Corte Sant’Ilario: una memoria che non sarà dimenticata

Appartengono a sepolture di un vecchio cimitero di fine ’600/inizio ’700 gli scheletri rinvenuti durante i lavori di riqualificazione di corte Sant’Ilario.Accertato questo, verificato che la scoperta non nasconde eventi delittuosi e che i resti rinvenuti sono coerenti con l’uso dell’area – peraltro già noto ed evidenziato nel Documento di valutazione del Rischio archeologico del progetto -, la zona è stata dissequestrata e restituita al cantiere, che potrà così, al termine delle verifiche stratigrafiche, ultimare i lavori.Il sequestro dell’area interessata dai ritrovamenti non ha in realtà mai bloccato totalmente il cantiere, dal momento che i lavori su corte Sant’Ilario prevedono una riqualificazione più estesa rispetto all’area sottoposta a fermo.In ottobre hanno inoltre visto l’avvio anche le opere in piazza San Rocco, dando così la possibilità all’impresa di agire contemporaneamente su più fronti ed evitando ritardi rispetto al cronoprogramma. Quest’ultimo prevede la fine dei lavori a inizio ottobre ma, se non ci saranno altri impedimenti, entrambe le piazze potrebbero essere restituite alla città in luglio. Le ossa rinvenute, che dovrebbero appartenere a circa 80 di defunti di almeno 400 anni fa, sono state sistemate in una ventina di cassette di zinco e verranno tumulate nel cimitero centrale di Gorizia.Queste persone non saranno “dimenticate”: l’intenzione infatti è quella di proseguire l’approfondimento storico e archeologico inerente non solo il cimitero rinvenuto, ma anche i resti murari riguardanti l’antica chiesa.Una volta elaborate le informazioni della ricerca saranno programmati degli incontri pubblici, nei quali sarà ricostruita una parte della storia – forse ancora poco conosciuta – dell’antica Gorizia.A comunicare gli aggiornamenti tecnici e archeologici su corte Sant’Ilario, il sindaco di Gorizia, Ziberna, affiancato da Arianna Bellan, assessore ai Lavori pubblici, nel corso di un sopralluogo che ha coinvolto anche piazza San Rocco, volto a fare il punto della situazione sui lavori di riqualificazione urbana con il programma Pisus. Presenti anche l’archeologa Paola Ventura in rappresentanza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, don Nicola Ban, parroco del Duomo di Gorizia, Luciana Mandruzzato e Roberta Moretton, rispettivamente archeologa incaricata e direttore dei lavori dello studio Stradivarie Architetti Associati.Accanto a loro anche il dirigente del settore Lavori pubblici del Comune, De Luisa, affiancato da funzionari comunali e da rappresentanti di Ici coop di Ronchi e Deon di Belluno che stanno eseguendo l’intervento.