Sinodo: continua il nostro “camminare insieme”

Siamo ormai alle “battute finali” anche di questo Anno Pastorale 2022-2023. Un momento in cui siamo chiamati anche a voltarci e a osservare ciò che è stato fatto fino ad ora.All’interno di questo cammino anche la Chiesa isontina sta affrontando quello parallelo che la condurrà al Sinodo del 2025, un percorso iniziato ormai due anni fa e che continuerà con la “tappa” successiva che, dopo l’ascolto, prevede una “fase Sapienziale”. Assieme a don Giulio Boldrin, referente dell’équipe sinodale diocesana, abbiamo ripercorso i vari momenti che hanno caratterizzato quest’anno di cammino, iniziando già a lanciare lo sguardo verso i prossimi impegni che la Chiesa – goriziana e universale – è chiamata a compiere.

Don Giulio, siamo alla chiusura dell’Anno pastorale, che rappresenta un momento anche per guardare indietro e osservare i passi compiuti fino a qui.A che punto si trova il cammino sinodale? Ha affrontato qualche imprevisto?La Lettera Pastorale “A Betania” che quest’anno l’Arcivescovo Carlo ha consegnato alla Diocesi di Gorizia ci ha aiutato a vivere il secondo anno del Cammino Sinodale della Chiesa universale e della Chiesa Italiana.Continua quel nostro “camminare insieme”, che i credenti sono chiamati a vivere con tutte le donne e gli uomini di buona volontà nella condivisione di quei sentimenti di fraternità e di speranza che è un segno bello di una Chiesa che cammina con tutti alla sequela del Signore Gesù.Nella Lettera Pastorale, partendo dalla sintesi elaborata alla fine dello scorso anno, si sono proposti dei percorsi di ascolto per dare corpo a quei “cantieri di Betania” che le indicazioni nazionali suggerivano come piste per quest’anno – il cantiere della strada e del villaggio, il cantiere dell’ospitalità e della casa, il cantiere delle diaconie e della formazione spirituale – e poi il quarto cantiere diocesano sulla “Iniziazione cristiana”. È stato un cammino articolato e vissuto a diversi livelli, con un coinvolgimento diffuso ma differenziato come proposto anche dalle indicazioni nazionali. Se il cantiere delle diaconie e formazione è stato “assegnato” al Consiglio Pastorale diocesano, in particolare con l’obiettivo di formulare delle indicazioni per il rinnovo degli organi di partecipazione pastorale e per una riflessione sui Ministeri, gli altri tre cantieri sono stati sviluppati a livello parrocchiale, decanale e diocesano.L’attività pastorale ci ha visti coinvolti non solo nello sviluppo delle occasioni di ascolto programmate, ma ci consegna ogni occasione di ascolto per essere vissuta “con fantasia e creatività”.In questo secondo anno si è vista qualche difficoltà in più, rispetto allo scorso anno, nell’attivazione dei circuiti di ascolto. Questo in parte è dipeso dal fatto che le indicazioni non erano sempre proprio chiare e alcuni hanno percepito questi “cantieri” come una ripetizione di incontri già vissuti lo scorso anno.

