“Coassini”: la casa di tutti

Verranno avviati a breve i lavori che interesseranno il ricreatorio Coassini di Gradisca. La storica struttura sarà oggetto di un intervento che le permetterà di continuare ad assolvere nel modo più adeguato a quella missione che l’ha vista protagonista della vita ecclesiale e civile della cittadina. Ne abbiamo parlato con il parroco dell’UP Gradisca – Farra, don Gilberto Dudine.

Don Gilberto può presentarci i lavori che interesseranno a breve il ricreatorio Coassini di Gradisca?

L’Oratorio o Ricreatorio Coassini nasce a Gradisca d’Isonzo in Campiello del Pozzo, ora Campiello Emo, nel 1912 per donazione della Famiglia Coassini in memoria del Figlio, don Giovanni Battista, sacerdote, prematuramente morto a Roma.
Una lunga storia anche quella del palazzo, la cui costruzione risale al 1500. In esso si sono succedute varie famiglie, istituzioni, convento dei Frati, Ospedale da Campo durante la guerra, residenza dei Coassini e da ultimo e attualmente Oratorio cittadino.
Nel corso dei secoli l’edificio ha subito varie trasformazioni per gli usi a cui è stato deputato, l’ultimo rimaneggiamento operato dalla parrocchia risale al 2006/2008 con un parziale restauro e ristrutturazione.
Subito dopo il mio arrivo a Gradisca si sono posti in essere vari progetti di restauro dei beni parrocchiali, l’unico progetto ad essere stato quasi completato era la canonica, le chiese, tutte avevamo bisogno di restauro ed il Coassini aveva bisogno di essere completato per le esigenze della pastorale.
Piano piano assieme al grande lavoro del Consiglio per gli affari economici sono stati studiati piani di finanziamento Regionale e della CEI per portare avanti uno alla volta tali progetti.
Per quanto riguarda il Coassini, la parte centrale dell’edificio con le sue stanze era stata messa a posto nella precedente ristrutturazione, rimaneva però il grande problema della sala del cinema teatro. Una sala costruita “dentro il Palazzo” per quanto riguarda l’ingresso e la galleria e, a ridosso ed estensione, per la sala e il palco. Un’opera importate degli anni ’50 che però con il tempo ha fatto emergere forti criticità.
Nel cinema Coassini la parrocchia, e quindi la comunità tutta, ha vissuto momenti indimenticabili: il cinema, il teatro, le feste, la musica, la discoteca per i giovani, feste di carnevale, e di ogni tipo, organizzati da tutte le associazioni parrocchiali e cittadine. Personaggi indimenticabili con la sig.na Graziella storica bigliettaia del cine, o Renzo “Scossa” il tutto fare, rimarranno per sempre nella memoria di tutti i gradiscani.
Come dai più ricordato una pergamena fu inserita nelle fondamenta da don Cocco, il parroco, che affidava la sala teatro alla gioventù e alla comunità come luogo di incontro. Col passare del tempo però sono uscite le problematicità costruttive: il peso del Palazzo cinquecentesco con la galleria inserita con dei grossi manufatti in cemento armato per sorreggere i due piani soprastanti del palazzo da una parte e il palco scenico con la “buca” dell’orchestra, e gli spogliatoi o camerini interrati sotto il palco dall’altra, ha prodotto un cedimento strutturale della costruzione che al centro, nella platea, è un cubo vuoto. Le fondamenta poggiano sul magrone del vecchio letto dell’Isonzo che oggi scorre più alto della quota del cortile del Coassini. A questo si deve aggiungere che la copertura della sala teatro e del palco sono in lastre di cemento amianto tipo Eternit, come si usava in quegli anni. Vistose sono le “crepe” longitudinali che mettono in evidenza che la sala è spaccata a metà dai due pesi contrapposti (palazzo-palco).
I bei ricordi e le emozioni vissute all’interno del Teatro sono sempre vivi, bellissimi e incancellabili, altresì sono vent’anni che la sala è chiusa e inutilizzata e con pesanti problematicità. Certo dentro è stato buttato di tutto, peggio di una discarica e ci hanno pure girato il film “La rosa dell’Istria”, firmando però una liberatoria “a loro rischio e pericolo”.
È stata ipotizzata una ristrutturazione e rimessa a norma della sala già nel 2006, il progetto è però sempre stato accantonato perché troppo oneroso e impossibile da realizzare con le sole forze della parrocchia, in ogni caso era prevista la demolizione della sala e la ricostruzione di qualcosa di nuovo, più basso, più stretto, più contenuto, più moderno, più, più, più… perché mettere mano alla sala attuale è ingegneristicamente impossibile. Le problematiche del crollo e dell’amianto sono però rimaste.
Con il Consiglio per gli affari economici abbiamo parlato della questione ed è stato incaricato lo studio dell’Architetto Ferigutti di Gradisca e architetto Perin di Cormons che ne ha curato il restauro del 2006 di predisporre un progetto, in attesa di una finestra di finanziamento. Il progetto è molto ampio e prevede molte cose, non è detto che poi tutto verrà realizzato, è un progetto di massima e ad ampio respiro, al quale eventualmente seguiranno singoli progetti di dettaglio qualora finanziati e resi esecutivi.
Il progetto è stato vagliato dal Consiglio pastorale per gli Affari economici della parrocchia, dalla Curia con i suoi organismi interni, ha ricevuto un nulla Osta della Soprintendenza ai Beni Culturali, dalla Commissione antisismico/ingegneristica di Gorizia, è passato infine, ed è stato approvato dalla Giunta e dal Consiglio Comunale di Gradisca e dal relativo Ufficio Tecnico. Questo per dire che il progetto ha completato tutto l’iter burocratico previsto ed è stato da tutti questi uffici ed istituzioni approvato, per cui non è un capriccio del parroco, è un progetto ampiamente condiviso che ha avuto tre o quattro anni di gestazione.
È di Gradisca e per Gradisca.
La regione nel 2021 ha riaperto il bando per i luoghi di aggregazione giovanile comprese le parrocchie per gli immobili destinati a ricreatorio, differenziando i ricreatori con e senza fini di lucro. Ad esempio le case in montagna di diverse parrocchie sono comunque ricreatori, ma a fini ricettivi e di lucro, il nostro Coassini è catastalmente censito C4 “luoghi per le attività ludico ricreative e sportive senza fini di lucro”. La parrocchia ha fatto domanda e ottenuto un finanziamento di 178mila euro per un primo lotto che prevede la demolizione della sala teatro, la rimozione dell’amianto e poco altro; diremo per la pars destuens, si spera in un ulteriore finanziamento (o forse più di uno a seconda della consistenza dello stesso) per il completamento ovvero per la pars constuens. I tempi per la realizzazione del primo lotto e quelli di un eventuale secondo è evidente che al momento nessuno può definirli.

