Lions Club Gorizia Host: 65 anni di attenzione al prossimo

una storia lunga quella del Lions Club Gorizia Host, che dura dal 1958. Una realtà associativa molto attenta alle necessità del territorio, sostenute con svariate iniziative – tra le più recenti la consegna, insieme al Lions Club Gorizia Maria Theresia e il Leo Club Gorizia, di alcune tessere spesa prepagate all’Unità Pastorale dei Santi Ilario e Taziano, Sant’Ignazio, San Rocco e Sant’Anna, distribuite poi tra le persone e famiglie in stato di bisogno, che hanno così potuto trascorrere un Natale un po’ più sereno -.Abbiamo incontrato la dottoressa Patrizia Di Fede, presidente per l’annualità 2022 – 23 e insieme a lei abbiamo tracciato un bilancio sull’anno da poco concluso, guardando alle idee per quello appena iniziato, nonché allo sviluppo del Club anche con numerosi ingressi giovanili e femminili.

Dottoressa, se in questo momento scattassimo una fotografia, che immagine del Lions Club Gorizia Host avremmo?In questa fotografia, che nella mia mente si compone di tantissimi piccoli scatti, oggi vediamo un Lions Club Gorizia Host dove troviamo sicuramente l’inserimento del mondo femminile e di quello giovanile. Tengo molto a sottolineare ciò perché, nel 1958 quando è sorto il Club goriziano, questo è nato da un gruppo di giovani professionisti, molto amici e con delle passioni in comune. Sentirono dalla vicina Trieste che era stato fondato il Lions Club, solo un anno più “anziano”. L’idea quindi di ritrovarsi e condividere sia le loro passioni che lo stimolo di fare del bene agli altri, di essere attenti a quelli che sono i bisogni delle altre persone, ha fatto sì che nascesse questo gruppo, rigorosamente maschile, dove all’inizio non entravano quasi per nulla le consorti.In linea generale ciò è durato fino alla fine degli anni ’80 ma nel Lions Club Gorizia Host i primi ingressi femminili si ebbero solo con l’annualità 2003/4, quando io stessa fui la prima donna a entrare nel Club, provenendo da una precedente esperienza nel Leo Club, la parte giovanile.Questa presenza femminile ha aperto una breccia, non facile, perché inserirsi in un mondo maschile non è semplicissimo.La fotografia di adesso vede quindi 41 soci, ne stanno entrando altri 3, una componente femminile di 7/8 persone che non sono molte ma sono tante e un media che si sta abbassando notevolmente: tre anni fa era di 60 anni, ora 38 anni; questo anche grazie all’ingresso di ex Leo e alcuni loro amici, i quali conoscevano e apprezzavano le attività del Club. Credo che questa sia la chiave di volta.Il Club è un insieme di persone molto dinamico, c’è un’osmosi di lavori, di professioni e questo anche per avere una visione più ampia e poter riuscire ad “agire” su più campi. I nostri stessi incontri stanno prendendo un po’ un senso a 360° e puntano a una sempre maggior attenzione all’esterno, anche con visite alla città e alle zone limitrofe, per far conoscere ai nostri soci e loro familiari la nostra città e il nostro territorio, per fornire e avere delle idee, ma anche permettere agli “amici” di conoscere noi.

