Stanchezza e insofferenza

Dopo la parentesi italiana per seguire dei corsi di formazione, suor Rosetta Benedetti – delle Suore della Provvidenza che operano a Chisinau – ha fatto rientro in Moldavia dove, alla Casa della Provvidenza, le attività proseguono a pieno ritmo.Negli scorsi giorni l’abbiamo contattata telefonicamente e ci ha raccontato come le presenze dei rifugiati ucraini, in particolare donne e bambini, accolti al Centro siano sempre molto numerose: “in questo momento contiamo circa 130 persone e molte di queste si trovano qui con noi sin dai primi giorni del conflitto. Di queste 130, ben 50 sono bambini: alla sera – quando, alle 18, si concludono le attività della Scuola Materna – questi bimbi approfittano delle ore più fresche della giornata per scendere in giardino: c’è sempre un bellissimo andirivieni di bambini nel nostro cortile! Cantano, giocano, corrono, giocano con la palla.In quest’ultimo mese ci sono state anche delle attività per questi rifugiati, tanto per i piccoli quanto per i grandi: una signora della nostra comunità locale veniva qui e insegnava Lingua rumena; per tre settimane poi una signora e suo figlio, arrivati dall’Inghilterra, hanno insegnato un po’ di Lingua inglese e ci hanno dato una mano nelle varie attività.Inoltre, proprio in queste ultime settimane, per offrire un’accoglienza sempre consona a queste persone, abbiamo effettuato dei lavori presso la Casa della Provvidenza: abbiamo liberato alcune stanze che prima erano adibite a magazzino per realizzare delle camere da letto, che potranno accogliere un totale di 20 persone. In questo momento siamo piuttosto indaffarate!”.Abbiamo chiesto a suor Rosetta come stiano le persone accolte, come stiano vivendo, a distanza di quasi sei mesi dallo scoppio del conflitto, questa terribile situazione. La religiosa ci ha così raccontato che “i rifugiati iniziano a fare fatica, sono davvero stanchi. Cominciano ad accusare scontentezza e insofferenza. E soffriamo anche noi nel vederli stare così. Cerchiamo di dar loro tutto ciò di cui possano aver bisogno, insieme ad affetto e presenza, ma vederli stanchi e in sofferenza è dura anche per noi.Comunque andiamo avanti, liete per la compagnia che ci viene donata. Vi racconto anche che le tre anziane provenienti da Odessa, arrivate a piedi dopo un lungo cammino, sono ancora qui con noi: sempre gentili, sempre riconoscenti ma ormai molto stanche e preoccupate.Ci sono poi molte donne giovani, preoccupate per i loro mariti; un’altra donna è qui con il figlio, che proprio in questi giorni è diventato maggiorenne: è preoccupatissima e non sappiamo ora come andranno le cose.Purtroppo da qui, dal nostro “osservatorio”, non vediamo segni di miglioramento che permettano a queste persone – soprattutto quelle che arrivano dalle città in cui ci sono i maggiori attacchi – la possibilità di programmare un rientro a casa”.Di pari passo con l’accoglienza ai cittadini in fuga dalla martoriata Ucraina, anche le attività che regolarmente si svolgono alla Casa della Provvidenza. Suor Rosetta chi ha raccontato che, nelle scorse settimane “oltre ai rifugiati e ai bimbi della Scuola Materna – che rimane aperta fino al 30 luglio – abbiamo accolto 120 tra bambini e animatori nel nostro Campo Scuola: un appuntamento annualmente molto atteso dai ragazzi della città. Anche quest’anno l’esperienza è andata molto bene, è stata molto partecipata. Non nascondo un po’ faticosa, ma molto bella. Abbiamo accolto soprattutto bambini dalla I^ alla III^ elementare. In genere si propone un mese intero di attività; quest’anno invece, viste le conseguenze della guerra, abbiamo potuto offrire una sola settimana di attività, ma non volevamo disilludere le aspettative e interrompere questa bella tradizione.Inoltre la scorsa settimana la nostra assistente sociale, accompagnata da alcuni dei nostri animatori, si è recata in un paese a sud, per realizzare anche lì un Campo Scuola al fine di dare un’offerta estiva e un po’ di animazione anche dove questa non viene organizzata”.Prima di salutare suor Rosetta, abbiamo voluto chiederle come stia andando l’arrivo degli aiuti umanitari e dei sostegni all’accoglienza, preoccupati che questi siano sufficienti: “In questo momento abbiamo tanti ospiti anche perché alcuni Centri di Accoglienza hanno chiuso – ci ha spiegato la religiosa -; fino ad ottobre siamo quindi sostenuti dalla Caritas di Lussemburgo, che si è offerta per un intervento diretto. La nostra speranza è che, entro quella data, ci siano novità in positivo, dei veri miglioramenti.Siamo sorrette poi dalla Caritas di Chisinau, che ci trasmette gli aiuti che le arrivano a livello internazionale dalle numerose donazioni; c’è una collaborazione molto attiva e molto stretta.A breve la Caritas di Chisinau riceverà proprio dall’Italia un tir contenente aiuti umanitari; non avendo la Caritas in questo momento spazio per lo stoccaggio, ci siamo offerte per conservare il materiale – che verrà poi distribuito in tutti i Centri di Accoglienza attivi – nei nostri spazi.Grazie a Dio non possiamo lamentarci, abbiamo con che cosa aiutare queste persone! E abbiamo anche la possibilità di creare per loro le condizioni di avere almeno lo stretto necessario per vivere dignitosamente – cibo, alloggio, l’occorrente per l’igiene personale, indumenti… -.Purtroppo l’emergenza c’è ancora: è normale, fisiologico quasi, che l’attenzione dopo un po’ cali – anche per l’emergere di altre nuove problematiche – ma ricordiamoci di queste persone che, ancora chissà per quanto, sono costrette a stare lontane dalle loro case”.