Fisc: “Una voce a servizio del Paese”

Una voce a servizio del Paese. Informazione, cultura e sinodalità”. È stato questo lo spirito che ha guidato la XX Assemblea nazionale ordinaria elettiva della FISC – Federazione italiana dei Settimanali cattolici, che si è svolta a Roma la scorsa settimana.
Una “tre giorni” intensa che, accanto ai momenti elettorali per il rinnovo del Consiglio e del Comitato tecnico, ha visto i partecipanti impegnati in rilevanti momenti di aggiornamento e condivisione, con la presenza di ospiti illustri.
Ad aprire l’Assemblea lo scorso 23 novembre, monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Conferenza episcopale italiana. Salutando gli intervenuti, l’arcivescovo ha sottolineato come “l’assemblea sia un atto di responsabilità, nonché occasione per ripercorrere la storia della FISC, una storia importante e di cui fare memoria, basti pensare al patrimonio professionale che i settimanali hanno contribuito a creare in questi anni”.
Tra i punti sui quali si è soffermato Baturi, anche le “sfide” dei giorni nostri, che ci portano a “ritrovare l’identità del lavoro che si fa come giornalisti dei periodici cattolici, in un’esplorazione della realtà che porti a sua volta a scoprire l’esplorazione del Vangelo, non c’è dicotomia”. Non da ultimo, ha invitato i presenti ad avere sempre un giornalismo rispettoso, ricordando che, con il racconto, si trasmettono non solo i fatti, ma anche gli sguardi.
Monsignor Baturi ha desiderato anche concentrarsi sul ruolo della Federazione, sottolineando come l’unità non tolga le singolarità, le peculiarità, ma spinga tutti a “salire” insieme; “va pensata un po’ come parte dell’azione di un corpo, che per muoversi deve essere unito ed organico”.
La giornata di apertura è proseguita con i saluti di numerosi ospiti e amici della FISC, tra i quali Paolo Bustaffa dell’agenzia Sir, Vincenzo Morgante, direttore di Tv2000 e Radio InBlu e Fabio Bolzetta, presidente di WeCa, solo per citarne alcuni.
In seguito il presidente della FISC, Mauro Ungaro, ha dato lettura della sua relazione di fine mandato, rivivendo con i presenti le annate difficili della pandemia, ma anche le tante occasioni di incontro, formazione e crescita professionale sorte subito dopo essa e, non da ultimo, le “sfide” che la FISC dovrà affrontare già nei prossimi mesi.
La giornata successiva, che ha visto in serata le votazioni per Consiglio e Comitato, si è aperta con una visita inattesa ed estremamente gradita, quella di padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terrasanta, a Roma per impegni istituzionali. Padre Faltas ha aggiornato i presenti sulla drammatica situazione in Israele e Palestina: “A Gaza i morti credo siano molti di più di quelli che si sono contati finora, è completamente distrutta. Gerusalemme e Betlemme oggi sono completamente cambiate (Betlemme oggi è una città fantasma), così come sono cambiati i rapporti tra cittadini: dove prima si viveva insieme, ora ci si guarda con sospetto, si ha paura di parlare in arabo (io stesso ho paura di parlare in arabo!), la gente ha paura di uscire. I bambini vivono nel terrore”
Padre Ibrahim ha quindi lasciato i presenti con alcuni interrogativi: “La guerra non si sta svolgendo solo a Gaza, ma coinvolge tutta la Cisgiordania. Proprio oggi c’è una tregua ma poi la guerra continuerà. Quanti morti dobbiamo ancora contare senza scopo? Dove andiamo? Dove vuole andare Israele? Dove vuole andare Hamas?”.
La mattinata è continuata con l’incontro e confronto con l’onorevole Alfredo Mantovano, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, in dialogo con il presidente FISC Ungaro, la Vicepresidente Chiara Genisio e i consiglieri Simone Incicco e Marilisa Della Monica.
Tanti gli argomenti discussi con il sottosegretario, che hanno toccato soprattutto argomenti di grande attualità quali le migrazioni, l’Unione Europea, i giovani e le famiglie.
“Da fare c’è tantissimo, con l’Unione e con i singoli Stati – ha risposto Mantovano riguardo le problematiche riguardanti le migrazioni nel nostro Paese -. Non possiamo però attendere e aspettare che tragedie si moltiplichino, il lavoro deve andare all’origine e svolgersi nei Paesi dove questi flussi si generano”. A tal proposito Mantovano ha ricordato come, nello scorso mese di luglio, si sia tenuto un incontro con rappresentanti di interesse internazionale per l’individuazione di programmi per lo sviluppo all’interno dei Paesi che maggiormente registrano un flusso irregolare in uscita. Non da ultimo ha ricordato come il Decreto Arrivi preveda la possibilità, attraverso la collaborazione con grosse aziende nazionali, di poter entrare regolarmente in Italia dopo aver intrapreso un percorso di formazione, il tutto appunto finalizzato a limitare il più possibile il flusso irregolare.
Con il sottosegretario si è parlato quindi di Europa Unita: “Nelle sue fasi ritengo che la parola più corretta non sia allargamento dell’Europa ma riunificazione – ha suggerito Mantovano – perché nel suo passato è stata unita”. Riguardo i recenti “scossoni” ha poi affermato che “la guerra in Ucraina è stata una sconfitta per tutti, per l’Europa e anche per i Cristiani”. Guardando poi all’Europa “dei popoli”, il sottosegretario ha rilevato come oggi “c’è da domandarsi cosa tiene insieme chi abita l’Europa: l’Unione deve riscoprire le ragioni della sua unità; i Paesi hanno bisogno di regole ma non di esserne sopraffatti. Uniamoci attorno a ciò che è veramente importante”.
a cura di Selina Trevisan

(foto SIR/Marco Calvarese)