Ennio Morricone: Oscar davvero meritato!

Cari amici della Voce, vi ricordo come sempre che sono su Facebook a mio nome e che potete chiedermi l’amicizia certi che distribuisco musica che spero piacevole ed interessante.Iniziando con un plauso al maestro Ennio Morricone per il suo premio Oscar come migliore colonna sonora  2016, a nostro avviso meritatissimo, vi proponiamo alcune novità discografiche degne della massima attenzione.

Rainbow ends – Emitt Rhodes Considerato un genio al tempo del suo esordio (fine anni Sessanta), Rhodes torna ad incidere ad oltre quaranta anni dal suo ritiro (1973). Con la produzione di Chris Price e la partecipazione di Aimee Mann, Susanna Hoffs, Jon Brion, Nels Cline & Pat Sansone (Wilco), Bleu, Probyn Gregory & Nelson Bragg (che sono della Brian Wilson Band) tra gli altri, Rhodes mette questa volta nel piatto undici canzoni di indubbio spessore, influenzate dal suono di Beatles, Beach Boys ed altri dell’epoca d’oro della nostra musica.  

How to dance – Mount Monch Terzo album per la band della Carolina del Nord. Un suono fiero, legato alle tradizioni, ma decisamente moderno nel suo sviluppo. Chitarre in evidenza, voce tosta, i Mount Moriah danno un perfetto ritratto del nuovo Sud, dove le tradizioni vanno a braccetto con l’attualità, dove la visione romantica del passato viene filtrata dalla drammaticità dei tempi che stiamo vivendo. Lirici e intensi. Una band su cui puntare decisamente per il futuro.

Dig to Deep – Bonnnie RaittSono passati quattro anni dall’ottimo Slipstream e Bonnie Raitt non ha ancora deposto la sua chitarra, anzi. La rossa, cantante e chitarrista, è più che mai legata a quel suono caro ai Little Feat, suono che mischia alla grande rock e blues, funk e rhythm and blues. E continua a comporre canzoni, qui ce ne sono cinque nuove, unendole poi a brani di altri autori. In questo nuovo lavoro, oltre alle sue, brillano Undone della texana Bonnie Bishop e Shakin’ Shakin’ Shakes, dei nostri amici Los Lobos, Ma ci sono anche canzoni inaspettate, come una cover degli Inxs, il tutto teso a rendere il disco ancora più bello. Tra i migliori lavori di questa grandissima cantautrice e chitarrista.

Live at the Galaxy – Cesar Rosas

Alla fine degli anni ’90, Cesar Rosas, l’anima più rock, blues (ma anche mexican) dei Los Lobos, ha pubblicato il suo primo, ed unico, lavoro come solista: Soul Disguise. A quel disco ha fatto seguito un tour. Questo disco dal vivo è tratto proprio da quel tour. Un disco edito dalla band, che mostra le qualità di Rosas: Rock, blues, rockabilly, ma anche tradizione messicana. Ci sono brani del disco ma anche canzoni dei Lobos, come Estay Sentado Aqui e That Train Don’t Stop Here. Il disco termina con una brillante rilettura di She’s About A Mover del Sir Douglas Quintet (1965). Sempre grande musica.