“Prima le persone”

E’ finito il tempo dello sconcerto e dello smarrimento? Forse no, ma nella società italiana e in molte comunità cristiane si avverte la necessità di parlare chiaro davanti ad atteggiamenti e scelte che negano la dignità della persona umana, che diffondono logiche di divisione e di disprezzo per quei diritti che fino a poco tempo fa ritenevamo acquisiti. Non è possibile assistere indifferenti alle morti delle persone migranti nel Mare Mediterraneo, allo sparo del soldato israeliano che uccide un inerme ragazzo in una manifestazione, allo sfruttamento fino alla morte di persone al lavoro nei nostri campi, ai femminicidi e agli stupri, alle persecuzioni a causa della propria fede, alle devastanti conseguenze dei cambiamenti climatici che uccidono e costringono migliaia di persone a spostarsi nel mondo. Ogni giorno sentiamo e vediamo fatti che dovrebbero interrogare pesantemente le nostre coscienze: perfino su temi riguardanti la vita, la famiglia, l’amore non si è capaci di riflettere con rispetto e profondità di ricerca, senza insulti e minacce. Il problema non è parteggiare per questo o per quello, il problema riguarda la scala dei valori: chi mettiamo prima? Le persone o i soldi? L’arrogante chiusura o la solidarietà? La forza e le armi o il dialogo e l’amore? Abbiamo ancora una cultura per la vita o stiamo andando verso la vittoria della cultura della divisione e dell’arroganza?  In molti si interrogano e in tante parti del Paese si incomincia a manifestare pubblicamente in cortei ed incontri. Anche nella nostra regione: sabato 13 aprile, alle 15.30 muoverà da Largo Barriera a Trieste un corteo per la convivenza pacifica e l’integrazione, contro il razzismo e la discriminazione. “Prima le persone” è la frase di sintesi scelta per questa manifestazione dai promotori: la rete DASI FVG (Diritti Accoglienza Solidarietà Internazionale) ed il Centro Balducci di Zugliano. Una manifestazione pubblica per dire che occorre mettere al centro le persone, tutte, e l’ambiente in cui viviamo. Già numerose ed in crescita le adesioni all’invito a partecipare, provenienti da organizzazioni e singole persone con motivazioni diverse, laiche e religiose, ma tutte convergenti sulla necessità di una testimonianza che richiami al rimanere “umani” in un contesto politico-sociale che tende a far crescere odio e discriminazioni. “Bisogna fermare le politiche della paura e il pensiero negativo e disumano della discriminazione, sistematicamente perseguiti per alimentare l’odio e creare cittadine e cittadini di serie A e serie B”, così si legge nel comunicato che annuncia l’iniziativa.  Per saperne di più e approfondire i temi di questa iniziativa si può accedere al sito www.sconfini.net