Quali attività della parrocchia (o in realtà ad essa collegate) sono attualmente ospitate al Coassini? Con quali numeri?

Il Coassini ospita tutte le realtà parrocchiali. Il catechismo distribuito in più giornate a seconda dei gruppi con annate di circa 40 bambini per il cammino della Confessione, altri 40 per la Comunione e circa una ventina per il percorso di Cresima.
A questo si aggiungono il gruppo Scout Gradisca 1° che conta 110 iscritti e l’Azione Cattolica con l’ACR che conta circa 45 iscritti. Le Acli, i Francescani, il Coro parrocchiale. Inoltre il Coassini offre collaborazione ad altri gruppi e istituzioni, innanzitutto il Comune con il quale si è sempre lavorato in sinergia, penso ai concerti nelle chiese o altre manifestazioni anche in Coassini, o altre associazioni qualora richiedano la collaborazione o il patrocinio della parrocchia; e durante l’anno ce ne sono diverse. Non ultimo le attività estive dei ragazzi come Centri estivi, o campi di specialità regionale degli Scout, ancora, durante l’anno ospitare riunioni e ritiri dei ragazzi Scout o di Azione Cattolica di gruppi diversi da quelli di Gradisca. Riunioni e incontri di vario genere richieste da più enti o associazioni. Il Coassini è sempre stato a disposizione di tutti.

