La parità non paga in termini solidali
Un un litigio, quanto conta il supporto morale di chi osserva i due contendenti? Moltissimo, fino ad incoraggiarne l’azione o suggerire la resa. È una vecchia consapevolezza ben rispolverata nel contenzioso che anima i media nazionali sul caso Ministro Sangiuliano-Boccia lì dove la consulente ha giustificato le proprie nascoste registrazioni (video furtivi di molti incontri […]
11 Settembre 2024
Un un litigio, quanto conta il supporto morale di chi osserva i due contendenti?
Moltissimo, fino ad incoraggiarne l’azione o suggerire la resa.
È una vecchia consapevolezza ben rispolverata nel contenzioso che anima i media nazionali sul caso Ministro Sangiuliano-Boccia lì dove la consulente ha giustificato le proprie nascoste registrazioni (video furtivi di molti incontri fra i due) perché “come donna non sarei stata creduta mentre lui è un uomo di potere”.
Una contrapposizione uomo-donna vera ed atavica che però vorrebbe far leva su un elemento empatico assente: la solidarietà femminile.
Una sorta di riscatto della debolezza delle donne fatto a colpi di vendette che mal restituiscono l’immagine di una femminile fragilità, quanto piuttosto il sapore di una donna forte che, certa di aver trovato la strada per il suo obiettivo di lavoro, ha fatto qualunque cosa per raggiungerlo (anche video non autorizzati che le assicurassero un certo salvagente in acque agitate).
L’esperienza porta a indicare che quando si approda sulla spiaggia della parità significa che tutte le altre sono andate vane. Non si è mai visto nessuno essere accusato (letalmente) di disparità e né donne essere aiutate perché piccole fiammiferaie.
La parità (purtroppo) è una moneta che oggettivamente non paga in termini solidali (e né politici), tutt’al più giuridici e statistici quale termometro sociale. E con questo non si vuole dare un giudizio ad una faccenda che evidentemente, scorrendo negli anfratti personali, si è sporcata di tanti episodi e situazioni, ma si vuole togliere ad un minestrone sovraccarico di sapori gli ingredienti superflui che certo non aiutano a dipanare la matassa.
A ben vedere, poi, i video non mostrano situazioni di sopraffazione maschile ma testimoniano la presenza e l’ambizione di questa consulente che già credeva, o le è stato fatto credere, di aver acciuffato a soli 40 anni un obiettivo di enorme prestigio e riscatto sociale.
Peccato che il Ministro abbia cambiato idea cosa che tra l’altro rientrava nei suoi poteri. È forse cosa inedita che una promozione, un aumento, un desiderata sfumi?
Il mondo del lavoro è pieno di inciampi ma anche di scorciatoie.
Che la parità (cosa seria e da ponderare codice alla mano a tutela di donne profondamente vessate) non sia disturbata per aprire un varco di facile accesso funzionale ad un interesse carrieristico.
Anche perché, lo si ripete, quella strada, tra femministe auto referenziate e donne ancora intrappolate in un’educazione medievale, non esiste.
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