Tradizioni e radici regalano emozioni e sensazioni

Un libro in cui poesie e racconti diventano una testimonianza di valori legati al recupero delle tradizioni e delle radici, regalando nello stesso tempo nuove emozioni e sensazioni. È “Claps dal Lusinç – Sassi dell’Isonzo”, ultima fatica editoriale di Egle Taverna, presentata nella sala Faidutti di via Visini a Lucinico, in quello che è stato il primo evento culturale promosso dalla Cassa rurale Fvg. A introdurre l’incontro è stato Tiziano Portelli, presidente della Cassa rurale Fvg, affiancato da Luigi Geromet, già presidente dell’Istituto Achille Tellini. Mentre l’autrice stessa e Bruno Tofful hanno letto degli stralci, del libro ha parlato Gabriele Zanello, studioso tra le altre cose delle esperienze di traduzione in friulano elaborate lungo i secoli fino all’età contemporanea.Egle Taverna nelle sue composizioni propone una serie di immagini della memoria capaci di rievocare momenti fondamentali della vita, rimarcando così lo stretto legame tra passato e presente: le voci delle persone care, i colori e gli odori, il paesaggio, la bellezza della natura nell’evolvere delle stagioni, la prima aria di primavera, i colori dell’estate. La scelta di scrivere in friulano è spiegata dalla stessa autrice nella prefazione al libro: “Poesia in marilenghe è poesia sincera, genuina, mai ermetica, che tende all’intimo, alla verità che giace al fondo, una verità che possa valere non solo per se stessi, ma anche per gli altri, quando attraverso metafore va a cercare quei nodi di luce che sono speranza, luce per tutti. Insomma con la marilenghe è stato un approccio diretto, ho riscoperto anche se tardi il piacere di scrivere nella lingua materna, con un linguaggio semplice, nel concretizzarsi di ” un tempo ritrovato” in cui l’esperienza di vita vissuta diventa sedimento di “saggezza ” e riflessioni, nostalgie, dolori ed emozioni e soprattutto gli ideali di un’esistenza salgono in superficie e, attraverso il sentimento e la sensibilità, diventano parola scritta”.Concetti ribaditi nella serata a Lucinico da Zanello: “Per Egle Taverna, così come per altri scrittori friulani di questi ultimi decenni e della nostra contemporaneità, scrivere poesia, e scriverla in friulano, ha origine da una spinta interiore di carattere etico, dalla constatazione di trovarsi sul crinale tra due tempi e tra due mondi, e dalla conseguente assunzione di una duplice responsabilità: una testimonianza di fronte alle generazioni passate e di fronte a quelle future”. E a proposito del titolo dell’opera, ha aggiunto: “Con “Claps dal Lusinç”, titolo che fa riferimento a due delle poesie contenute nel testo, Egle Taverna allinea la propria voce letterarie a quelle che, anche nel nome dell’Isonzo, fanno ormai parte integrante di questa terra polifonica. Riferirsi all’Isonzo nel titolo di una raccolta poetica come questa esprime la volontà di creare un collegamento tra l’esperienza personale e quella collettiva, con l’Isonzo come memoria, come inconscio collettivo”.