L’Isonzo

Edito della Libreria editrice goriziana per i tipi della Sartor di Pordenone, è uscito nelle scorse settimane “L’Isonzo”, volume curato nei testi da Andrea Bellavite e nelle foto da Massimo Crivellari.Il lettore che ne sfogli le pagine sovrappensiero si illude, magari, di trovarsi dinanzi ad una delle tante guide che possono accompagnarlo alla scoperta di questo angolo d’Europa. Ma poi, riga dopo riga, immagine dopo immagine, si accorge che non è così: che dinanzi a sè non ha un libro “facile” da sfogliare ma un evento “difficile” da vivere.Non è lui a decidere dove andare ma il fiume a scegliere, quasi ad imporre, l’itinerario.È l’Isonzo a prenderlo per mano, a trascinarlo dalle cime dei monti dove le sue acque vedono la luce del sole, a quella pianura in cui perde, apparentemente, la propria identità per donare la propria esistenza a quel Mare Adriatico che ne porterà traccia in tutto il bacino del Mediterraneo ed oltre. Le pietre che bagna, i paesi che attraversa, i ponti sotto cui si insinua sono parte di una Storia che è unica perchè unica è la Storia degli uomini che ad esso fanno o hanno fatto riferimento.E così testi e foto presentano paesaggi e luoghi che lacerano l’apparente silenzio della carta per far risuonare una voce: quella dei poeti che hanno cantato e cantato i colori ed i suoni del fiume ma anche quella delle sofferenze di quanti hanno conosciuto in queste terre la violenza ed il dolore delle guerre, dei confini a loro imposti dalla cieca ideologia di altri uomini. Lo scorrere di quelle verdi acque ha raccolto nel corso dei millenni quelle voci e le restituisce ancora a chi sa e vuole ascoltarle. Avviene così da sempre nella quotidianità di uomini e donne che hanno saputo farsi ponti per unire rive, consci del fatto che solo l’incontro fra elementi apparentemente diversi e distanti può gettare le basi per un futuro diverso.Bellavite e Crivelleri sanno di non essere loro i protagonisti di quelle pagine.Che il loro merito non è di avere scattato pur splendide immagini o scritto testi oltremodo avvincenti magari su luoghi e storie a molti sconosciuti ma di avere saputo ascoltare quello che il fiume aveva loro da raccontare, trovando la strada giusta per trasmetterlo al cuore del lettore. Permettendogli, in questo modo, di allungare la mano verso le pagine, sorprendendosi di non ritirarla bagnata dopo avere sfiorato la spuma impetuosa fra le rocce della Val Trenta mentre nelle orecchie gli pare di sentire risuonare la voce di Julius Kugy o quella di Celso Macor. La loro – ed è questo che rende ancora più avvincente il volume – è prima di tutto una dichiarazione d’amore a quel fiume che ha segnato indissolubilmente la loro vita ma di cui non si può essere gelosi.Altri, fra un giorno, fra un giorno, fra un secolo, scriveranno ancora dell’Isonzo, raccontandone e descrivendone i luoghi e le Storie: perchè l’Isonzo parla a ciascuno con una voce sempre diversa ma ugualmente affascinante.

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Andrea Bellavite – Massimo Crivellari, “L’Isonzo”, ed. LEG , pp. 264, euro 28