Dalla Regione il sostegno al reddito

“La nuova legge regionale su “Misure di sostegno al reddito” spicca per non rivolgersi solo alle famiglie o a chi vive una condizione strutturale di disagio sociale, ma anche alle tante persone che lavorano ma non riescono a ricavare un reddito minimo per vivere con dignità, siano esse anche famiglie monopersonali”. Così il vicedirettore della Caritas diocesana, Adalberto Chimera commenta la recente legge regionale “di inclusione sociale e di sostegno al reddito”.”Le povertà – osserva ancora Chimera – toccano tutti; si spera che l’aiuto sia proporzionato in base alle necessità e al numero di persone, ma vero è che anche noi vediamo quotidianamente tante persone sole, senza una famiglia da mantenere ma con tantissime difficoltà a vivere la loro vita quotidiana”.Da parte della Caritas diocesana si sottolinea l’importanza posta dalla legge alla centralità degli Ambiti e dei Servizi Sociali “che possono creare relazione: l’uscita dalla povertà e dal disagio sta anche in questo. La povertà è visibile dal punto di vista monetario, ma molto spesso nasconde difficoltà nell’essere inclusi nella rete sociale, con la conseguente perdita di vista sulle possibilità offerte dal territorio”.La norma, lo ricordiamo, era stata approvata lo scorso 29 giugno dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, con 27 voti favorevoli e 8 contrari: in questo modo il Friuli Venezia Giulia è divenuto la prima Regione in Italia a varare una misura di sostegno di questo tipo.Una risposta importante, pensata per quell’”esercito” di disoccupati o in difficoltà in continua crescita: nel 2013 oltre 200mila persone risultavano a rischio povertà o esclusione sociale, a settembre 2014 il tasso di disoccupazione era pari al 12,6% e, per i giovani tra i 15 e i 24 anni, risultava del 42,9%. Oramai oltre il 40% dei disoccupati in Regione – vale a dire più di 42mila persone – è alla ricerca di un lavoro da oltre un anno e sono circa 18mila i disoccupati di lunga durata. A questi numeri si possono sommare i così detti inattivi, ossia coloro che sono in condizione non professionale o che neppure cercano un lavoro, anche in questo caso quasi 42mila individui.

L’articolato della leggeLa misura, composta da 8 articoli, è indirizzata a nuclei familiari, anche monopersonali, che abbiano un Isee inferiore a 6.000 euro e almeno un componente deve risiedere in Regione da almeno 24 mesi. Il vero tratto innovativo sta nella sottoscrizione dei richiedenti di un “patto”, ovvero nell’adesione a un percorso concordato di attivazione, finalizzato a superare le condizioni di difficoltà del richiedente e del relativo nucleo familiare. Tra i protagonisti principali nell’erogazione di questa forma di sostegno saranno i Comuni di residenza, dove va presentata dai richiedenti la specifica domanda, gli Ambiti e i Servizi Sociali, che prenderanno in carico l’individuo nel suo percorso di uscita dalla situazione di bisogno. Fondamentale in questo sarà una stretta collaborazione – già prevista dalla legge – con i Centri per l’Impiego.I beneficiari riceveranno un massimo di 550 euro al mese, erogati per 12 mesi, con la possibilità di rinnovo per altri 12 ma a seguito di un’interruzione di 2 mesi.La legge, che entrerà in vigore negli ultimi mesi dell’anno, avrà a disposizione 10milioni di euro previsti nella Finanziaria 2015, ai quali si aggiungeranno nel 2016 altri 11milioni di euro dal Fondo di Solidarietà. La misura ha carattere sperimentale, stipulato in 3 anni, e prevede infine dei meccanismi di monitoraggio periodico, tanto dell’andamento del progetto, quanto del rispetto del patto da parte dei beneficiari.