Insegnamento della religicone cattolica: ma come lo vedono gli studenti?

“Io amo la scuola perché ci educa al vero, al bene e al bello. Vanno insieme tutti e tre. L’educazione non può essere neutra. O è positiva o è negativa; o arricchisce o impoverisce; o fa crescere la persona o la deprime, persino può corromperla… La missione della scuola è di sviluppare il senso del vero, il senso del bene e il senso del bello. E questo avviene attraverso un cammino ricco, fatto di tanti “ingredienti”. Ecco perché ci sono tante discipline! Perché lo sviluppo è frutto di diversi elementi che agiscono insieme e stimolano l’intelligenza, la coscienza, l’affettività, il corpo, eccetera. Per esempio, se studio questa Piazza, Piazza San Pietro, apprendo cose di architettura, di storia, di religione, anche di astronomia – l’obelisco richiama il sole, ma pochi sanno che questa piazza è anche una grande meridiana. In questo modo coltiviamo in noi il vero, il bene e il bello; e impariamo che queste tre dimensioni non sono mai separate, ma sempre intrecciate”.Questo è stato uno dei passaggi chiave del discorso che Papa Francesco, ha pronunciato il 10 maggio 2014 incontrando gli insegnanti di religione della scuola italiana di ogni ordine e grado. È stato infatti un messaggio che ha ricordato quanto sia importante non solo andare a scuola, ma anche amare la scuola in tutte le sue ricchezze e potenzialità. Dunque, nella prospettiva di iscrivere i nostri figli alle scuole dell’obbligo e compilare poi il modulo che chiede se intendiamo avvalerci dell’IRC, abbiamo voluto incontrare e intervistare alcune classi della scuola secondaria di 1° grado “I. C. Ascoli” di Gorizia che si sono confrontati in classe con l’insegnante di religione professoressa Anna Gregorin sul tema: “Religione a scuola”. I giovani studenti hanno risposto ad una provocazione iniziale molto semplice:“Ma che cos’è l’ora di religione a scuola e cosa si fa in quest’ora di lezione?” … Per poi passare al quesito successivo:“Cosa dovrebbe fare l’insegnante di religione a scuola per realizzare le aspettative?”I pensieri maturati in aula e offerti con molto entusiasmo al nostro giornale. Sono frutto di rielaborazioni di gruppo e sono divisi per classe; si tratta di tre prime classi ed una terza.Nell’ascoltare quello che ci propongono, dobbiamo anche sapere che le sezioni prime non hanno ancora conosciuto tutto il programma del triennio e ci avanzano anche richieste su parti del programma che saranno realizzate in futuro.Il dibattito è stato stimolante per fare tesoro dei suggerimenti di questi ragazzi per rendere l’IRC sempre più autentico e fedele alle aspettative di tutti. I ragazzi erano piuttosto entusiasti all’idea di scrivere o testimoniare per un giornale cattolico come il nostro settimanale e di essere ascoltati o riconosciuti per dare informazioni a bambini e ragazzi più piccoli.Ed è proprio con questo spirito che riportiamo i loro pensieri in originale anche se non possiamo pubblicare i loro nomi.Classe 1^ A“Una persona si può avvalere dell’IRC perché è atea oppure perché può essere di un’altra religione (professare l’Islamismo per esempio…) e gli potrebbe essere utile o la potrebbe interessare. L’insegnate dovrebbe assistere i ragazzi nella loro ricerca di Dio.””E’ bello perché si scopre la propria religione e non solo, ma anche si arriva a capire quella degli altri perché spesso sono più simili e affascinanti di quanto pensiamo, prima di intraprendere l’IRC; e tutto questo lo impariamo parlando in compagnia e senza paura di esprimerci. Gli insegnanti non sono come gli altri, infatti ci divertono coinvolgendo tutti, anche chi normalmente ha paura di esprimersi; hanno anche un modo divertente per insegnare perfino le cose che normalmente non sono delle più gradevoli.””Il motivo per cui anche dei bambini cattolici non fanno religione é che non vogliono stare un’ora in più a scuola: ci piacerebbe che fossero in classe con noi, anche perché altrimenti da grandi ignoreranno completamente l’argomento.””Avvalersi dell’IRC perché ti insegna la Bibbia e il Vangelo, ma è anche interessante: altrimenti si diventa ignoranti di tutto, perché pian piano si smette di fare anche le altre materie della scuola e non si vuole più studiare. E non si fa così! Se non si studia non si lavora e poi non si ricavano soldi.”Classe 1^C“Io penso che se uno studente è cattolico sia un dovere partecipare alle lezioni di IRC, perché così si può approfondire la religione e, diversamente, non avrebbe senso escludersi dalla materia. La professoressa dovrebbe insegnare la storia della religione che noi preghiamo con allegria, la storia delle altre religioni e ad amarci tra di noi.””Noi facciamo religione perché le nostre famiglie sono praticanti e ci hanno dato la possibilità di seguire le lezioni di a scuola. Qualcuno di noi ha scelto di fare religione, mentre altri sono stati obbligati. La professoressa di religione dovrebbe parlare della religione al giorno d’oggi e dovrebbe insegnarci le differenze e le uguaglianze tra la nostra e le altre religioni.””Noi facciamo religione perché ci serve per imparare la storia di Gesù e di Dio. La religione ci risponde a tante domande e dubbi a cui non riusciamo a darci una risposta da soli. Inoltre maturiamo in modo diverso, con qualche conoscenza in più che, quando saremo grandi, insegneremo ai nostri figli. I professori dovrebbero insegnare con entusiasmo e spiegare agli alunni l’importanza di pregare. I bambini devono conoscere il loro libro di testo e di cosa parla.””A scuola l’IRC é facoltativo, ma