Il 2022 è stato un anno caratterizzato da molti eventi, alcuni belli, altri decisamente meno piacevoli. Su cosa si è concentrato il vostro operato, tracciando un bilancio a pochi giorni dalla fine dell’anno?Il 2022, con il mio predecessore, l’avvocato Paolo Pacorig, naturalmente ha visto la prima attenzione allo scoppio della guerra in Ucraina. Come Lions International abbiamo, dal 1957, la Fondazione LCIF, che riceve i finanziamenti dai Club e si concentra sulle attività mondiali. La prima cosa che il Club Gorizia ha quindi compiuto è stata quella di destinare una somma a questa Fondazione la quale li ha utilizzati per i primi concreti aiuti, anche sul territorio, per la gestione dell’arrivo dei profughi, in costante contatto anche con le amministrazioni locali.Abbiamo inoltre organizzato, a maggio, un concerto per raccogliere fondi da destinare proprio all’emergenza Ucraina.Tra le altre emergenze, in particolare la prima parte dell’anno era ancora segnata dalla presenza forte del Covid19. Abbiamo realizzato una raccolta alimentare, raccogliendo fondi per il Banco Alimentare e per la Caritas, finalizzata ai bisogni del territorio: non dobbiamo dimenticare infatti che Covid significa anche isolamento, per cui necessità.Al contempo abbiamo sempre avuto un’attenzione particolare ai bisogni del territorio, in particolare al mondo della scuola: abbiamo perseguito – e continueremo nel 2023 – un progetto a livello nazionale e internazionale proprio dei Lions, il Progetto Kairos, per il reinserimento dei bambini e dei ragazzi nel contesto scolastico dopo il periodo di allontanamento dovuto al Covid. Il progetto, che si sviluppa sulle scuole di ogni ordine e grado, a Gorizia è stato introdotto nella scorsa annualità alle Scuole dell’Infanzia dove, tramite un kit – gioco, i più piccolini potevano affrontare le tematiche legate al tornare a stare insieme e all’inclusività, osservata sotto più aspetti.C’è stato poi il grande problema degli incendi sul Carso. Ero appena entrata in carica (il nostro anno sociale inizia il 1° luglio e termina il 30 giugno dell’anno successivo) e in mezza giornata, anche grazie al grande supporto dei ragazzi del Leo, abbiamo dato una mano sostenendo anche i volontari sul confine sloveno, non legati direttamente a un supporto proveniente dal settore pubblico.

Guardando invece al nuovo anno, cosa vi attende? Quali le idee che volete sviluppare?Per il 2023 verrà data massima attenzione alla Fondazione LCIF: parteciperemo prossimamente a un Concerto d’Organo alla Basilica di Aquileia finalizzato a raccogliere fondi proprio per la Fondazione.Altra caratteristica su cui vorrei ci concentrassimo, l’attenzione ai soci del Club. Ho pensato fosse necessario anche durante i meeting – gli incontri in cui noi ci troviamo – che il nostro Consiglio direttivo, composto da una decina di persone, possa raccontare agli altri soci cosa facciamo in prima persona. Quindi abbiamo pensato di far sì che i soci ruotino ai tavoli e ci sia sempre la presenza di un membro del Consiglio direttivo, che possa spiegare le attività svolte: non vorrei mai che la gente arrivasse agli incontri e, una volta uscita, non sappia di che cosa stavamo parlando. Quindi una maggior attenzione ai soci e in particolare a quelli giovani ed entrati da poco.Riguardo i giovani, ho desiderato che questi fossero presenti anche nel consiglio direttivo, affinché possano esprimere anche le tante cose imparate nel percorso all’interno del Leo Club e nei vari service svolti.Altra attenzione che desidero dare è quella di portare i soci “fuori” dal nostro ambiente e di legarli il più possibile al territorio con passeggiate in città, visite a peculiarità locali…Un aspetto importante che siamo riusciti a sviluppare nel 2022 e che desideriamo portare avanti, lo svolgere dei service insieme alle altre associazioni della città. Un esempio: il progetto “Femminile Singolare”, che ci ha visti promotori di un concorso per le scuole insieme a Inner Wheel Club Gorizia Europea, Lions Club Gorizia Maria Theresia, Rotary Club Gorizia e Soroptimist International Club di Gorizia. Prossimamente, sempre insieme agli altri Club, supporteremo l’Anffas di Gorizia con la donazione di una stanza informatica in via Forte del Bosco.

