Il cimitero militare austroungarico di Fogliano

Con il trascorrere del tempo, queste croci in legno, sulle quali erano inchiodate delle semplici tavolette recanti i dati e i nomi dei caduti, oramai scolorite e su cui, qualche persona pietosa aveva ripassato la scritta in modo che quei caduti non passassero tra le fila dei militi ignoti, erano marcite: i paletti erano storti e moltissime croci erano senza nome visibile, con l’erba alta che copriva alcune tombe seminascoste, sbiadite, oramai dimenticate per sempre.A fine guerra, su disposizioni delle autorità, queste tombe sparse di Caduti austroungarici vennero riunite in alcuni cimiteri come quello che esisteva a circa un chilometro dall’inizio della strada del Vallone, il quale raccoglieva le salme dei Caduti di Gabria e dintorni, trasferite poi al cimitero eretto frettolosamente a Palmanova, come pure, sempre in quella località, vennero sepolte le salme provenienti dai piccoli cimiteri provvisori di Jamiano e zone limitrofe.Un grande cimitero austro-ungarico veniva costruito a Goriano, la Redipuglia austriaca, nel quale furono trasportate le salme dei cimiteri minori di Ivanograd e Termica. Altri cimiteri ancora esistenti erano a Ranziano, Valvolciana, Comeno, Branica, Rifembergo, Berie, Aidussina, Vipacco e altri. I Caduti sull’Hermada furono sepolti nei due grandi cimiteri di Prosecco e di Nabresina; mentre quelli tumulati sulle alture del Monte Sei Busi e sulle colline adiacenti, assieme a quelli di Devetachi, in località Vizintin (lato destro del Vallone) e Doberdò, quelle sul San Michele, di Sagrado, Fogliano e Polazzo vennero sepolti nel cimitero austroungarico di Fogliano, costruito frettolosamente, tralasciando anche l’inaugurazione ufficiale, come se questi Caduti non fossero persone ma cose.Per decenni il cimitero non ebbe mai visite di figure istituzionali; non risulta neppure essere stato benedetto: in quel tempo i resti dei Caduti venivano sepolti senza nessuno accanto, neanche un sacerdote che dicesse una preghiera se non forse quella degli operai addetti alla sepoltura. Per molti anni questo camposanto fu lasciato in uno stato di abbandono come se fosse stata una vergogna da parte di tutti andare a visitarlo: solo qualche Foglianese di passaggio, mosso da pietà e forse dal ricordo dei tanti nostri compaesani morti in chissà quali parti dell’Impero, lasciava qualche fiore sul cancello semi-bloccato dalle erbacce.Tutto cambiò con l’elezione a sindaco di Luigi Galbiati, il quale dopo qualche anno dalla sua elezione (metà anni Sessanta del Novecento), iniziò a portare delle corone d’alloro, oltre che al Sacrario di Redipuglia, anche al cimitero austroungarico mentre, sempre su sua iniziativa, qualche anno dopo vennero attuati dei contatti con alcuni componenti della Croce Nera Carinziana, con cui ancor oggi vi sono ottimi rapporti, e con i Vigili del Fuoco volontari della Stiria i quali, per alcuni anni, mandarono i loro studenti a lavorare durante le vacanze scolastiche per sistemare e ridipingere le tombe; logicamente questo avveniva sotto la guida della direzione dell’Onorcaduti di Redipuglia, che indicava le direttive per i lavori.I sindaci che si susseguirono continuarono a tenere viva la oramai instaurata tradizione di onorare i Caduti del cimitero austroungarico di Fogliano, anzi le cerimonie vennero estese, prima con il sindaco Flavio Brumat e poi con i provvedimenti del suo successore Franco Visintin e del ten. Col. Armando Di Giugno, direttore dell’Onorcaduti di Redipuglia.In questo periodo ebbe inizio anche la partecipazione di Enti Locali, come l’Amministrazione Provinciale di Gorizia, i maggiori Comuni della