Una giornata di incontro fra i detenuti e la Caritas

Domenica 3 novembre i detenuti  di Gorizia hanno voluto organizzare una giornata di incontro con la direzione della Caritas diocesana guidata dall’arcivescovo Carlo.L’evento è stato preparato e preceduto da una serie di incontri formativi indispensabili per giungere nel migliore dei modi in tali occasioni di confronto con persone dell’esterno e non solite alla struttura. Suddivisa in tre parti pre-individuate, la giornata del 3 novembre ha avuto come principali obiettivi quelli di far incontrare la comunità di detenuti con gruppi esterni alle:mura del carcere, incentivando un dialogo informale e paritario tra parti. La prima parte della giornata ha visto il celebrare della Santa Messa nell’aula adibita agli incontri formativi e scolastici. In tale momento, la Diocesi goriziana ha effettuato un servizio comunitario per un gruppo di cittadini momentaneamente esclusi dalle attività esterne di condivisione e partecipazione, ricevendo in dono dai detenuti un mosaico realizzato in occasione dell’onomastico dell’Arcivescovo; il dono fa riferimento diretto ad Aquileia, come luogo d’incontro tra i vari popoli, metafora di ciò che il carcere è a tutti gli effetti, seppur sotto altra luce. La seconda parte ha previsto un pranzo comunitario occasione unica per poter tutti assieme partecipare a un momento informale di scambio culturale e sociale, consentendo agli ospiti esterni di dialogare in prima persona con i detenuti, ascoltando e rispondendo alle loro storie e ai loro quesiti. Le due parti sono servite come ulteriore preparazione per intavolare la discussione avvenuta nel terzo, e conclusivo momento della giornata, dove il gruppo formatori ha preso in prima persona la parola in qualità di moderatori dell’assemblea. Un vero e proprio sinodo, nel quale questi e il gruppo lavoro dei detenuti hanno potuto presentare un’idea di progettualità rieducativa pensata e trascritta grazie al lavoro e alle esperienze maturate nei mesi passati. Un progetto scritto, siglato dai detenuti e dai formatori, e consegnato nelle mani della Caritas nella speranza che questa possa prender parte attiva alla realizzazione e promozione di attività esterne per i soggetti detenuti della Casa Circondariale, nonché per coloro che hanno già scontato la pena giudiziaria ma non hanno alternative e possibilità al di fuori delle mura. Un progetto “casa” che possa allora essere esempio di comunità e partecipazione alla vita sociale. Detenuti e gruppo dei formatori auspicano che con il sostegno della Caritas, ogni parte integrante operativa in carcere potrà svolgere nei migliori dei modi quel lavoro di rieducazione e inclusione sociale necessario al reinserimento dei detenuti.