“Serviranno tanta volontà e coraggio di pace”

Si è aperto con un ottimo successo di pubblico il primo appuntamento della Festa di Avvenire, iniziativa di approfondimento e dibattito promossa dalla Parrocchia di Grado, il settimanale diocesano Voce Isontina e il quotidiano Avvenire.A fare da cornice all’incontro, la splendida basilica di Sant’Eufemia, luogo non solo di culto ma anche di “cultura e di confronto”, come ha commentato monsignor Paolo Nutarelli, arciprete di Grado, ringraziando Avvenire, Voce Isontina e la diocesi per aver accolto con gioia la proposta di realizzare i due appuntamenti.La serata si è aperta con il dialogo tra Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, e Mauro Ungaro, direttore di Voce Isontina e presidente della Federazione Italiana Settimanali Cattolici, su “Cos’è l’informazione di pace?”. Partendo proprio da un recente editoriale del direttore di Avvenire intitolato “Il Teatro dell’assurdo”, il dialogo si è aperto sull’attualità politica nel nostro Paese, nuovamente interessato da una crisi di Governo. “Un Governo dove non hanno prevalso gli interessi generali – ha spiegato Tarquinio -. In questo momento l’Italia vive appunto un “Teatro dell’assurdo”. È accaduto qualcosa, nei confronti degli italiani, che poteva non accadere invece è inesorabilmente accaduto, ancora una volta. Nel mentre si continuano a perdere tempo, occasioni e risorse, che sono le risorse di tutti. Ora sarebbe fondamentale ricostruire un rapporto tra gli eletti e gli elettori: da troppo tempo non scegliamo più quelli che ci rappresentano ma si finisce quasi sempre per votare guardando un leader che trascina i voti di tutto lo schieramento. Auspico che ci sia un buonsenso popolare, che la gente sappia usare quest’occasione senza farsi “stomacare”, scegliendo il meglio possibile nella condizione data per far sì che questo Paese possa camminare con le gambe delle donne e degli uomini che lo abitano e non con le idee dei protagonisti di turno”.Si è passati poi a parlare dell’attuale scenario geopolitico che sta interessando l’Europa. “Ho la sensazione che si stia allargando sempre più una censura nei confronti di quello che dicono la Chiesa e il Papa…” ha sollecitato il direttore Ungaro. “Papa Francesco è stato censurato quando ha detto “Vergogna!” di fronte ai piani di riarmo del mondo – ha continuato Marco Tarquinio – come hanno censurato ogni altra voce religiosa e laica. Nel mondo, nel 2021, si sono spesi 2.113miliardi in armi e ci sono in questo momento 169 conflitti che lo insanguinano con diversi livelli di intensità e di violenza; solo 4 sono tra Stati, di cui uno, è quello tra Russia e Ucraina. La guerra non pone fine alla guerra; faccio il giornalista da anni e continuo a vedere che le guerre moltiplicano sé stesse, non producono né libertà né pace e i popoli che le subiscono hanno distruzione, morti e lutti. La guerra non custodisce la libertà, custodisce solo sé stessa”.Come finirà questo conflitto tra Ucraina e Russia e quali saranno le conseguenze? “Voglio sperare e credere che questa guerra si fermerà. Non si può però fare la pace sulla testa degli ucraini ma non si può nemmeno continuare a fare la guerra sui loro petti. E Putin non vincerà gli ucraini, con questa guerra li ha persi, ormai ha creato una ferita insaldabile.Questa guerra non è fratricida: è un gemellicidio. È necessaria una coscienza più matura di pace e di coesione: mi sarei aspettato un esercito pacifico di milioni di europei in marcia verso Kiev per chiedere l’immediato cessate il fuoco. Qualcosa che, ora, solo i due comandanti possono dare. Servirà tanta buona volontà e tanto coraggio di pace”.