“Siamo amareggiati ma non cessiamo il nostro impegno pastorale a Gorizia”

Nelle ultime settimane c’è stato un gran parlare della “questione” San Luigi. Con l’arrivo nella struttura di alcuni profughi minorenni non accompagnati, la preoccupazione tra l’opinione pubblica è cresciuta, spesso a causa di una mancanza di informazioni tra loro concordanti e confermate. Abbiamo contattato don Roberto Dal Molin, ispettore dell’Ispettoria Salesiana “San Marco” – Italia Nord Est, il quale ha chiarito per noi alcuni punti legati all’accoglienza di questi giovani nella struttura goriziana, nonché del futuro dello stesso edificio, per il quale è prevista – ma non ancora effettuata – una vendita.

Don Roberto, qual è attualmente la situazione al Convitto San Luigi? Quanti minori non accompagnati ospita e soprattutto quali sono gli ultimi accordi presi con le autorità riguardo la loro permanenza nella struttura?Il Convitto San Luigi ospita attualmente una trentina di studenti universitari/lavoratori e trenta minori non accompagnati. I minori sono stati accolti su pressante richiesta, con procedura d’urgenza, dei Servizi Sociali del Comune di Trieste. La loro accoglienza è temporanea sino alla fine di ottobre 2015, potrà proseguire solo se vi saranno accordi precisi con i Servizi Sociali, in primis con quelli goriziani. Le ispezioni della Questura e delle Forze dell’Ordine hanno affermato che i giovani sono stati alloggiati in ambienti attrezzati, puliti e i pasti sono di buona qualità. Dopo una prima risposta dettata dall’impellenza, la gestione dei minori e la responsabilità del Convitto è stata affidata alla Associazione Salesiana “La Viarte Onlus”, con sede a Santa Maria La Longa, che da più di trent’anni opera nell’ambito del disagio giovanile; primo referente è don Vincenzo Salerno. Dal lunedì 19 ottobre un’équipe di 7 educatori assicurerà la custodia e l’accompagnamento degli ospiti 24 ore su 24; essa contatterà tutte le istituzioni deputate in modo che vengano attuate le prescrizioni previste dalle disposizioni normative in merito.

Secondo un’ottica salesiana, che guarda all’accompagnamento del bambino/ragazzo e alla sua educazione-istruzione, come è stato posto l’intervento nei confronti di questi minori? Quali attività sono state messe in atto?Nei cortili o nelle aule delle 33 opere dei Salesiani di don Bosco del Nord-Est d’Italia entrano ogni giorno 12.000 ragazzi e giovani. Vista l’urgenza e le pressanti richieste, tenendo conto degli appelli del Papa e delle disposizioni del Rettor Maggiore, come Salesiani abbiamo già attivato l’accoglienza di minori non accompagnati a Santa Maria La Longa e a Udine presso l’Istituto “Bearzi”. In tali strutture si offrono presidio e custodia permanente, alloggio e vitto adeguati, accompagnamento nell’adempiere le procedure burocratiche richieste in dipendenza dalle autorità preposte, accoglienza dei bisogni di cura e sanitari, corsi per l’apprendimento dei primi rudimenti della lingua e della normativa italiana, percorsi formativi per l’introduzione al mondo del lavoro nei settori della meccanica, edile e agroalimentare. Tali strutture si avvalgono di educatori in possesso delle competenze e dei requisiti richiesti dalle normative vigenti; desideriamo infatti che l’esperienza dell’accoglienza non si risolva in mero assistenzialismo ma sia educativa all’insegna dell’assunzione di responsabilità e nel rispetto da parte di ogni minore della legalità e delle regole di civile convivenza. I nostri centri sono direttamente collegati con la nostra Università IUSVE che ha sede a Venezia-Mestre, con 1850 immatricolati e 200 docenti, e in particolare con i dipartimenti di Pedagogia Sociale e di Psicologia. Qualora si trovasse un accordo con le autorità e i Servizi Sociali, nei limiti numerici da loro consentiti e secondo le disposizioni legislative, siamo disponibili nel proseguire anche presso il “San Luigi” la presa in carico di minori non accompagnati.

