Via Crucis francescana transfrontaliera

Rabdomante. Una parola che continua a riecheggiare nelle nostre orecchie e nelle nostre menti.
Era la prima domenica di gennaio. Il nostro Vescovo, durante il tradizionale “Incontro davanti al Presepe” organizzato dai francescani secolari di Gorizia e Kapela (Nova Gorica), ispirò i fedeli con questo termine.
Rabdomante evoca nel contempo una “professione” e tempi remoti, sospensione tra riti ancestrali e un’aura di “magia”.
Rabdomante, ovvero chi per mezzo di un ausilio, generalmente una bacchetta di legno, è in grado di individuare, oltre a giacimenti di vario genere, vene di acqua specie in zone desertiche e in periodi di siccità.
Questa terza Via Crucis francescana transfrontaliera che vivremo domenica 17 marzo ha colto tale input perché si è sempre più pervasi dall’impressione che il bene della pace si stia prosciugando dalla faccia della terra per lasciare posto ad un deserto ardente di conflittualità. Raccogliamo l’invito di lenire la nostra ed altrui arsura con dell’acqua, acqua viva come quella che Gesù offrì all’ignara samaritana presso il pozzo.
In cammino assieme a tutti coloro che si sentono costruttori di pace, e quindi figli di Dio, vogliamo contemplare la salita di Gesù al Golgota e la conseguente discesa della salvezza per l’umanità. Partiremo dalla Chiesa dei Cappuccini alle ore 15 e raggiungeremo il santuario della Castagnevizza salendo dalla storica e rinnovata via della Cappella.
Mediteremo passo dopo passo, stazione dopo stazione, su quanto scritto da bambini e ragazzi della martoriata Terra Santa. Per accompagnare Gesù, portando anche noi la nostra croce, sicuramente ed incommensurabilmente meno gravosa della sua.
Ci faremo samaritani gli uni verso gli altri perché la croce portata con l’aiuto di un altro è più sopportabile.
Vincendo la forza di gravità arriveremo al Santuario della Castagnevizza e da lassu’ abbracceremo con lo sguardo Gorizia e Nova Gorica, Italia e Slovenia, Occidente e Oriente. Avremo sotteso un piccolo ponte che congiunge due rive, anelando di percorrere il ponte che Gesù ha edificato con il suo sangue da questa terra al Cielo.

Paolo Tavano