“I treni per i lager” di Patat tradotto in sloveno

Mercoledì 31 gennaio alle 17.30, presso il Kulturni dom di Gorizia si svolgerà, nell’ambito della “Giornata della memoria”, la “prima” presentazione in lingua slovena del libro “I treni per i lager – Deportazione dal carcere di Gorizia – 1943 – 1945” dello storico Luciano Patat di Cormons, edito dall’Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione di Udine.
La traduzione slovena, dal titolo “Vlaki za koncentracijska taborišča – Deportacije iz goriškega zapora (1943-1945)”, è stata promossa dal Kulturni dom di Gorizia in collaborazione con l’IFSML e la cooperativa culturale Maja di Gorizia ed affidata al pubblicista Igor Tuta di Trieste e Pia Lesnik di Lubiana. Con i traduttori hanno attivamente collaborato i giornalisti goriziani Marko Marinčič e Andrea Bellavite, il grafico Silvan Bevcar, Ivan Bratina, Annalisa Petri e Igor Komel. La stampa del libro è stata affidata alla tipografia Budin di Gorizia.
Alla presentazione, che si terrà nella sala ridotto del Kulturni, interverranno, oltre all’autore e il presidente dell’Istituto friulano per la Storia del movimento di liberazione di Udine, Giovanni Ortis, i traduttori del libro, mentre l’introduzione verrà affidata al presidente del Kulturni dom di Gorizia, Igor Komel.
La traduzione in sloveno del libro “I treni per i lager”, oltre a essere interessante e importante, suscita pensieri di profonda umanità.
Il lavoro certosino di Patat ha consentito di ricostruire molti aspetti della deportazione nei campi di concentramento e di sterminio, fascisti e nazisti, di coloro che sono passati per il carcere di via Barzellini a Gorizia. La maggior parte di essi sono sloveni, tanti sono ebrei, quasi l’intera comunità locale, ma ci sono anche italiani antifascisti e appartenenti ad altre nazionalità.
Il lavoro si è dimostrato molto complesso e difficile, soprattutto per ciò che concerne l’ampio elenco di oltre 3000 nomi che costituisce l’appendice al testo. Il “problema” è che tutti gli internati sono stati registrati con il nome, il cognome e il paese di provenienza rigorosamente scritti in lingua italiana. Non si può onorare chi ha vissuto queste tragedie senza restituire almeno l’identità conferita con la nascita e il toponimo corretto del luogo dove si è cresciuti.
Ingresso libero. Per informazioni: Kulturni dom di Gorizia – tel. 0481 33288; email info@kulturnidom.it