalingo che non prendeva parte alla politica, ma si appartava tra gli amici e i propri libri.
Alcune di queste caratteristiche troviamo anche nei numerosissimi racconti di Paul Maria Lacroma che era lo pseudonimo di Marie von Schmitzhausen.
Era la figlia del consigliere delle finanze Franz Viktor Schmitzhausen (1798 – 1854) e crebbe a Venezia, Esseg, Vienna, Pest, Praga, Pola.
Dopo la morte del padre, la madre dovette prendersi la responsabilità di far crescere i sette figli.
La figlia Maria era quella che le dava più preoccupazioni di tutti, perché era intelligente e con un talento nato per le lingue, ma era anche molto arrogante.
Quando la famiglia si trasferì a Gorizia, Maria frequentò l’Istituto delle Suore Scolastiche e più tardi conobbe l’avvocato Camillo von Egger, figlio dell’avvocato Franz von Egger, con cui si sposò.
Maria visse a Gorizia fino alla morte di lui. Dopo la sua morte nel 1911, si trasferì per qualche tempo anche a Mödling.
Pubblicò romanzi, racconti e schizzi, in parte su giornali e in parte in libri, che hanno anche ottenuto cifre di diffusione più elevate.
Molti di essi sono stati tradotti anche in italiano.
Anche se da piccola Maria parlava benissimo l’italiano, diventata adulta avrebbe scritto soprattutto in tedesco.
Dimostrò grande erudizione specialmente in alcuni romanzi storici, come “Deus vicit”, ambientato ad Aquileia al tempo dei romani e ispirato dai ritrovamenti archeologici nella fine dell’Ottocento.
Cominciò a pubblicare le sue prime novelle a partire dal 1880 in giornali e riviste.
Il successo arrivò con il suo primo romanzo, “Stürme” (Tempeste), apparso a Vienna nel 1883 e accolto con favore. Ne vennero sottolineate soprattutto la vivacità della fantasia, la passionalità del temperamento e l’abilità nello stile. Seguirono altri romanzi di successo.
Influirono sul suo talento letterario la madre, molto interessata alla letteratura e che avrebbe pubblicato alcune liriche, e Wilhelm von Marsano, che avrebbe incoraggiato la giovane Lacroma ad esibirsi in interpretazioni di ruoli nella filodrammatica del Concordia, il circolo esclusivo dei goriziani tedeschi.
Carolina Luzzato, la prima donna italiana direttrice di un giornale e impegnata in quegli anni nel Corriere di Gorizia, tradusse in italiano il romanzo “La Modella e Formosa”, scritto da Lacroma nel 1895.
Molte delle sue novelle apparvero in alcune riviste letterarie del tempo.