sarebbe meglio approfondire lo studio della vita religiosa nella nostra cultura.””Faccio religione a scuola per imparare molte cose su Cristo e per discuterne insieme ai miei compagni e agli insegnanti. Secondo me, i professori non devono fare niente di diverso: infatti mi piace così com’è.””Avvalersi dell’IRC perché, anche se è facoltativa, si possono comunque imparare tante cose come, per esempio, le religioni attuali e alcune politeiste. L’IdR dovrebbe non dare troppi compiti, esercizi da fare e dovrebbe saper spiegare le cose che ogni alunno non capisce. Dovrebbe anche far vedere dei video che dimostrino ciò che si ha studiato.””Avvalersi dell’IRC perché con la prof. e i compagni si può imparare questa materia divertendosi. Dovrebbe essere una materia che insegna la storia della religione parlando liberamente e giocando senza arrabbiarsi.””Faccio religione perché voglio approfondire la vita di Gesù e perché voglio divertirmi.”Classe 1^B“Avvalersi dell’IRC perchè l’insegnante ci può insegnare molte cose nuove, anche mettendoci a confronto tra di noi sulle altre religioni: non dando solo spazio al Cristianesimo, ma rispettando le idee di tutti. Vorremmo un’insegnante che non s’impone sugli alunni, ma che li faccia capire il senso della vita e le altre religioni, senza focalizzarsi solo su una religione, ma spaziando anche sulle altre, in modo da ampliare la nostra conoscenza e il nostro pensiero.””Per imparare la vita di Gesù. L’insegnante dovrebbe trattare le religioni dei popoli.”” Perché potrebbe essere molto utile in futuro. L’IdR dovrebbe insegnare cose utili sulla religione cattolica, ma anche spiegare gli avvenimenti religiosi che accadono nei nostri giorni.””Perché potrebbe essere divertente.””Perché può essere interessante e magari in futuro ti può portare a grandi traguardi. Inoltre ti insegna la storia di Gesù. Io renderei la religione più divertente, ma con una certa serietà e facendo tanti progetti divertenti.””Per imparare cose nuove e interessanti sulla Chiesa. L’IdR dovrebbe trasmettere agli studenti l’insegnamento che Gesù ha trasmesso ai suoi discepoli.””Avvalersi per continuare un percorso già iniziato e per comprendere il significato della religione. L’IdR dovrebbe comprendere i punti di vista degli alunni e farci capire quello che succede nel mondo oltre la religione.”Classe 3^B“Ciascun ragazzo può dire che è bello non svolgere un’ora delle 30 previste per le lezioni settimanali. Anzi, ho conosciuto dei coetanei che convincevano i genitori a togliere l’IRC! Ma io penso che sia divertente e che possa permettere di guardare avanti però anche in un modo più cattolico, perché questa è la mia cultura, questa è la mia religione.””Per apprendere tutto ciò che c’è da sapere sulle origini della propria religione per poi capire che strada intraprendere. Vorrei un insegnante che non parli solo di preghiera e Scritture, ma che ci sappia anche coinvolgere in quello che dice.””Perché è un momento di riflessione per cercare di capire a quale religione apparteniamo e riusciamo ad esprimere le nostre opinioni agli altri.””Essendo un ragazzo russo trasferito in Italia da poco, posso dire che qui ho trovato un altro tipo di insegnamento: mentre in Russia ci parlano solo di religione ortodossa, qui la professoressa ci spiega tutte le religioni e non le critica, anzi ci dice che siamo tutti simili e così non si arriva a pensare che essere musulmano è brutto.””Perché grazie a queste ore si apprendono molte cose sulle diverse culture religiose, senza lasciarsi però influenzare sulla scelta della propria religione. Personalmente, da un IdR vorrei una persona che non esalti una religione in particolare, sottovalutando le altre, cioè che possa trattare tutte le religioni allo stesso modo.””Per approfondire quello in cui credi e ragionare sulla vita. Vorremmo un insegnante partecipe, che coinvolga la classe, che non venga a scuola a insegnare solo per i soldi che guadagna.””Perché è un momento di riflessione per cogliere le diversità tra le culture e così possiamo imparare a rispettarle. Vorrei parlare non solo della religione cristiana, ma anche delle altre, per imparare a conoscerle.””Perché aiuta i giovani a capire che strade seguire nella vita.”Questi giovani testimonial ci trasmettono con molta naturalezza che l’insegnamento della religione non è irrilevante o scelta di poco conto. È una “materia” che ha principalmente il ruolo di far evitare lo scontro fra civiltà. Sia intesa infatti come occasione per fare chiarezza e per permettere l’educazione ad un dialogo consapevole tra le varie identità religiose mondiali.La scelta all’Irc non vuol dire allora solo barrare una casella ma significa anche guidare e formare le generazioni future al rispetto dell’ altro. È un’esperienza che può – come molti ragazzi hanno testimoniato – dare un forte e necessario valore significativo ai nostri figli. Potremo contare su degli insegnanti, delle persone prima di tutto professionalmente molto qualificate, ma anche testimoni credibili che si dimostreranno capaci di cogliere gli interrogativi più sinceri di ogni persona, accompagnando ciascuno nel suo personale ed autonomo percorso di crescita umana.Se siamo consapevoli che la “dimensione religiosa” và di pari passo con la “dimensione sociale e civile”, vorrà dire che aderire oggi a tutto ciò, significa soprattutto saper dire ancora sì ai valori della libertà democratica e della responsabilità sociale.con la collaborazione della Prof.ssa Anna Gregorin (Irc presso l’Istituto Comprensivo “G. Ascoli” di Gorizia)