I lavori porteranno alla chiusura del locale Il Baricentro. Non era proprio possibile trovare una soluzione diversa?

Il bar Acli oggi si chiama Baricentro. Andando all’origine, la parrocchia nel 1958 aveva gratuitamente messo a disposizione delle ACLI provinciali alcune stanze dell’oratorio e una parte di giardino per far nascere un Circolo Acli gradiscano, al fine, e questo era l’intendimento dell’epoca, che i giovani lavoratori cattolici potessero frequentare un luogo cattolico per il dopo lavoro, per stare insieme, bere un bicchiere, fare una partita a carte o una di bocce. Sappiamo come era il clima a quell’epoca, la Chiesa voleva “preservare” i giovani da luoghi in cui magari si era contrari alla Chiesa o alla Religione in un clima politico di contrapposizione. Un circolo cattolico.
Il bar ACLI a gestione diretta come circolo interno (con la tessera associativa) ha svolto la sua attività fino al 2004 con tanti personaggi che ne hanno fatto la storia. Nel 2004, per vari motivi, il Circolo non è più riuscito a gestire un bar interno perché nel frattempo il mondo era cambiato, e il volontariato anche in questo ambito, si era ridotto drasticamente. Da quel momento, il Circolo ACLI, sempre gratuitamente disponendo di quei medesimi locali e spazi (il cui contratto di comodato con la Parrocchia viene a scadenza nel 2024), ha dato in affitto non i muri, di cui non ne era proprietario, ma il ramo d’azienda con la licenza di mescita. Ciò, in questi vent’anni, ha creato non poche problematiche: è evidente che un’impresa commerciale ha esigenze e legittimi scopi lucrativi che non si attagliano sempre e comunque con quelle proprie di un Oratorio.
Non sono mancati infatti momenti di discussione per l’uso degli spazi esterni del cortile durante tutto l’anno e in particolare sulla priorità tra le esigenze dei fruitori dell’Oratorio e quelle del bar a parità di giornate o orari di utilizzo. La Parrocchia sosteneva che i gruppi e le attività parrocchiali hanno la priorità mentre i gestori del bar, sulla scorta del contratto di affitto d’azienda con il Circolo Acli, sostenevano il diritto ad esercitare la propria attività di impresa in libertà e senza condizionamenti.
Nel frattempo, anche la normativa del “Terzo Settore” ovvero per le associazioni senza fini di lucro è sostanzialmente cambiata dal 2016; si è trattato di una riforma progressivamente andata a regime, che credo tutti o la gran parte conoscono, almeno quelli che appartengono ad un’associazione.
La nuova normativa sul terzo settore prevede che associazioni come le Acli possano avere introiti da attività lucrative (come è un contratto di affitto d’azienda), limitati a certe ridotte percentuali rispetto al complesso degli introiti associativi. Nel caso specifico del contratto di affitto tra Circolo Acli / Baricentro, sebbene i canoni di affitto che le medesime Acli richiedono ai gestori, siano di assoluto favore (e molto lontane dai reali prezzi di mercato), non risulta soddisfino le proporzioni richieste dalla nuova normativa. Il contratto di affitto d’azienda Circolo Acli / Baricentro veniva comunque a scadenza nel maggio 2024.
È indiscutibile che i ragazzi gestori del Baricentro siano dei bravi imprenditori, abbiano lavorato bene e commercialmente abbiano attirato molte persone diventando un punto di riferimento per una numerosa clientela.
Riconosciuto questo perché corrispondente a verità, in ragione anche dei lavori di ristrutturazione dell’Oratorio di cui ho detto sopra, si è però valutato che, in accordo con il Consiglio degli Affari Economici, che ha espresso le proprie determinazioni all’unanimità, la Parrocchia dovesse rientrare nelle disponibilità di quei locali. Ciò al fine di poterne avere una gestione diretta e conforme alla destinazione dell’immobile dell’Oratorio Coassini nonché di poter garantire a tutte le associazioni e gruppi parrocchiali una fruizione piena e libera da condizionamenti che un’attività commerciale di bar necessariamente comporta.
In ogni caso, rebus sic stantibus, né le Acli né la Parrocchia, nella situazione giuridica attuale del Coassini possono continuare ad ospitare un bar commerciale. Una strada per mantenere un rapporto con i gestori del Baricentro, poteva essere quella di convertire la loro attività in bar di Circolo Acli o Circolo Noi (Nuovi Oratori Italiani) e quindi rivolto ai soli associati fruitori dell’Oratorio ma questa strada non ha purtroppo trovato l’interesse degli stessi gestori.
Sono convinto che gli attuali titolari del Baricentro, che hanno lavorato bene (sicuramente aiutati anche dal luogo e dal canone agevolato), facendosi conoscere e apprezzare da molte persone, riusciranno a trovare un luogo adatto al prosieguo della loro attività commerciale.
Questa non vuole essere una risposta da pacca sulla spalla e arrangiatevi, ma in questo momento la Parrocchia non può davvero garantire la fruibilità dei luoghi fino alla fine dei lavori; sulla futura scelta commerciale a cui adibire quei locali (con parziale cambio di destinazione d’uso del Coassini) non spetta solo a me deciderlo. È una decisione della Parrocchia con la Curia, con il Comune e con tutti gli Enti interessati e a ciò deputati. Oggi il Coassini ha diverse, oserei dire, molte attività dei gruppi parrocchiali, un domani, magari, se la realtà sarà diversa e il Coassini dovesse essere sottoutilizzato, la Parrocchia sarà libera di operare come meglio crederà.

