Gioirono nel vedere la Stella

Per vedere le stelle dobbiamo aspettare il buio della notte. Tutti sanno che durante il giorno è impossibile vedere le stelle… eppure esse ci sono comunque ma il sole, con la sua luce accecante, non ci permette di vederle. L’Evangelista Matteo ci ricorda che alcuni magi da oriente si sono recati in Giudea perché hanno visto spuntare una stella. Quindi, nel buio della notte, hanno deciso di mettersi in viaggio.
Arrivati dove era posto Gesù Bambino provarono una gioia grandissima al vedere la stella. Arrivarono dunque dove dimorava la Sacra Famiglia quando era buio.
Anche in mezzo a noi è scesa la notte.
Lo vediamo nelle guerre che stanno mietendo tante vittime anche tra le persone più indifese, non solo in Terra Santa e in Ucraina: stiamo vivendo una terza guerra mondiale a pezzi, come ci ricorda spesso Papa Francesco.
Sempre Francesco, nel suo Magistero, ci continua a ricordare che stiamo vivendo un cambiamento d’epoca, non un’epoca di cambiamento. Un tempo dove si riscontra, sia a livello mondiale che locale, un incremento dell’ingiustizia e della povertà in tutte le sue forme.
Soltanto nel buio della notte i nostri fratelli e le nostre sorelle migranti che arrivano dalla rotta balcanica gioiscono nell’incontrare tante stelle che brillano: sono i volontari che a Gorizia e a Gradisca d’Isonzo si mettono a disposizione per accoglierli, offrendo loro un posto dove dormire e qualcosa da mangiare.
Nel buio della notte della solitudine, della povertà e della disoccupazione tante famiglie incontrano il volto accogliente dei volontari che si impegnano nella rete dei Centri di Ascolto della Caritas presenti tra le comunità della nostra Arcidiocesi. Sono anche loro stelle che brillano e infondono speranza, grazie al loro servizio silenzioso e quotidiano, a quanti bussano alla loro porta.
Altre donne e altri uomini hanno deciso di illuminare la speranza offrendo ai più poveri la possibilità di potersi alimentare dignitosamente nelle mense per i poveri e negli Empori della Solidarietà, altri nel buio della casa circondariali o delle case di cura, ci sono poi uomini e donne che vogliono essere guida ai tanti bambini e ragazzi che fanno difficoltà a studiare, impegnandosi nei diversi dopo scuola presenti nella nostra Diocesi.

Questi sono solo alcuni esempi dove tante persone che hanno scelto, nel silenzio, di mettersi a servizio di altre sorelle e di altri fratelli: hanno deciso di diventare per loro astri che brillano nella loro notte.
Quali sono i desideri che hanno spinto i Magi a mettersi in viaggio? A questi sapienti d’oriente con un cuore colmo di desideri è spuntata una stella che li ha messi in cammino. Il termine desiderio significa letteralmente “avvertire la mancanza di stelle”.
Quali sono i desideri e le speranze di tanti giovani che dai Paesi della vicina Asia si mettono in cammino per arrivare da noi?
Quali sono i sogni, le sofferenze e i progetti di numerose famiglie che bussano ai Centri di Ascolto della Caritas, agli Empori della Solidarietà o ad altri luoghi di ascolto e accoglienza?
Quali desideri sono nascosti nel cuore dei ragazzi che fanno difficoltà a scuola, degli uomini e donne in carcere o ricoverati in qualche struttura?
Quali sono però anche i desideri che albergano nel cuore dei diversi volontari che hanno deciso di “sporcarsi le mani” e di essere stelle che brillano per altri fratelli e altre sorelle?
Sicuramente il desiderio di felicità che alberga in ogni uomo e in ogni donna.
Loro hanno capito che, per essere veramente felici, bisogna mettersi a servizio degli altri.
Questo è proprio l’annuncio di Gesù che ci ha detto “c’è più gioia nel dare che nel ricevere” (At 20,35) e “Vi do un comandamento nuovo: come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13,34)
Vi auguro un buon tempo di Avvento da riempire con tutti i desideri di bene che albergano nel vostro cuore, ma anche di propositi e di impegni nel donarsi e “sporcarsi le mani”, per diventare stelle che brillano imitando Gesù, quella Stella che è spuntata e ha messo in viaggio i magi, uomini sapienti e assetati di felicità.
Adalberto Chimera, vicedirettore Caritas diocesana di Gorizia