Chiopris: benedizione per l’ancona rinnovata

Qualcuno li ha chiamati “i segni del sacro”, altri ha usato espressioni come “testimonianze di religiosità popolare”. Forse, sarebbe meglio parlare di momenti di quella che Paolo VI chiamò “pietà popolare”.Proprio così si esprimeva il grande Pontefice, motivando la sua definizione: “…La religiosità popolare… se è ben organizzata, soprattutto mediante una pedagogia di evangelizzazione, è ricca di valori. Essa manifesta una sete di Dio che solo i semplici e i poveri possono conoscere; rende capaci di generosità e di sacrificio fino all’eroismo quando si tratta di manifestare la fede; comporta un senso acuto degli attributi profondi di Dio: la paternità, la provvidenza, la presenza amorosa e costante; genera atteggiamenti interiori raramente osservati altrove al medesimo grado: pazienza, senso della croce nella vita quotidiana, distacco, apertura agli altri, devozione. A motivo di questi aspetti, Noi la chiamiamo volentieri ’pietà popolare’, cioè religione del popolo, piuttosto che religiosità…”.Allora, chiamiamoli momenti di pietà popolare: tra essi, sono annoverate le ancone, che ancora resistono nei nostri paesi, con qualche esempio di rinnovato interesse, ma anche con numerosi sintomi di decadenza e trascuratezza. Viaggio contrario ha fatto l’ancona che si trova, a Chiopris, in Via Nazario Sauro, che si potrebbe tranquillamente rinominare “Via delle Ancone”, difatti, partendo da una sul limitare dell’abitato di Viscone (Madonna del Rosario di Pompei), ne troviamo un’altra (Sant’Uberto) poco prima di Chiopris, un’altra ancora prima della piazza di Chiopris (Madonna Immacolata).Tra queste ultime due, si trova l’ancona della Grotta di Lourdes, rinnovata di recente.La riproduzione, in scala, della grotta di Lourdes non è rara nei nostri paesi.Lourdes e la devozione del mese di maggio sono intimamente legate. A Chiopris due sono le grotte, quella citata e un’altra all’interno del paese. Un tempo, erano entro proprietà della famiglia de Pelka, fra i cui membri ci fu anche un sacerdote, don Massimiliano, vicario a Bruma, poi cappellano delle suore della Provvidenza a Cormons.Il signor Ezio Vittor ha un orto proprio nell’ex proprietà de Pelka e in esso sorge la grotta; è realizzata con materiali compositi: pietrame misto, qualche mattone, e colate di cemento grezzo a creare un effetto di pietra modellata dall’erosione. L’edera l’ha fasciata completamente, offrendo stacco e continuità insieme rispetto all’ambiente circostante. Ladri di ultima categoria (in friulano “laris cu le borse di scuss!”) avevano rubato la Madonna. Ezio l’ha ricomprata: è l’immagine classica della Madonna di Lourdes. L’ha fissata e si ripromette di metterci davanti un vetro che la protegga, però facendola respirare. Vestita di nuovo e con Padrona di casa all’interno, la grotta fa la sua figura e riprende il suo colloquio con la gente del paese e con i passeggeri. L’ha benedetta il Parroco don Federico Basso, con i Vittor schierati al completo, verso sera, con paesani partecipi. Il cielo ha fatto da sfondo, e parevano sorridere fin verze, radicchi, e insalate in una terra grassa e ricca, che anche lei promette miracoli.