Come stanno rispondendo le comunità coinvolte nel cammino? Ci sono alcune esperienze significative da condividere?La preghiera, personale e comunitaria, sostiene questo cammino trasformando il cuore di ciascuno e creando le condizioni affinché l’ascolto porti frutti spirituali.Per questo voglio ringraziare le sorelle clarisse del Monastero Totus Tuus di Gorizia, che silenziosamente e costantemente si impegnano portare nella loro preghiera questo cammino.La stessa preghiera del Sinodo, Adsumus, è diventata in questi mesi una preghiera che accompagna tanti momenti liturgici in varie parrocchie e in diversi momenti liturgici, nonché di tante riunioni pastorali.Anche il metodo della “conversazione spirituale” è stato apprezzato come uno strumento utile per vivere i momenti di incontro ecclesiale che ormai non possono mai iniziare senza la lettura della Parola di Dio e la condivisione di una risonanza.L’incontro mensile “sinodale” degli Uffici di Curia e le riunioni dei Parroci responsabili di UP sono diventati strumenti di condivisione pastorale di cui abbiamo apprezzato le funzioni e che sono entrati nella prassi pastorale ordinaria di una Chiesa che cammina insieme.Il cammino sinodale ci propone proprio questo convergere verso la comunione e l’unità dell’amore che è il disegno di Dio sul mondo e l’oggetto della missione di tutta la Chiesa. Il discernimento curato dall’équipe sinodale diocesana sul Documento di lavoro per la Tappa Continentale nello scorso mese di gennaio, ha contribuito a renderci consapevoli che stando nella Chiesa si abita la fraternità fra tutte le Chiese, fondata sull’unica pietra angolare che è Cristo.La ricchezza di alcune esperienze di ascolto diventa un frutto spirituale che fa crescere tutta la comunità ecclesiale. Nello specifico in particolare ricordo la consultazione dei genitori dei bambini e dei ragazzi della catechesi attuata in tante parrocchie della diocesi, grazie alle schede che sono state elaborate dall’Ufficio catechistico e dalla Pastorale familiare, che offriranno degli spunti utili per l’elaborazione di alcune linee guida diocesane in tema di Iniziazione cristiana.Ci sono state alcune esperienze molto significative fra quelle vissute in questi mesi a proposito del cantiere della strada e del villaggio, che in particolare coinvolge il vasto mondo dell’impegno civile, sociale e politico. Momenti di consultazione per promuovere il confronto e la crescita reciproca come quelli promossi dal Centro Missionario con la Caritas diocesana e le organizzazioni “laiche” che si occupano di cooperazione internazionale con i paesi in via di sviluppo a livello provinciale; gli incontri coordinati dalla Pastorale Sociale dell’Arcivescovo con i Sindaci e gli amministratori locali delle diverse zone della diocesi; la consultazione del mondo “delle divise” promossa dalla UP Monfalconese.La consultazione degli Insegnanti di Religione cattolica. Esperienze significative, che sostengono il cammino di una Chiesa che si apre al mondo e al territorio per testimoniare il Vangelo.Alcune di queste esperienze sono state inoltre messe in condivisione come “buone pratiche” grazie al Sito Internet nazionale del Cammino sinodale della Chiesa italiana.

La fase di ascolto ora dovrebbe concludersi. Quali sono le principali tematiche e urgenze portate all’evidenza?Le principali tematiche e urgenze pastorali sono le stesse che erano state delineate, in modo molto chiaro, dalla sintesi dello scorso anno. Mi riferisco in particolare al tema dei “linguaggio” – anche liturgico – che diventa sempre più difficile da comprendere e da cogliere come “vitale”. C’è poi in generale la mancanza di giovani; in comunità che si vedono sempre più anziane i giovani che ci sono vengono percepiti come “un dono”. E poi il tema della “corresponsabilità” e della vocazione battesimale al servizio da integrare, con fatica e tanto buon senso, nella pastorale ordinaria delle UP attraverso organi di partecipazione attivi e collaborativi. Su questi e su altri temi saremo impegnati anche nella Assemblea diocesana di giugno.

Il prossimo passo verso il Sinodo sarà la fase Sapienziale. Avete già degli indirizzi su come “indagare” questa fase? I prossimi passi?Dopo il primo biennio si passerà alla seconda fase, denominata appunto “fase sapienziale”. Essa sarà rappresentata, da un anno (2023-24) in cui le comunità, insieme ai loro pastori, s’impegneranno in una lettura spirituale delle narrazioni emerse nel biennio precedente, cercando di discernere “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” attraverso il senso di fede del popolo di Dio.Sarà il tempo del coinvolgimento delle istituzioni teologiche e culturali. Nel prossimo incontro dei delegati diocesani e dei Vescovi con Papa Francesco, che sarà a Roma il 25 maggio, ascolteremo i suggerimenti e le indicazioni del Papa e a partire da questi ci saranno indirizzi per vivere la prossima fase. Nel frattempo, anche a livello Triveneto, il cammino include il Convegno ecclesiale sull’Eucarestia. Come un cammino che si vive sui passi dei discepoli di Emmaus e che pone al suo centro l’esperienza dell’Eucarestia; per questo la Regione ecclesiastica del Triveneto per iniziativa della Commissione Regionale per la Liturgia, ha programmato un Convegno ecclesiale dal titolo “Ritrovare forza dall’Eucaristia”. Il proposito di questo convegno è quello di riflettere dal punto di vista pastorale, sul valore e la centralità del Sacramento dell’Eucaristia nella vita sinodale della Chiesa.È previsto un primo incontro diocesano e poi il Convegno vero e proprio a Verona il 30 settembre 2023. Poi non dimentichiamo l’Anno Santo, il Giubileo del 2025 “Pellegrini di speranza” al quale dovremo iniziare a prepararci.