Nel caso in cui si prospettasse una loro permanenza più lunga, quali interventi potrebbero essere effettuati? Pensate a un cammino di integrazione nella e con la locale comunità?La permanenza dei minori non accompagnati è condizionata innanzitutto dal rispetto delle normative e dalle effettive intenzioni dei giovani fino al raggiungimento della maggiore età, che implica l’assunzione di un diverso regime normativo. L’équipe degli educatori assegnata al “San Luigi” progetterà in settimana i possibili interventi in accordo con le autorità e i Servizi Sociali.

Come si prospetta il futuro più prossimo del Convitto? Quali funzioni manterrà?Nel rispetto di tanti ex-allievi, con l’affetto per giovani e famiglie che hanno nel Convitto un punto di riferimento, pur avendo assicurato sinora un servizio corretto la struttura richiede costi di gestione eccessivi e vanno previsti onerosi interventi di straordinaria manutenzione. I contatti con le autorità civili ed ecclesiali avviati da alcuni anni non hanno sortito prospettive di impiego tali da prevedere pareggi di bilancio. Si è giunti così alla amara decisione della vendita dell’immobile che deve rispettare precisi vincoli normativi e di utilizzo; sinora le trattative hanno sortito solo prospettive ma non si sono mai definitivamente concretizzate. Per ora quindi si prosegue nell’accoglienza giovanile che ha sempre caratterizzato la presenza salesiana a Gorizia, permane la prospettiva dell’alienazione ma anche la disponibilità al dialogo con tutte le autorità per possibili utilizzi a fini sociali.

Possiamo rassicurare la cittadinanza sulla permanenza dei Salesiani a Gorizia?La Comunità Salesiana si è trasferita presso la parrocchia salesiana di San Pio X e continua l’animazione pastorale e giovanile anche nelle parrocchie di San Giuseppe Artigiano e dei Santi Vito e Modesto. La programmazione è stata condotta dal direttore e parroco don Vittorio in collaborazione con i salesiani e i laici del consiglio pastorale in modo attento e intraprendente, rilanciando la presenza pastorale. Ne fa testo il centinaio di adolescenti che hanno già iniziato le attività associative e formative a Straccis presso la parrocchia di San Giuseppe Artigiano; sono già ripartiti i percorsi di catechesi e le attività di animazione teatrale. Tutto questo per merito di un gruppo di giovani animatori che hanno negli anni assimilato lo spirito di impegno educativo di don Bosco e non fanno mancare ai più piccoli, pur nel sofferto cambio di ambiente, percorsi di incontro e crescita. Quindi i Salesiani di Gorizia sono rimasti a Gorizia e intendono proseguire il loro impegno pastorale.

Riguardo la gestione del Convitto sono emerse numerose polemiche sulla stampa locale. Come affrontate tutto questo, con quale spirito vi confrontate con queste polemiche?Come Salesiani siamo stati molto amareggiati per quanto è stato scritto in modo falso e tendenzioso. Non si è per nulla tenuto in conto dell’oneroso carico economico sin qui assunto per il funzionamento del Convitto e dell’impegno educativo sinora profuso. Siamo stati accusati di aver fatto nostre logiche di guadagno indebito, infilandosi nelle maglie legislative per approfittare della sofferenza di poveri. Ci è dispiaciuto che sia sempre stata sottaciuta la decisione di permanenza della comunità salesiana a Gorizia e soprattutto l’impegno di tanti laici e animatori chiamati a una impegnativa ricollocazione delle attività. Il nostro desiderio di fare chiarezza in nome della trasparenza, per evitare gratuiti e inconsistenti processi alle intenzioni, si è scontrato con un percorso di trattative faticoso, incerto perché sottoposto a innumerevoli variabili e che ha coinvolto soggetti non direttamente legati alla nostra realtà. Le decisioni a cui si è giunti nei giorni scorsi ci permettono finalmente di far comprendere e comunque tengono aperti ulteriori ed eventuali sviluppi sul Convitto San Luigi, in dialogo con le autorità del territorio.