Custodia del Creato, legalità, agromafie

In un tempo segnato dalla guerra, la mancata produzione di grano affama i popoli e li tiene in scacco”. Lo scrivono i vescovi, nel Messaggio per la Giornata del Ringraziamento, che si celebra il 6 novembre sul tema: “Coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto” (Am 9,14). Custodia del creato, legalità, agromafie”. “Le scelte assurde di investire in armi anziché in agricoltura fanno tornare attuale il sogno di Isaia di trasformare le spade in aratri, le lance in falci”, il monito della Cei, che fa notare come “non poche volte all’interno dell’attività agricola si infiltra un agire che crea grandi squilibri economici, sociali e ambientali”. “È ormai ampiamente documentata in alcune regioni italiane l’attività fiorente delle agromafie, che fanno scivolare verso l’economia sommersa anche settori e soggetti tradizionalmente sani, coinvolgendoli in reti di relazioni corrotte”, la denuncia dei vescovi: “Il riciclaggio di denaro sporco o l’inquinamento dei terreni su cui si sversano sostanze nocive, il fenomeno delle ’terre dei fuochi’ che evidenziano i danni subiti dagli agricoltori e dall’ambiente, vittime di incendi provocati da mani criminali, sono esempi di degrado”. “Nelle imprese catturate da dinamiche ingiuste si rafforzano comportamenti che minacciano ad un tempo la qualità del cibo prodotto e i diritti dei lavoratori coinvolti nella produzione”, l’analisi nel messaggio: “Si tratta di strutture di peccato che si infiltrano nella filiera della produzione alimentare: si pensi alle forme di caporalato, che portano a sfruttamento e talvolta alla tratta, le cui vittime sono spesso persone vulnerabili, come i lavoratori e le lavoratrici immigrati o minorenni, costretti a condizioni di lavoro e di vita disumane e senza alcuna tutela”. Parlare di “agromafia”, inoltre, “significa anche parlare di pratiche di agricoltura insostenibili dal punto di vista ambientale e di sofisticazione alimentare che mina la tutela dei prodotti cosiddetti ’dop’, così come uso di terreni agricoli per l’immagazzinamento di rifiuti tossici industriali o urbani”.”La terra è creata ed affidata all’umanità come un giardino: l’immagine biblica esprime la bellezza del creato e suggerisce il compito degli uomini di esserne i custodi e i coltivatori, con la responsabilità di trasmetterlo alle generazioni future” sottolinea il Messaggio. “La relazione tra cura del creato e giustizia è fondamentale, perché quando viene meno l’uomo violenta la natura e non promuove il lavoro del fratello”, il passaggio del messaggio dedicato al tema della legalità, sulla scorta della Laudato si’. “Legalità e trasparenza sono determinanti per la salute, per la cura della terra, per la qualità della vita sociale”, la tesi dei vescovi italiani: “senza di esse non c’è amore per la creazione e tutela della dignità della persona, né amicizia sociale per gli uomini e le donne che la lavorano”.”La Chiesa continua a denunciare le forme di corruzione mafiosa e di sfruttamento dei poveri e vuole mantenere le mani libere da legami con i poteri di agromafie invasive e distruttive” – sottolineano i vescovi ma  “purtroppo, le terre inquinate sono frutto anche di silenzi omertosi e di indifferenza”, la denuncia contenuta nel messaggio, in cui si invoca “un impegno forte da parte delle autorità pubbliche: è necessaria un’azione continuativa di prevenzione delle infiltrazioni criminali e di contrasto ad esse”. “Quanto farebbe bene all’economia il sostegno di soggetti che operano nella legalità”, il consiglio dei vescovi: “Essi testimoniano un’economia che valorizza le persone e custodisce l’ambiente. È il segno che la dottrina sociale della Chiesa si incarna nel concreto e promuove relazioni di fraternità tra le persone e di cura verso il creato”. “Ben venga ogni strumento normativo disponibile per strappare i lavoratori alla precarietà!”, l’auspicio del messaggio: “Sosteniamo la responsabilità degli operatori del mondo agricolo e delle loro associazioni: sono reti di sostegno reciproco per far fronte alla pressione delle agromafie, specie in un tempo in cui le difficoltà legate alla pandemia le rendono più forti”. La Chiesa, infine, “incoraggia e sostiene tutte le aziende agricole esemplari nella legalità. Una testimonianza così preziosa vale tantissimo: arricchisce il tessuto relazionale di un territorio e forma coscienze libere. Non ha prezzo un’economia che si alimenta di giustizia e trasparenza. Alle imprese che promuovono lavoro e ambiente va il nostro grazie perché mostrano che è possibile un modello di agricoltura sostenibile. Vediamo anche quante belle esperienze di cooperazione sono garanzia di inclusione sociale!”. Per la Cei, infine, “assume sempre più rilevanza la responsabilità dei consumatori nel premiare con l’acquisto di prodotti di aziende agricole che operano rispettando la qualità sociale e ambientale del lavoro”: “Abbiamo una responsabilità nello stile di vita che adottiamo anche quando compriamo i prodotti agricoli. Possiamo diventare protagonisti di un’economia giusta o rafforzare strutture di peccato. Ne va, oltre che dell’esistenza personale di uomini e donne, anche della vita sociale, economica ed ambientale del Paese”.