Una rinnovata dinamica di partecipazione e collaborazione

Nel corso degli ultimi sei anni il nostro Istituto Superiore di Scienze Religiose di Trieste, collegato alla Facoltà Teologica del Triveneto, con sede a Padova, ha intrapreso un arduo lavoro di ridimensionamento, come richiesto dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica (Sede Apostolica) e dalla Conferenza Episcopale Italiana.In tutto questo periodo il nostro ISSR di Trieste ha mantenuto un numero adeguato di studenti, con una dozzina di nuovi iscritti ogni anno, per un totale complessivo di una sessantina d’iscritti ordinari e uditori, che sono le categorie in cui essi si distinguono in relazione al tipo di percorso che abbiano scelto per i propri studi. I docenti sono stati una trentina, per metà chierici (sacerdoti) e il resto laici, in maggioranza impegnati anche in attività pastorali a livello parrocchiale e diocesano.Inoltre, l’Istituto ha esercitato una notevole incidenza nell’ambito accademico e culturale di Trieste, in particolare con conferenze e seminari su argomenti filosofici e teologici, con speciale attenzione al rapporto tra scienza e Fede.Questi pochi dati possono già far capire quanto gli ISSR, in generale, abbiano contribuito in Italia alla formazione di intere generazioni di agenti diocesani di pastorale e, soprattutto, di insegnanti di religione cattolica nelle scuole, pubbliche e private, e quanto abbiano contribuito al dialogo culturale.Tuttavia, i molteplici cambiamenti che si sono verificati nel sistema educativo italiano ed europeo hanno suggerito l’opportunità di rivisitare la mappa degli ISSR in tutta Italia, con l’intenzione di assicurare quest’offerta formativa.Così si decise di ridurre il numero degli istituti eretti in precedenza, tendendo verso la creazione degli Istituti “inter-diocesani”, ossia che prevedono il coinvolgimento di più diocesi.I tre vescovi della nostra regione ecclesiastica hanno così deciso di chiedere l’erezione di un istituto inter-diocesano, con sede a Udine, che si prefigge di prestare i propri servizi formativi alle diocesi di Udine, Gorizia e Trieste.Un certo sconforto ha pervaso i nostri ambienti educativi, pensando in particolare alle distanze da percorrere e ai cambiamenti che questa scelta avrebbe portato come conseguenza nell’articolazione formativa delle nostre Chiese particolari.Tuttavia, in prospettiva la decisione di unire gli sforzi intorno alle attività dell’ISSR inter-diocesano aiuterà sicuramente a delineare una rinnovata dinamica di partecipazione e di collaborazione.Come era già accaduto con la decisione dei vescovi italiani in riferimento all’organizzazione dei Tribunali ecclesiastici, la preferenza per le formulazioni inter-diocesane mira a una migliore condivisione delle risorse umane ed economiche sulla base del principio della comunione tra le Chiese particolari coinvolte.Probabilmente oggi ad alcuni questo sistema di organizzazione ecclesiale creerà qualche disagio, ma certamente alla fine dovrebbe far emergere tutta la potenzialità della condivisione del lavoro da parte di comunità ecclesiali che testimoniano l’impegno della vita cristiana in uno stesso territorio.

*Direttore dell’ISSR di Trieste