Tutti insieme “Si Fa Rete”

Ha avuto finalmente la sua presentazione ufficiale il progetto regionale “Si Fa Rete”, che nasce da una fruttuosa co-progettazione tra la Regione Friuli Venezia Giulia Direzione Salute, politiche sociali e disabilità, e ben sette associazioni regionali che operano nel campo del volontariato e della solidarietà. Tra queste anche le quattro Caritas diocesane della nostra Regione: Gorizia, Trieste, Concordia – Pordenone e Udine, capofila di quest’unione. Accanto a loro, anche le associazioni De Banfield, Acli Fvg, Aulòs, Assostegno, Università Terza Età Paolo Naliato e Incontriamo.Scopo di “Si Fa Rete” è la realizzazione di interventi per la presa in carico leggera e di contrasto alla solitudine a supporto di persone anziane in condizioni di fragilità, anche derivanti dagli effetti della pandemia, e i loro caregiver.La coprogettazione, presentata presso la Sala Maggiore dell’ITIS di Trieste, partner del progetto, “si basa su una scelta strategica forte – ha precisato il Direttore centrale Salute, politiche sociali e disabilità Gianna Zamaro – che affonda le sue radici nello sviluppo dei rapporti territoriali pubblico/terzo settore: processo che richiede favorevoli condizioni di partenza del territorio in termini di sistema di relazioni con il Terzo Settore”.”Il progetto – ha aggiunto Zamaro – si propone di supportare il lavoro dei distretti sanitari e dei Servizi sociali dei Comuni nell’ambito dell’analisi del bisogno della popolazione anziana fragile e dell’intervento proattivo, di promuovere interventi di informazione e formazione a favore dei caregiver sulla gestione della malattia, di supportare i programmi formativi destinati agli assistenti familiari, nella forma di un partenariato tra pubblico e privato, di potenziare gli interventi di accompagnamento e sostegno alle persone anziane fragili , ai caregiver e alle famiglie in difficoltà in sinergia con i servizi sociosanitari o sociali del territorio e, infine, di sperimentare e rafforzare modelli di intervento per gli anziani fragili in situazioni di emergenza derivante da pandemia, calamità naturali”.”E’ una iniziativa importante sostenuta convintamente dal Ministero delle Politiche sociali che ci guarda con grande interesse”, ha spiegato Riccardo Riccardi, vicepresidente e assessore alle Salute, Politiche sociali e disabilità della Regione FVG. “Desidero ringraziare le associazioni aderenti al progetto – prosegue Riccardi – che si sono cimentate in questa iniziativa mettendo a disposizione le loro risorse e le loro competenze. Questo Paese ha una questione aperta da molti anni che riguarda la composizione della propria struttura sociale: viviamo molto di più e, di conseguenza, c’è maggiore necessità di gestire le cronicità che riguardano soprattutto le persone più anziane. Il progetto “Si Fa Rete” – conclude il Vicepresidente della Regione Fvg – afferma un principio importante: l’alleanza sociale quale cardine per consentire la sostenibilità del sistema a 360 gradi”.

“Si Fa Rete” sul territorio diocesano

Alta l’attenzione verso l’anziano anche sul territorio dell’arcidiocesi di Gorizia. La Caritas diocesana, che assieme alle altre quattro Caritas regionali aderisce al progetto, è già molto attiva per garantire l’adeguata cura e interessamento nei confronti della popolazione anziana. Attraverso la rete dei suoi Centri di Ascolto parrocchiali, nonché in quello diocesano, viene da sempre messa in campo – e certamente ancor di più con l’adesione a “Si Fa Rete” – una grande sensibilità nei confronti degli over 65. “Aderendo al progetto – ha spiegato la responsabile dei Centri di Ascolto, dottoressa Agnese De Santis – promuoviamo nei nostri operatori una prontezza nel segnalare alle assistenti dei servizi socio assistenziali casi che risultano particolari o preoccupanti; al contempo promuoviamo una grande attenzione nella compilazione delle schede personali degli utenti, che vengono inserite all’interno di uno specifico portale. Queste schede possono, se compilate correttamente e dettagliatamente, essere un grande aiuto nell’individuazione delle criticità e per seguire dettagliatamente l’evolversi e la soluzione di esse”.Una novità messa in atto proprio grazie a “Si Fa Rete”, quella rappresentata dal servizio “Telefono Amico”, seguito dall’operatrice Ester De Santis.Il servizio è già operativo e può essere contattato dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 11.30 e dalle 15 alle 17, chiamando lo 0481 525188 e selezionando l’interno 3. Di cosa si può parlare al “Telefono Amico”? “Il servizio si rivolge agli anziani della diocesi di Gorizia e alle loro famiglie, ma anche agli stessi caregiver dell’anziano, al fine di agevolarne la presa in carico e evitare una condizione di burnout; basato su un ascolto attivo, empatico e confidenziale, non è solo uno strumento “di compagnia” ma punta a fornire un supporto emotivo per tutti coloro che si sentissero soli e sconfortati o avessero bisogno di qualcuno che li ascolti; “Telefono Amico” si impegna, gratuitamente, a creare uno spazio sicuro, in cui chiunque possa esprimere liberamente la propria sofferenza e le proprie preoccupazioni”. Obiettivo del progetto è quello di sviluppare una relazione d’aiuto fondata su un ascolto reciproco e non giudicante, che permetta non solo di contrastare possibili situazioni di solitudine, ma anche di recuperare una propria consapevolezza personale.Di pari passo prosegue anche una formazione specifica per i volontari all’interno delle Caritas parrocchiali. “Stiamo procedendo con degli appuntamenti – che abbiamo già avviato – su Ronchi, Staranzano e Monfalcone – ha spiegato l’operatrice -. Abbiamo individuato alcuni dei bisogni principali esistenti e presenti all’interno delle loro realtà. È emerso come molti di questi anziani siano accuditi da una badante e per loro, diciamo, “va bene così”, nel senso che non escono più, rimangono nelle loro case, perdendo una socialità che invece è molto importante. È a loro che dobbiamo puntare, per riportarli nuovamente, almeno un po’, in società”.Altro aspetto che “Si Fa Rete” mira a mettere in atto sul territorio diocesano è quello dell’Animazione di Comunità: dopo l’individuazione dei bisogni dell’anziano presenti appunto sul territorio, anche attraverso l’importante azione del “Telefono Amico”, si procederà creando delle attività comunitarie nelle parrocchie, che possano coinvolgere in primis proprio gli anziani. “Sarebbe bello poter avere l’appoggio di alcuni giovani – ha espresso quindi De Santis – per animare i momenti di incontro e creare, con il loro aiuto, delle azioni specifiche per la fascia d’età più anziana, attuando un interscambio generazionale bello e stimolante”.