Cosa si augura possa rappresentare il rinnovato Coassini per la comunità ecclesiale ma anche per quella civile di Gradisca?

Io spero che il Coassini possa rappresentare un punto di riferimento in Gradisca innanzitutto per la comunità ecclesiale ma anche per quella civile. Sembra una risposta scontata lo so. In ogni parrocchia l’Oratorio deve essere un preciso luogo di riferimento. La Fede la viviamo in Chiesa, in ricreatorio viviamo la pastorale, lo stare insieme alla luce della Fede.
La società civile ha altri luoghi in cui esercita l’incontro e la socializzazione: il Teatro e la Sala Bergamas raccolgono l’aspetto culturale, Casa Maccari l’ambito storico, artistico e di arte così come la Galleria Spazzapan, gli stadi e campi di calcio comunale l’aspetto delle partite e dei campionati di Torriana, Itala San Marco, Fortezza così come gli altri sport, il Basket la Pallavolo il Tennis e tanti altri con le rispettive squadre e luoghi in cui operano e svolgono le attività. Il Coassini è l’Oratorio Parrocchiale per le attività pastorali della Parrocchia, aperta a tutti, senza perdere di vista l’aspetto Chiesa Cattolica, aspetto che non è secondario. In una parola mi auguro un Coassini casa di tutti.

L’Oratorio è intitolato a don Giovanni Battista Coassini una figura cara a Gradisca ma sempre più lontana nel tempo. C’è qualcosa nella vita di questo giovane sacerdote morto prematuramente a Roma che lei ritiene possa rappresentare un elemento di riferimento nelle prossime attività dell’Oratorio a lui intitolato?

Don Coassini è una figura lontana nel tempo ed il Suo nome è legato proprio a questa realtà dell’Oratorio, dalla Sua Famiglia donato alla Parrocchia dopo la sua morte, proprio per le attività giovanili. Credo che don Coassini, che viveva al tempo di don Bosco, avrebbe desiderato un Oratorio alla don Bosco come è nella tradizione Salesiana a Torino e in Lombardia. La tradizione degli Oratori si è diffusa in tutta Italia e in tutto il mondo, credo sia nell’immaginario collettivo di tutti noi, un luogo dove bambini e ragazzi giocano spensierati, aiutati da formatori ed educatori che li accompagnino in una crescita sana, luogo di Carità e di Amore soprattutto per quelle situazioni famigliari più difficili, luogo in cui si sperimenti l’Amore di Dio.
Assolutamente non un luogo laico, anonimo, asettico, dove si tiene Gesù Cristo fuori dalla porta per il politically correct. Un luogo dove tutti sono accolti, tutti ma in nome di Dio e dall’Amore di Dio. Questo è, o dovrebbe essere, l’Oratorio di una parrocchia.