“Siamo tutti anelli di una catena”

Continua senza sosta l’accoglienza dei profughi in fuga dal conflitto in Ucraina anche a Chisinau, in Moldavia, presso la Casa della Provvidenza e il Centro Congressi dove operano le suore della Provvidenza, tra le quali anche suor Rosetta Benedetti.Dopo la leggera “stasi” della scorsa settimana, in questi ultimi giorni gli arrivi sono di nuovo aumentati e così anche le richieste di ospitalità presso le strutture gestite dalle suore della Provvidenza. “Stiamo accogliendo nuovamente circa 120 persone – ci ha raccontato suor Rosetta, che abbiamo raggiunto telefonicamente -. Nella nostra Casa, dove già avevamo aumentato le disponibilità di posti letto, siamo passate da 41 a 55 persone accolte”.”Tutti fuggono dal Paese, non solo cittadini ucraini ma anche di altre nazionalità ed etnie – ha continuato raccontando suor Rosetta, come il gruppo di Rom che proprio in questi giorni ha trovato aiuto e ospitalità qui da noi a Chisinau; proseguono poi gli arrivi di anziani, donne e bambini. Questi ultimi sono tanti, in questo momento ne contiamo quasi una quarantina”.Per donare a questi bambini quanta più sensazione di normalità possibile, oltre al centro diurno organizzato da giovani volontari della città – non solo per far stare insieme i più piccini ma anche per dare un momento di “sollievo” alle mamme – le suore della Provvidenza hanno allestito uno spazio con una morbida moquette, un piccolo tavolino e delle piccole sedie, qualche gioco e tanti fogli di carta e pennarelli: qui i più piccolini possono ritrovarsi, giocare, colorare, passare qualche momento spensierato.”La scorsa settimana abbiamo anche avuto delle visite importanti – ha aggiunto la religiosa -, nuovi segni della Provvidenza: alcuni amici dalla provincia di Trento e da Mestre, che ci hanno portato alcune donazioni in alimenti, e un numeroso gruppo della Protezione Civile di Trento, che ha portato qui a Chisinau delle tende con riscaldamento che possono ospitare fino a 500 profughi; si sono fermati alcuni giorni per istruire il personale moldavo sul montaggio delle strutture. Personalmente sono stata molto felice di queste visite, perché miei conterranei e compaesani, mi ha fatto piacere rivederli e sentire tutto il loro affetto, tutta la loro gioia ed entusiasmo nell’aiutare”.”La gente qui va e arriva di continuo, siamo circondate da tante persone; la nostra quotidianità oggi è cambiata ma ce lo ripetiamo sempre: noi abbiamo la sicurezza di un tetto sopra la testa, loro no, non hanno più nulla, hanno un tetto ma è “in prestito”. Il dolore che provano è incommensurabile. Io vorrei ringraziare nuovamente tutti quelli che ci sono vicini: senza la Provvidenza, le preghiere e l’aiuto di tanti non sarebbe possibile fare tutto questo. Siamo tutti anelli di una catena, dove nessuno è più grande dell’altro, sono tutti uguali e sono tutti belli, e insieme si occupano di questi fratelli che hanno bisogno, in questo momento, di un aiuto concreto”.