Uno dei punti del vostro statuto cita il “creare e stimolare uno spirito di comprensione tra i popoli del mondo”. Un obiettivo direi quanto mai attuale…La struttura dei Lions è mondiale. Melvin Jones, statunitense ideatore dei Club, si rese conto che da soli non si va da nessuna parte ma bisogna unirsi e darsi agli altri. Gli Stati Uniti hanno quindi dato lo “sprint” e lo spirito, che si è poi allargato man mano in tutto il mondo attraverso temi che legano i popoli, declinandoli in progetti legati in primis alla salute, come la salvaguardia della vista, in particolare nei bambini affetti da problemi oftalmici e da cecità, o ancora l’attenzione al diabete, il tutto con progetti concreti. In giugno, per esempio, si terrà a Trieste il 1° Congresso nazionale sulla diabetologia, portato sul territorio proprio da due Lions, nefrologi che lavorano in questo settore. I temi affrontati non riguardano quindi solo in nostro Paese ma sono temi di carattere mondiale. Stimolare la comprensione tra i popoli significa infatti anche vincere grandi battaglie.La coesione tra i popoli è sempre stata fatta attraverso impegni e attività a favore dei vari Paesi – che sia la povertà in Burkina Faso, che sia anche la lotta per l’ambiente in Italia con la piantumazione di alberi -, avendo sempre un occhio al proprio territorio e un occhio a quello che succede nel resto del mondo.Un esempio: a Natale realizziamo sempre la “Festa degli Auguri” in cui noi soci partecipiamo a una lotteria. La raccolta di quest’anno dalla vendita dei biglietti è stata investita nell’acquisto di tessere spesa prepagate in supermercati locali, che abbiamo donato poi all’Unità Pastorale dei Santi Ilario e Taziano – Sant’Ignazio – San Rocco – Sant’Anna, che ha provveduto a distribuirle a persone e famiglie in situazione di bisogno, affinché fosse un Natale più sereno e concreto davvero per tutti.

Lei prima accennava al fatto che in questo momento il Club vede una presenza importante femminile e giovanile. Lei oltretutto è la prima donna a ricoprire il ruolo di presidente: un onore ma anche un onere. Come si sente a ricoprire questo ruolo?Sicuramente bisogna avere un po’ più il bastone e un po’ più la carota! Ossia deve essere tutto molto bilanciato. Quando mi chiesero se avevo piacere di ricoprire questa carica, ho sempre pensato che fosse un regalo che volevo fare alla mia città ma anche ai miei soci perché, se qualcosa deve restare di quest’esperienza di quest’anno, io vorrei restassero la semplicità e la sensibilità, l’attenzione verso gli associati. Non è facile in un mondo che è ancora un po’ “maschile” e soprattutto quando, per tanti anni, lo è stato; bisogna entrare a piccoli passi, con le carte vincenti che ognuno di noi ha.Per quanto riguarda il mondo dei giovani, sicuramente l’aver fatto dell’esperienza anche con i giovani Leo (che nascono già misti), è stato fondamentale anche per me.Oggi i ragazzi hanno tra le mani i social, un sacco di strumenti e professioni che noi nemmeno immaginavamo, ma hanno bisogno di essere guidati per attuare le loro idee, che a volte sono bellissime ma un po’ difficili da realizzare.Posso dire che i ragazzi del Leo Club sono tra i miei principali consiglieri, perché hanno un “taglio” che non è facile avere.Infine, credo che ai giovani bisogna impedire di annoiarsi: essendo appunto giovani non capiscono che gli anni passano e corrono molto più velocemente di quanto pensino; vanno quindi stimolati e soprattutto indirizzati per fare in modo che non prediligano l’individualismo rispetto alla collettività; e in questo credo che i ragazzi del Leo sappiano stare insieme.Quello che il Lions di riferimento deve dirsi è: abbiamo questi giovani, dobbiamo aiutarli, capiamo che sono tanto giovani ma dobbiamo dare loro la fiducia, anche di sbagliare, ma devono farlo.