I settimanali cattolici nella Casa degli italiani

Ci siamo sentiti a casa. Lo possiamo affermare candidamente.Ci siamo sentiti accolti nella Casa degli italiani.Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante l’udienza concessaci martedì scorso al Quirinale (eravamo nell’ufficio personale del presidente) per i 50 anni di fondazione della nostra Federazione, ci ha fatto avvertire parte viva di questa nostra Italia che a volte sembra tutta sbilanciata sui grandi network e sulla capitale. Il tempo riservatoci, oltre un’ora con ampio spazio anche per alcune foto-ricordo e i saluti personali a tutti e 15 i partecipanti all’incontro, ha dimostrato l’attenzione che il Capo dello Stato ha desiderato riservare a un mondo, quello rappresentato dalle nostre 191 testate diffuse sul tutto il territorio nazionale, a volte un po’ snobbato o confinato nel giornalismo locale inteso come accezione non del tutto positiva. Al presidente abbiamo manifestato tutte le difficoltà del momento: dalla difficilissima convivenza con la consegna della posta a giorni alterni che fa perdere abbonati, al calo delle vendite e della pubblicità, fino alla concorrenza imposta dalla presenza della rete e che insinua molti dubbi sul futuro della carta stampata. Non abbiamo voluto nascondere nulla, giustamente, e abbiamo anche manifestato apprezzamento per l’impianto della legge di riforma dell’editoria, ora alla prova dei decreti attuativi, che ha accolto due principi a noi molto cari: rigore ed equità.Il presidente ci ha ascoltato con attenzione e a lungo. Tutti i presenti sono intervenuti e le diverse provenienze geografiche hanno fatto comprendere la capillarità della nostra diffusione, come accaduto anche sfogliando la rassegna portata in dono. Il capo dello Stato ha manifestato apprezzamento per il nostro lavoro, segno della vivacità delle comunità locali vista la maggiore fiducia che riceve da parte dei lettori che si identificano in questi strumenti della comunicazione sociale. Una ricchezza per il nostro Paese, voci di quel territorio a volte dimenticato, ma solo apparentemente distante. Un mondo, quello dei giornali locali, e noi tra questi, ha aggiunto ancora il presidente, che favorisce il dialogo e serve a tenere robusto il tessuto sociale.Un compito affascinante per chi si occupa di questi fogli, molti dei quali nati nella seconda metà dell’Ottocento, e un’intuizione mirabile, quella dei fondatori della Fisc, di mettere insieme questa rete di giornali per farne un luogo di rappresentanza istituzionale. Un compito anche difficile, soprattutto oggi con le sfide cui il web obbliga tutti, periodici diocesani compresi. Difficoltà che si possono trasformare in opportunità. Una nuova frontiera da non temere, ma da affrontare consapevoli dei rischi, ma anche dei numerosi vantaggi che può portare con sé, come sperimentato anche in queste settimane nei territori in cui si sta vivendo il dramma del terremoto. Luoghi che noi conosciamo e abitiamo da sempre.A colloquio con il presidente Mattarella abbiamo avvertito tutta l’attenzione che il mondo da noi rappresentato merita. L’ascolto riservatoci ci ha sorpresi e anche stupiti. Grazie, Signor presidente!Al tempo stesso ci è arrivato un forte incoraggiamento ad andare avanti nel nostro lavoro, nella nostra difficile professione da esercitare sul territorio e a servizio del territorio. Come cerchiamo di incarnare ogni giorno. Come ci hanno insegnato quanti ci hanno preceduti in questa storia, parte integrante dell’impegno sociale dei cattolici e di quanti sono desiderosi di abitare a pieno titolo questo nostro Paese.

*Presidente Federazione Italiana settimanali cattolici