La novità che l’artista non sente è destinata ad evaporare

Ecco come lo descrive il critico e amico Umberto Miniussi. Classe 1934, ronchese di nascita e di studio e bottega d’arte, professionista nell’arte figurativa; uomo di amicizie e di partecipazione comunitaria; artista eclettico, suonatore di batteria e basso e di altri strumenti a corde, violino e mandolino. In giovane età si è esibito in loco e all’estero con valenti suonatori e gruppi locali capitanati da Gardo, violino, Iuculano, fisarmonica; Malaroda, cornetta.Dopo le scuole d’obbligo, vive due momenti che lo hanno indirizzato all’arte figurativa: la predisposizione, sin da scolaro ebbe modo di presentarsi al maestro con disegni ben costruiti per forme e spazi; e l’incontro, alla Scuola d’Arte di Abazia, con il Maestro Giovanni Butkovich, dal quale ha potuto apprendere l’arte dell’affresco e della grafica.Tornato con la famiglia in Italia, considerata la vista la sua predisposizione naturale, ebbe modo di frequentare l’Accademia d’Arte di Venezia, di seguire i corsi di Virgilio Guidi diventando uno degli allievi favoriti del grande maestro. L’incontro a Venezia e la maestria di Guidi, mettono Moreu nella condizione di conoscere i migliori vedutisti Veneti, soprattutto Francesco Guardi e Bernardo Bellotto.La poetica artistica di Renzo Moreu si ispira ai temi classi della pittura veneziana e locali, come il “Carso di inizio novembre” quando il sommacco esprime il massimo del colore vermiglio e il Collio con il lavoro nei campi, le vigne e i casolari sui colli. Un impegno che lo caratterizzato per tutta la vita Inoltre, nel 1993, ha dipinto la volta interna della chiesa di Rozina in Slovenia, (mt. 20 x12) e due interessanti pale che rappresentano la moltiplicazione dei pani e dei pesci; nella parrocchiale di S. Stefano a Vermegliano (Ronchi) ha raffigurato la Via Crucis, quattordici stazioni che lo hanno impegnato in una esigente ricerca. Infine, Opacchiasella (Slo), ha ideato e progettato il monumento alla resistenza partigiana. Ha partecipato a concorsi e progetti diversi nel corso della lunga attività, come ad esempio il concorso promosso dal Vaticano in occasione dell’Anno santo 2000, al quale ha partecipato con grande successo di critica e di consensi.Ultimo interessante lavoro lo ha eseguito a Ronchi, affrescando una parete interna alla Palestra “Armando Filiput” raffigurando l’atleta in gara. La arte pittorica e la cartellonistica sono visibili in numerose e significative manifestazioni pubbliche, sportive e sociali. Nel suo eclettismo  Moreu si è cimentato anche su terrecotte e ceramiche.Re Moreu, come amava firmarsi, non ha mai rincorso mode così care a certa arte pittorica, mantenendo da oltre cinquanta anni, pur nella continua ricerca, il proprio stile e approccio; solo all’inizio della professione dovette sottostare alle richieste che il mercato gli ha cercato di imporre, in seguito ha resistito a tali richieste, concentrando i suoi lavori verso nuovi percorsi pittorici. Renzo Moreu era consapevole che, nel tempo, qualsiasi novità che non sia profondamente sentita nell’animo dell’artista, è destinata ad evaporare. Ha preferito restare realista ed impressionista come ha iniziato nelle botteghe d’arte triestine con Mascherini e Rosignano, esibendo le sue prime opere proprio alla vernice tenuta a Trieste.Renzo Moreu ha all’attivo 150 mostre personali; è stato presente in vari centri della regione e del vicino Veneto. Particolarmente qualificata artisticamente, l’ultima tenuta a Gorizia in piazza S. Antonio nel dicembre 2013. Collezioni dell’artista ronchese sono presenti a New York, a Mosca, e vari centri dell’Austria, della Svizzera e della Slovenia. Nel corso della lunga vita artistica è stato insignito con diversi attestati e riconoscimenti: nel 2012, per il contributo dato all’arte, è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica.La liturgia di commiato ha avuto luogo nella chiesa parrocchiale di S.Lorenzo, dove il celebrante ha ricordato davanti a familiari amici ed estimatori, le sue benemerenze e l’onore reso attraverso l’arte pittorica a Ronchi. La ricerca bellezza, ha concluso, non solo costituisce un modo straordinario di stare al mondo ma anche la dimensione che lo rende migliore per tutti.