Ritorno a Lovea

Nel luglio del 1967 un gruppo di ragazzi cormonesi, che facevano parte della Gioventù studentesca, aveva partecipato a un campo di lavoro a Lovea, frazione di Arta Terme, che si trova lungo la strada per Paularo, oltre il Chiarsò nella Val d’Incarojo. Dopo 55 anni alcuni di quei giovani, oggi con i capelli grigi, ritornerà a Lovea guidati come allora, da don Mario Malpera, che era cappellano a Cormons e assistente di Gs.In quell’estate la Gioventù studentesca cormonese scelse di organizzare  un campo di lavoro per aiutare gli abitanti di Lovea a realizzare una strada per andare ai prati e pascoli di Cjampèes. La strada serviva per poter accedere con qualche mezzo meccanico agli stavoli e ai prati al fine di portare a valle il fieno raccolto e portare ai prati il letame necessario. Fino allora l’accesso avveniva attraverso i piccoli “trois” (viottoli) della stradina vicinale e il fieno e letame venivano portati a piedi, dalle donne, utilizzando la gerla. Percorrendo quei “trois”, ogni tanto, l’occhio si posava su uno stecco appoggiato a lato per avvisare che lì era stata avvistata una vipera. I campo con tanto di tende era stato allestito al “Prà di sore Val” con tanto di cucine, refettorio e altro necessario. Di giorno il gruppo di giovani andava a lavorare sotto la guida del capo cantiere Galliano, che era responsabile della Società Agraria di Lovea, associazione guidata dal parroco don Vito Foschiani. Si lavorava di pala e piccone e quando c’era la roccia, gli operai la facevano saltare con la dinamite. È stata una bella esperienza, non solo di lavoro ma anche di comunità. C’erano momenti di  riflessione di discussione – i cosiddetti raggi come si usavano chiamarli in Gs. I giovani cormonesi avevano fraternizzato con gli abitanti del paese, che ogni tanto cucivano il frico, quello croccante con la polenta che veniva preparata la sera e girando per il paese, all’imbrunire, si sentiva il profumo uscire dalle finestre delle case. Il rapporto di amicizia con Lovea non si esaurì in quell’estate del 1967, L’anno successivo per Natale del 1968 c’è stata l’iniziativa di far scrivere una lettera a Babbo Natale a tutti i bambini del paese. Con i proventi di un mercatino di beneficienza, il gruppo di Gs è riuscito ad acquistare quasi tutti quanto, con le letterine, era stato chiesto da 36 bambini. Erano alunni della scuola d’infanzia e di quella elemntare di Lovea oltre che qualcuno della scuola media. E’ stata una due giorni densa di iniziative.. Nel salone della latteria sociale sono stati proiettati alcuni film,  un po’ di teatro e incontri con gli adulti. La prima sera, quella del 27 dicembre, è stato accompagnato Babbo Natale che con una grande slitta, strapiena di regali e al suono di una campanella, che si è recato casa per casa a portare non solo i doni ma anche un po’ di allegria.Domenica 17 luglio, assieme a don Mario Malpera, alcuni di quei giovani, anche se un po’ più in età ma con lo stesso spirito giovanile di 55 anni fa, torneranno a Lovea. Non sarà solo una gita di piacere nel ricordo del passato. Grazie alla collaborazione con il Circolo culturale “Diecimila” di Lovea e della Società Cormonese Austria, verrà donato a Lovea un grande pannello metallico che riporta i 55 nomi delle portatrici e portatori di Lovea, che nella prima guerra mondiale provvedevano con le gerle al trasporto di viveri e munizioni ai soldati che si trovavano al fronte, sulle montagne carniche della Val Chiarsò.L’appuntamento è per domenica 17 luglio alle 11 nella chiesa di Lovea dove don Mario celebrerà la Messa anche in ricordo di don Vito, di Giorgio ed Eliano che ci hanno prematuramente lasciati. Poi alla scuola elementare, all’inizio del paese, sarà scoperto il pannello con i nomi delle portatrici e portatori di Lovea. Seguirà un piccolo convivio tra noi e la gente del posto. Chi è interessato a partecipare e pregato di confermare la propria presenza telefonando al 3386298397 oppure con una e-mail a panzeranino@gmail.com.