Quali sfide deontologiche per il cronista politico nel tempo dei populismi?

Lo scorso 8 novembre, nella sala della Fondazione Friuli di via Manin a Udine, si è tenuto un incontro formativo sul tema del giornalismo politico nell’era dei populismi. Relatori dell’incontro erano Padre Francesco Occhetta, gesuita, giornalista redattore della rivista La Civiltà Cattolica, che è consulente spirituale nazionale dell’Unione cattolica stampa italiana (Ucsi). Ha introdotto e moderato i lavori nel piovoso pomeriggio, la giornalista Anna Piuzzi, del settimanale diocesano La Vita Cattolica affiancata da Padre Luciano Larivera e da Cristiano Degano. Da padre Occhetta sono arrivate tante riflessioni e linee guida. Il tutto per capire quanto ancora bisogna lavorare e maturare sul tema proposto. Si è partiti dalla constatazione di come i populismi coinvolgono oggi un giornalista politico, per poi passare a riflettere sul come sia necessario far fronte ai nuovi linguaggi identitari che si stanno sempre più affermando. Al centro dell’attenzione poi anche il rapporto tra deontologia, servizio pubblico, democrazia e nuove sfide della comunicazione politica dei nostri tempi. Una comunicazione sempre più basata sui “tweet” che sulle conferenze stampa o sulle interviste ben approfondite. Sono stati analizzati anche i cambiamenti in corso tra eletti ed elettori nell’era della Rete che certamente favoriscono l’assenza di una mediazione (che garantiva il giornalismo?) a favore dell’uso diretto dei media da parte dei leader politici. Altra amara riflessione: la crisi la democrazia rappresentativa nell’era del web e la conseguente presa d’atto che I nuovi mezzi di comunicazione stanno favorendo modelli poco democratici basati sul sovranismo, in cui il leader di turno incita la popolazione contro le istituzioni o il sistema sociale vigente.Infine il tema del necessario rinnovo dell’ Ucsi che deve cambiare pelle accettando i segni dei tempi e cogliendo l’occasione della tanto discussa riforma del terzo settore. Per riassumere, tre allora sono stati gli avvertimenti del relatore gesuita; tre sono le priorità su cui basare la deontologia del giornalismo: la responsabilità, cioè il saper valutare gli effetti e le conseguenze della notizia; la preparazione formativa rigorosa, che significa conoscere e saper applicare le tecniche della professione ed infine la credibilità, che implica il rispettare la verità sostanziale dei fatti. Un grande invito al coraggio. A muoversi, sapendo riprendere la strada per orientarsi nel caos populista, il grande pericolo delle democrazie. L’incontro è stato reso possibile in collaborazione con il Centro Culturale Veritas di Trieste, UCSI FVG, i settimanali Novi Glas e La Vita Cattolica e Articolo 21.