Vedere nel povero il volto di Gesù

È nei momenti di difficoltà vera, in cui senti di essere solo, non riesci ad avere aiuto, un sostegno, cerchi di riuscire a trovare una via d’uscita ma non ti viene niente in mente se non affidarti a Gesù, a Lui poni i tuoi problemi, a Lui chiedi che con la sua provvidenza ti dia una mano.Così, non so per quale motivo, ma forse sì, che il pensiero è andato al momento della sua crocifissione, più in particolare a quando, inchiodato sulla croce veniva deriso dai sacerdoti del tempio che gli dicevano: “Se sei il figlio di Dio scendi dalla croce e noi ti crederemo”. Anche se non teologicamente corretta, mi è venuta in mente questa frase: se sei li te la sei voluta, in qualche modo arrangiati. Ti trovi in questa situazione perché te la sei cercata e voluta, adesso sono affari tuoi.Ho pensato a quante volte ci capita di fare questi tipi di ragionamenti nelle varie occasioni della vita in cui ci troviamo ad essere interpellati per una richiesta di aiuto, che sia diretta oppure venga da un’associazione, da una organizzazione, dalla Caritas; può capitare. Gesù non se l’è cercata quella situazione, non l’ha voluta, gli è stata data dall’incapacità di tanti nel saper riflettere e guardare a chi metteva sì in discussione sicurezze e comodità personali e di gruppo ma principalmente per ricordare che amare Dio ed il prossimo è il primo di tutti i comandamenti. Contemplando il volto di Gesù crocifisso, come faccio a non vedere in chi mi chiede aiuto un volto simile al suo? Il rischio è sempre lo stesso, pensare che se qualcuno è in difficoltà, se mi chiede aiuto, se sbarca sulle mie coste, se non ha lavoro, sia tutto causato da una sua colpa, sia tutto dovuto al fatto che se l’è cercata che non ha saputo fare come noi che siamo riusciti a emergere. In realtà sappiamo bene che non tutto dipende da noi e che tanti fattori contribuiscono a far si che la nostra vita si svolga in un modo od in un altro totalmente diverso. A volte penso; “Se fossi io nato in uno sperduto villaggio in Africa o in un ambiente di guerra che cosa avrei fatto? Se avessi visto i miei figli morire di fame, che cosa avrei fatto? Quale colpa avrei avuto nel trovarmi in quelle condizioni a causa degli altri?” Viviamo in situazioni difficili – non cercate o volute – dove è facile perdere il lavoro trovandosi nell’impossibilità di pensare alla famiglia o anche solo a se stessi: cosa fare?

Non posso non vedere in tutte queste realtà il volto di Gesù Crocifisso e il mio ma non posso nemmeno vivere la mia vita da cristiano dimenticandomi che il mio fratello mi sta chiedendo aiuto. Essere solidali è l’unica via che ci può aiutare non dico a superare ma a vivere insieme con più dignità le avversità questo si. In questa quinta Giornata mondiale della povertà voluta da papa Francesco con il titolo “I poveri li avete sempre con voi” ricordiamoci perché li abbiamo sempre con noi: perché in loro troviamo il volto del povero dei poveri, Gesù Crocifisso che con tutto l’amore possibile ci chiede di non voltare lo sguardo dall’altra parte, ma di cercare di togliergli i chiodi di accoglierlo tra le nostre braccia, di asciugare le ferite e il sangue delle sofferenze e ungerlo con olio di amore, carezze di dolcezza, abbracci di fratellanza.