A scuola di solidarietà – Grecia 2015

“Prossima fermata” è la frase che ha accompagnato gli spostamenti delle giovanissime partecipanti all’iniziativa della Caritas diocesana di Gorizia “A scuola di solidarietà – Grecia 2015”; è la frase che in metropolitana o in tram annuncia la fermata successiva. Anche l’esperienza vissuta è stata un continuo di “fermate” costituite da incontri, visite, servizi, approfondimenti; un modo concreto di conoscere meglio la realtà greca, la situazione attuale, particolarmente delicata, e di mettersi al servizio di chi più di altri ne subisce le conseguenze.Partito mercoledì 8 luglio e rientrato sabato 18, il gruppo costituito da 9 ragazze, tra i 16 e18 anni, della diocesi di Gorizia e da due operatori della Caritas diocesana di Gorizia ha potuto toccare con mano la difficile, per certi versi anche complessa, situazione greca, confrontando dal vivo quella che è la realtà con quello che dicono i media e quelle che sono poi le notizie che arrivano.Il soggiorno ha permesso di avere incontri, con persone che sono arrivate in Grecia a seguito di vicende personali o progetti di solidarietà.Don Jouesf, sacerdote di origine siriana della comunità Armena di Atene, e due giovani, che fuggiti dalle violenze della guerra in Siria si trovano temporaneamente in Grecia, hanno portato la loro testimonianza della realtà siriana, di quali siano le parti che si stanno affrontando e quali le conseguenze, in particolare sulla popolazione, del persistere della guerra.Padre Alberto, originario del sud America, ha raccontato di come la piccola comunità cattolica di Atene (i cattolici sono minoranza in Grecia) vive il rapporto con la maggioranza ortodossa e si è particolarmente soffermato sulle potenzialità del dialogo ecumenicoFilippo e Fabiola, sposi toscani che la comunità Giovanni XXIII hanno raccontato di essere stati inviati in Grecia per aprire una Casa famiglia e una foresteria per accogliere persone svantaggiate.C’è stato anche il servizio, in strutture di assistenza ma anche in realtà particolari a carattere sociale.Innanzitutto alla mensa delle suore di madre Teresa, dove la maggioranza delle persone che qui si rivolgono per mangiare sono immigrati, tra cui diversi di passaggio in attesa di trovare il modo di proseguire verso altri paesi d’Europa; solo negli ultimi tempi anche Greci, disoccupati o pensionati, hanno iniziato ad averne bisogno. E poi la casa famiglia della comunità Giovanni XXIII, dove c’è da ultimare la foresteria, togliendo la pittura vecchia, ritinteggiando le pareti e rimettendo in ordine gli infissi.Negli orti sociali – esperienza nata per difendere aree di verde pubblico da possibili speculazioni nella zona del vecchio aeroporto di Atene, con un’attenzione ai poveri – le verdure raccolte sono divise parte tra le persone che si occupano degli orti e parte donate alle suore per la mensa.La casa per anziani di Pefki, dove portare un po’ di attenzione e affetto a persone che spesso rimangono sole, senza visite da altri; è stata una sorpresa incontrare un ospite della casa di madre triestina che ben conosceva l’italiano e molto aggiornato sull’attualità.Non sono mancate le visite, a luoghi significativi della città: piazza Sintagma, dove si trova il parlamento greco e dove il popolo greco si ritrova per le manifestazioni, i quartieri di Omonia ed Exarchia.Significativo in particolare la visita al quartiere di Omonia, una zona un tempo benestante caduta in declino con l’avvento della crisi. La visita si è svolta con la guida di Maria, operatrice dell’associazione “schedía – zattera”, costituita da senza tetto e persone in difficoltà che con questo tipo di iniziative e la vendita di un giornale di strada cercano di trovare le risorse per uscire dalla situazione di necessità in cui si trovano. Altro particolare di Omonia oggi è l’alta concentrazione di strutture di assistenza (mense, empori solidali, ambulatori sociali) a servizio di quanti vivono in povertà, occupando spesso gli edifici rimasti vuoti. A completare l’esperienza ma anche a dare un po’ di tregua a giornate impegnative ci sono stati pure momenti di svago come una giornata al mare e la visita all’Acropoli e agli altri siti archeologici della città.Al termine nei volti e nelle parole delle ragazze stanchezza ma anche gioia per il tanto lavoro svolto e per il piccolo contributo dato, per aver potuto vedere di persona molte cose della realtà greca che non sono conosciute.L’esperienza, a cui si spera poter dare continuità, si è svolta tutta ad Atene (il gruppo era alloggiato presso la “Neos Cosmos Social House”), è stata possibile grazie alla collaborazione avviata con il Polo liceale di Gorizia e sostenuto con fondi messi a disposizione dalla Caritas Italiana nell’ambito dei progetti di “gemellaggi solidali” tra Caritas diocesane italiane e greche.Questo gruppo appena rientrato è il secondo di tre previsti dal progetto per quest’anno, l’ultimo gruppo partirà martedì 21 luglio per rientrare venerdì 31 luglio.