nostra Provincia come Gorizia stessa, il Comune di Monfalcone e tanti, tanti altri. Annualmente, dall’inizio degli anni Settanta del Novecento, il cimitero viene visitato anche dal Console Generale d’Austria a Trieste (oggi, dopo l’abolizione del Consolato Generale, la visita viene fatta dal console onorario), da moltissime Associazioni Culturali mediante i loro rappresentanti, da scolaresche e da gruppi turistici specialmente provenienti dall’Austria e dall’Ungheria, ma anche da moltissimi cittadini italiani, i quali si fermano per una preghiera e per deporre un fiore.Il cimitero ebbe la sua apoteosi il 4 ottobre 1995 quando, in occasione della “Giornata della Riconciliazione”, il Presidente della Repubblica Italiana Oscar Luigi Scalfaro, accompagnato da Thomas Klestil, Presidente della Repubblica Federale Austriaca, vi depose una corona d’alloro, riconoscendo così il grande sacrificio che questi umili soldati dell’Impero diedero alla loro Patria.II cimitero austroungarico di Fogliano sorge ai margini della strada statale 305, a poche centinaia di metri dal centro abitato di Fogliano e a circa un chilometro dal Sacrario di Redipuglia, custodisce 14.550 Caduti Austroungarici morti durante le dodici battaglie dell’Isonzo e, alcune centinaia, morti sul Piave durante la Battaglia del Solstizio e negli ultimi giorni di guerra.Il camposanto è costruito a forma quadrangolare di circa settanta metri per lato, è circondato da un muro di pietra e calce alto oltre due metri in cui si apre un allo portale con il cancello d’accesso verso la statale, porta al centro un’epigrafe in lingua tedesca in cui si legge: “Im Leben und im Tode vereint” (Uniti nella vita e nella morte). Il cimitero è abbellito da aiuole di sempreverde ed ombreggiato da due file di cipressi, ai cui lati vi sono le tombe di 2.550 caduti identificati, ordinate in tumuli di terra e segnate da cippi in cemento, che portano il nome di ciascun caduto.In fondo, al centro, in una grande tomba comune sormontata da un’artistica croce, sono custoditi i resti di 7.000 caduti ignoti. Sulla lapide che adorna la tomba si legge: “Qui, pietà fraterna dell’Italia vittoriosa raccolse nella luce dell’ignoto 7.000 prodi dell’Esercito Austro-ungarico caduti per amor di Patria”. Ai lati del cimitero si trovano inoltre altre due tombe comuni in cui sono raccolti i resti di altri 5.000 caduti ignoti (circa 2.500 caduti per lato).Questo cimitero, di cui mi pregio essere stato nominato custode con il compito di aprirlo al mattino e chiuderlo alla sera, dopo essere stato gestito per molti anni dall’Onorcaduti la cui direzione, come accennato, si trova presso il Sacrario di Redipuglia, da qualche anno è stato dato in concessione alla Pro Loco di Fogliano Redipuglia, la quale provvede, mediante lavoro in forma di volontariato dei suoi consociati, alla pulizia e alla manutenzione generale.Oggi, il cimitero austroungarico di Fogliano, dove riposano Caduti di provenienza mitteleuropea (vi si contano soldati tedeschi, magiari, bosniaci, cechi, croati, polacchi, rumeni, italiani, ucraini, slovacchi, sloveni e serbi) che morirono combattendo, cercando di salvare la loro esistenza e l’onore verso quell’Impero che a quell’epoca rappresentava la loro Patria, viene visitato da migliaia di persone che con la loro presenza vogliono testimoniare l’olocausto di quei soldati e soprattutto perché sia di monito, a quanti sono responsabili della pace del mondo, affinché non si ripeta più l’errore della guerra che ha portato, come conseguenza finale, solo il genocidio di tantissimi giovani.

da “Fogliano Polazzo Redipuglia – Storia, leggende e tradizioni della mia gente”